Piccoli: "Il Mantova era in coma, sognare la Serie A non costa nulla"

Lunga intervista a Filippo Piccoli, presidente del Mantova, sulle colonne della Gazzetta di Mantova. Il numero uno dei virgiliani ha ripercorso le tappe dal suo arrivo in biancorosso fino ad oggi: "Quando sono arrivato, il Mantova era un'azienda in coma, ho provato a intervenire a gennaio con investimenti importanti e andando incontro ai tifosi per far capire loro che l'etichetta di uomo di Setti non mi si addiceva, ma non è bastato. Alla fine, oltre al Padova di Torrente che ci ha spinto ai playout, bisogna ringraziare anche Battisti e Mandorlini, perché i 45 punti ottenuti ci hanno permesso di essere riammessi in C. Se ci fossimo salvati, con 12 contratti pesanti sul groppone, Botturi sarebbe venuto lo stesso". Sul futuro: "Il progetto prevedeva la B in tre anni, invce è successo tutto subito.
Quest'anno punteremo a consolidarci nella categoria, io non sono un russo o un cinese pieno di soldi da buttare via e non farò mai il passo più lungo della gamba. Finché ci sarò io, le cose saranno chiare e la società solida. L'idea è crescere con Botturi e Possanzini, sono due geni che prima o poi ci lasceranno per andare in Serie A. Farlo col Mantova? Sognare non costa nulla, ma restiamo con i piedi per terra".
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