Renate, finalmente Saporetti: "Entrare e segnare è il sogno di tutti"

26.03.2023 14:30 di Francesco Moscatelli   vedi letture
Renate, finalmente Saporetti: "Entrare e segnare è il sogno di tutti"
TMW/TuttoC.com
© foto di Francesco Moscatelli

Quanti secondi saranno passati? Venti, forse quindici, azzarda qualcuno in sala stampa. Entrare e il primo pallone è un tacco ("non il primo in carriera" precisa il diretto interessato) che finisce in rete. E allora, in questo Renate che rialza la testa contro il Padova (2-0) dopo i segnali incoraggianti di Sesto San Giovanni, c'è anche Simone Saporetti, il nome che a gennaio doveva per le sue qualità bilanciare, almeno in parte, l'amarezza (secondo il cuore, la ragione è invece più comprensiva) per le partenze di Morachioli e soprattutto Maistrello. Esterno offensivo, giovanili a Bologna e tante piazze per irrobustirsi: Imola, Carrara, Fiorenzuola, ma è nella sua Ravenna che il classe '98 esplode con 28 reti nella scorsa stagione.

L'arrenataggio sul pianeta nerazzurro non è stato così morbido. Impegno sì ma quella palla non entra in rete. E mentre la pantera scivola in classifica, Simone scivola in panchina. E allora benvenuto -questa volta per davvero!- Saporetti, potenziale arma in più per questo Renate che vuole prendere i playoff di slancio, con il periodo critico ormai (forse) davvero alle spalle.

Intervenire in sala stampa al termine della gara con i biancoscudati è quasi un bisogno fisiologico dopo alcune settimane non facili. "E' un gol che desideravo da tanto tempo" l'esordio di Saporetti davanti al microfono è, a tutti gli effetti, un sospiro di sollievo. "Non ho passato un periodo bellissimo in queste ultime settimane e sono contento che, appena entrato, io sia riuscito a sbloccarmi con un bel gol. Entrare e segnare è il sogno di ogni attaccante! E ovviamente sono contento per la squadra, veniamo da un periodo difficile e questa vittoria ci riporta il sorriso. Sembra che la ruota stia girando, anche il cambio di modulo in questo senso ha aiutato a cambiare rotta. I concetti di fondo in realtà non sono cambiati: è un Renate che cerca di fare il gioco, sia con la difesa a quattro che con tre difensori. Sicuramente è da due partite che si può notare una maggiore compattezza e prova ne è che non prendiamo gol, anche se oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto dalla nostra parte pure un pizzico di fortuna. Non so se questa modifica tattica sia un passaggio definitivo, posso però dire che, in questo momento, è utile nel percorso che ci porterà ad essere il Renate dei periodi più brillanti. Può anche essere che, ad aiutarci, sia soprattutto l'idea di difendere a cinque (come didattica insegna di un 3-5-2 che rappresenta probabilmente il massimo della flessibilità in relazione alle due fasi, ndr), quasi che questa ci rassicuri nel momento in cui dobbiamo stringere i denti nel gestire la pressione avversaria. Oltre, ovviamente, ad avere a tutti gli effetti materialmente un difensore in più nel contenimento. Ma non c'è un modulo che dia la certezza di una vittoria: al momento però questa modifica sembra sia in grado di dare risposta a qualche problematica che abbiamo avuto ultimamente. Io personalmente posso interpretare -l'ho già fatto in passato- tutti i ruoli offensivi per cui giocare a due mi piace perché si perde qualcosa in ampiezza ma, accorciando le posizioni, si può guadagnare qualcosa in termini di imprevedibilità e pericolosità sottoporta".

Giusto una settimana fa il suo venticinquesimo compleanno, dunque nella piena maturità calcistica, con alle spalle più di qualcosa e di fronte altrettante porte da inquadrare. Ed è una maturità anche di parole, visto che Simone non si nasconde dietro ad un dito a chi gli mostra qualche aspettativa delusa: "E' vero, sono arrivato qui forte di un ottimo semestre a Trento (5 gol e un assist, ndr) e non sono al momento riuscito a riproporre in Brianza il medesimo ruolino di marcia. Non so darmi una spiegazione di questa difficoltà, me lo sono ovviamente chiesto ma non c'è un fattore-chiave che possa da solo definire i termini del problema. Sono però abituato a guardare sempre avanti e questo gol voglio che sia un punto di partenza".

E lo sarà. A tendere altre mani è lo stesso tecnico Dossena nella sua conferenza stampa al "Città di Meda" qualche minuto dopo l'intervento del romagnolo. Rispondendo a chi chiede dell'esperienza nerazzurra dell'ala destra (e di piede mancino), colui che lo scorso anno lo ha cresciuto in quel di Ravenna spiega: "Saporetti è sì un esterno ma fondamentalmente vive per il gol. Effettivamente aveva fatto un bel percorso a Trento, qui fino ad oggi i numeri non lo hanno premiato perché non è riuscito a crearsi le occasioni per calciare in porta. Di questo ha sofferto, ha lavorato duro e ha stretto i denti. Con me il dialogo è costante, ne abbiamo parlato anche in settimana: deve restare sereno anche perché ci aspetta un mese intenso e gli obiettivi di una stagione arrivano ora. La mia fiducia passa dai suoi numeri e oggi (ieri, ndr) lui ha risposto presente. Deve continuare su questa strada".