Il fatto della settimana – Brescia riparte: nasce l’Union, si volta pagina

La settimana che va terminando ha segnato un momento storico per il calcio bresciano: la presentazione dell’Union Brescia srl, la nuova realtà che raccoglie l’eredità del glorioso Brescia Calcio, nato 114 anni fa. In un Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia gremito come non mai, giovedì 17 luglio è stato celebrato un nuovo inizio, un progetto ambizioso che punta a ricompattare una città ferita dalla recente crisi calcistica e a riportare il Brescia dove merita: in Serie B, con un orizzonte temporale di tre anni.
Al centro della scena c’è Giuseppe Pasini, imprenditore di successo e già patron della Feralpisalò, che ha accolto la sfida con una “sana dose di follia”. La sua visione è chiara: l’Union Brescia non sarà “il Brescia di Pasini”, ma “il Brescia dei bresciani”. Un progetto comunitario, che vuole riportare le famiglie allo stadio, coinvolgere i giovani e ricostruire quel senso di appartenenza che negli ultimi anni si era affievolito. Pasini, visibilmente emozionato, ha raccontato i 38 giorni intensi che hanno portato alla nascita dell’Union Brescia, a partire da un caffè nella cucina della sindaca Laura Castelletti, un incontro che ha sancito un’intesa immediata e una fiducia reciproca. “Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che si poteva costruire qualcosa di grande”, ha dichiarato la sindaca, sottolineando il ruolo del Comune, che ha supportato il progetto fin dal 6 giugno, quando il calcio bresciano sembrava destinato a un triste epilogo.
La presentazione ha messo in luce una cura nei dettagli ereditata dall’esperienza della Feralpisalò, con un’organizzazione impeccabile: un video emozionale, una conduzione partecipata curata da Matteo Oxilia (responsabile comunicazione e volto noto in casa Feralpisalò) e la presentazione di un logo e una maglia nuovi, studiati per evitare controversie legali con i marchi precedenti. Il nuovo stemma, con la Leonessa che guarda a destra, e la maglia blu con bordi biancazzurri, ispirata agli anni ’80 e con la scritta “Siamo bresciani e siamo figli tuoi”, segnano un distacco dal passato, ma con l’obiettivo dichiarato di riappropriarsi del marchio storico Corioni. Pasini ha precisato che si tratta di soluzioni provvisorie, frutto di un “cammino su un campo minato” per garantire solidità legale alla nuova società.
Sul piano sportivo, l’Union Brescia riparte da una base solida: una squadra che nell’ultimo campionato di Serie C ha totalizzato 72 punti, allenata da Aimo Diana, con Emanuele Filippini come vice, due figure che insieme vantano quasi 300 presenze con la maglia del Brescia. Edoardo Piovani, club manager e storico collaboratore del Brescia dai tempi di Corioni, rappresenta un ponte con il passato. L’obiettivo è chiaro: tornare in Serie B entro tre anni, senza proclami roboanti ma con la consapevolezza che, come ha detto Pasini, “per vincere in Serie C serve compattezza, lavoro e un po’ di fortuna”. Il ritiro a Piamborno, iniziato il 18 luglio, e il primo test amichevole di domenica segnano l’inizio del percorso sul campo.
Il progetto ha attirato l’attenzione di numerosi imprenditori locali, come Tommaso Ghirardi, Carlo Bonomi, Davide Cavagna, Patrizia Ondelli Zani e Luigi Borno, che hanno aderito con entusiasmo, spinti dalla credibilità di Pasini e dal desiderio di restituire alla città un simbolo di orgoglio. “Questa è la squadra dei bresciani”, ha ribadito Ghirardi, mentre Ondelli Zani, inizialmente titubante, si è detta conquistata dalla visione di Pasini. La governance societaria verrà definita a breve, con un aumento di capitale previsto entro settembre, che consoliderà la struttura dell’Union Brescia.
Non mancano, tuttavia, le sfide. La tifoseria appare divisa: i gruppi organizzati erano assenti alla presentazione, e una parte di essi contesta l’operazione che ha trasformato la Feralpisalò in Union Brescia. Pasini ha teso la mano, invitando tutti a “scoprire il progetto” e sottolineando il ruolo dei tifosi come “dodicesimo uomo in campo”. Sullo sfondo, restano le questioni legali legate allo stadio Rigamonti e al tentativo di un’altra realtà, il Calcio Brescia 1911 Asd, di rivendicare la continuità storica del Brescia. La sindaca Castelletti, pur non chiudendo del tutto la porta, ha ribadito che al momento l’Union Brescia è “l’unica proposta seria sul tavolo”.
L’Union Brescia nasce dunque come un progetto di unità, orgoglio e rinascita. La commozione di Pasini, gli applausi dei tifosi sotto il porticato della Loggia, l’entusiasmo di un grande ex come Alessandro Altobelli e il sostegno della città sono i segnali di un nuovo inizio. Ora la parola passa al campo, con la consapevolezza che, come ha detto Pasini, “Brescia insegna: prima delle parole vengono i fatti”. L’Union Brescia è pronta a scrivere un nuovo capitolo della storia calcistica bresciana, con l’ambizione di riportare la Leonessa a ruggire.
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