Arezzo, Guccione: "Intensità e mentalità vincente, c'è voglia di stupire"

Arezzo, Guccione: "Intensità e mentalità vincente, c'è voglia di stupire"TMW/TuttoC.com
Oggi alle 15:50Girone B
di Marco Pieracci

Dal ritiro dell'Arezzo Filippo Guccione racconta ai microfoni di Amaranto Channel le prime settimane di preparazione, tra carichi di lavoro, nuove consapevolezze e un gruppo sempre più unito.

“Abbiamo lavorato tanto, anche in modo molto pesante. Già dalla scorsa settimana ad Arezzo i carichi erano importanti, e anche qui si fanno sentire. Ma stiamo lavorando bene: il gruppo è affiatato, solido, con una base forte dall’anno scorso a cui si sono aggiunti ragazzi importanti che daranno sicuramente una grossa mano.”

Il ritiro a Storo ha regalato anche qualche momento di sollievo… grazie al fiume.

“Anche se a volte diventa impraticabile per la corrente, a fine allenamento è gradevole. Dopo due sedute al giorno, immergere le gambe nell’acqua fredda ci aiuta a recuperare più in fretta. È diventata una routine: appena finiamo, ci mettiamo a mollo”.

Guccione cita una frase ricorrente di mister Bucchi durante gli allenamenti: “Non è come l’anno scorso”. Un messaggio chiaro, che segna un cambio di passo…

“Il mister ci ripete spesso questa frase, soprattutto quando lavora sulla parte tattica. L’anno scorso è subentrato a tre mesi dalla fine, ora invece abbiamo la possibilità di lavorare fin dall’inizio con una mentalità vincente. Vogliamo dominare le partite, e stiamo cercando di assimilare i concetti che ci chiede con grande attenzione”.

La stagione è iniziata con una consapevolezza diversa, anche grazie al cambio di ruolo voluto da Bucchi…

“L’anno scorso ho dovuto adattarmi in corsa, senza tempo per imparare davvero. Ora invece ho la possibilità di lavorare sul ruolo fin dalla preparazione, di curare ogni dettaglio. È un ruolo delicato, complesso, ma il mister mi ha aiutato tanto e ora posso affrontarlo con più serenità”.

Durante l’estate, Guccione si è concesso una pausa dal calcio per ricaricare le energie…

“Ho staccato completamente, ho cercato di stare il più possibile con la mia famiglia, sapendo che poi per un mese non li avrei visti. Ma la voglia di ricominciare era tanta, e la vedo anche negli occhi dei miei compagni. C’è entusiasmo, e forse anche la voglia di stupire…”.

Fuori dal campo, il gruppo si diverte anche con qualche sfida… alternativa.

“Sono molto competitivo, quindi mi piacciono tutti i giochi: calcio, burraco, e il famoso ‘gioco del tavolino’. A burraco Dezi e Tavernelli sono avversari tosti, mentre a tavolino il mio compagno è proprio Tavernelli. Cerchiamo di svagarci il più possibile, perché quando siamo in campo la concentrazione è massima e gli allenamenti sono davvero intensi”.

E chiude con una battuta:

“Abbiamo battezzato il tavolino con un nome: si chiama “Righetti-ball”. Anche se, a dirla tutta, vince poco… deve ancora allenarsi un po’!”.