Ds Pineto: "Sul mercato poche mosse mirate. Pronti a dire ‘no’ se necessario"

Marcello Di Giuseppe, direttore sportivo del Pineto, è intervenuto nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione: "Ringrazio il presidente (Brocco, ndr), e credo lo faccia anche il mister (Tisci, ndr). Io sono al terzo anno, il mister al secondo, e penso che si sia fatto tanto. Non è facile programmare una società nel calcio di oggi, e per questo devo ringraziare il presidente, che ci ha dato la possibilità anche di sbagliare qualcosa. D’altronde, se non fai nulla, non sbagli, ma nemmeno azzecchi. Il Pineto oggi è una società solida, grazie a una proprietà importante che ha fatto investimenti. È partita in sordina, come una piazza come Pineto doveva fare in una categoria così importante, ma ora si è consolidata. Abbiamo una struttura solida, soprattutto a livello tecnico, con tanti giocatori di proprietà sin dal primo anno di professionismo. Questo è ciò che vogliamo continuare a fare, credendoci sempre di più. Il termine ‘giovani’ per me non conta: non si tratta di età, ma di qualità. Non abbiamo una squadra nuova, il mercato è ancora aperto, ma stiamo facendo poche mosse mirate, come previsto. Il mercato sarà complicato, perché abbiamo lavorato bene in anticipo, ma dobbiamo essere pronti anche a cessioni. Non si tratta solo di forza economica: dobbiamo preservare chi investe, ma anche avere il coraggio di dire ‘no’ se riteniamo che un giocatore vada tenuto, rinunciando a un’offerta. Il mercato in entrata lo stiamo costruendo tenendo conto di queste dinamiche, per rinforzare l’immagine del Pineto, ma con un’identità a 360°".
A proposito di ‘no’, c’è stato un rifiuto a qualche squadra che ha cercato un giocatore del Pineto? E quali sono le squadre più attive in Lega Pro?
"Il mercato al momento è fermo, a parte poche squadre in Serie B. In Lega Pro, forse Catania, Salernitana e Arezzo si stanno muovendo di più, come era prevedibile. Per il resto, è calma piatta. Le chiacchiere non richiedono un ‘no’, si rispondono con altre chiacchiere, siamo ancora in una fase embrionale. Se dovessimo cedere qualcuno, spero accada presto. Da un lato, sarebbe un motivo d’orgoglio, ma dall’altro dobbiamo essere pronti a dire ‘no’ se necessario. Questa è un’azienda, c’è un budget da rispettare, e se la coperta è corta, va equilibrata. Stiamo dando forza ai nostri giocatori, ma senza nulla togliere a chi è partito, come Ingrosso, De Santis e Marafini, che hanno dato tanto. La forza del Pineto deve essere nei giovani, e dobbiamo continuare a fare scommesse ogni anno. I giovani di due anni fa non sono più tali: un 2005 oggi ha 20 anni, non è così giovane nel calcio italiano. Abbiamo ragazzi bravi, e quando arriveranno richieste, queste dovranno essere in linea con il valore che attribuiamo ai nostri giocatori".
Ha parlato di addii importanti, ma ci sono stati anche innesti. Ci sono novità su altri reparti oltre la difesa? E si parla di una possibile sinergia con il Pescara per le entrate?
"Sul Pescara, la situazione è diversa rispetto all’anno scorso, quando eravamo nella stessa categoria. Oggi è una questione strutturale: il Pescara deve assestarsi in Serie B, e ha giocatori validi. Potrebbe esserci una sinergia, ne abbiamo parlato spesso con il presidente e il mister, ma dobbiamo pensare da Pineto. Abbiamo una struttura già solida. Per gli innesti, in difesa abbiamo fatto qualcosa: possiamo ufficializzare Postiglione, che si aggiunge a Thiago Menna e Capomaggio. Faremo ancora qualche mossa dietro. A centrocampo ci stiamo guardando intorno, e davanti vedremo. Il mercato è condizionato dalle uscite: avere o non avere un giocatore come Bruzzaniti cambia il modo di costruire la squadra. Se dovessimo cederlo tra due giorni, avremmo un mese per reagire; se accadesse il 28 agosto, sarebbe più complicato. È un bene, perché significa che abbiamo lavorato bene, ma programmare mi piace di più che vivere alla giornata. Il mercato del Pineto quest’anno dipenderà molto dalle uscite".
Sulla base di quanto detto, magari è presto, ma l’obiettivo è alzare l’asticella. Il primo anno c’è stata la salvezza, l’anno scorso i playoff. Quest’anno cosa vi aspettate?
"Vogliamo vincere tutte le partite, io e il mister la pensiamo allo stesso modo, e il presidente ancora di più. Certo, 38 vittorie non le faremo, ma il primo step è raggiungere i 42 punti, assolutamente. I giocatori lo hanno capito: una volta arrivati a 42 punti, non ci fermeremo, perché per una piazza come Pineto, in questa categoria, è già un successo. L’anno scorso abbiamo chiuso a 57 punti, partendo un po’ a rilento, ma dalla decima giornata, con l’arrivo del mister, abbiamo tenuto una media altissima. Abbiamo l’ambizione di fare molto bene, ma dobbiamo considerare il campionato e gli avversari. Dobbiamo essere affamati, senza mai diventare presuntuosi, perché con una squadra giovane il rischio c’è. Vogliamo puntare a qualcosa di impensabile, perché no?".
Ha parlato di una scommessa ogni anno. Qual è la scommessa di quest’anno a livello di giocatori?
"Due anni fa abbiamo fatto scommesse vincenti con 10-11 giocatori. Quest’anno non possiamo avere 10 innesti, ma ci auguriamo che 3, 4, 5 vadano bene. Ho rivisto Iaccarino, che ha ancora un anno di contratto: da lui mi aspettavo di più, ma fa parte del percorso, si sbaglia sempre qualcosa. Per i nuovi, dire un nome è difficile. Abbiamo Gagliardi, Thiago Menna, Postiglione, e anche Capomaggio, che per noi è ‘vecchio’ perché è un 2000! Poi c’è Pellegrino. Abbiamo tanti giovani validi. In Serie B, i 2002-2003 sono fuori lista, il minutaggio lo fanno i 2004 e 2005. A Pineto abbiamo due ex Roma, Ienco e Pellegrino, che farebbero la loro figura in B, ma nessuno li ha chiesti. Pellegrino è con noi da due anni, Ienco dall’anno scorso, e sono stati quasi titolari. Abbiamo tanti giovani, e speriamo che i nuovi proseguano su questa strada".
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