I migliori under del Girone B: Postiglione, Giunti e Stabile, uno sport per la terza serie
La Serie C sta facendo ciò che spesso le viene chiesto ma raramente riconosciuto fino in fondo: sta valorizzando i giovani, affidando loro responsabilità reali, fiducia quotidiana e soprattutto un ruolo da protagonisti. Nel girone B, fino a questo punto della stagione, sono diversi i prospetti che hanno alzato l’asticella. Per raccontarli, ne abbiamo scelto uno per reparto.
In difesa la rivelazione porta la maglia del Pineto ed è Nicolò Postiglione, classe 2005. Diciassette presenze, tutte da titolare, tre gol e un impatto immediato che ne ha fatto una colonna della formazione abruzzese, al punto da essere già blindato fino al 2030. La scorsa estate pochi credevano davvero in lui: il Pineto ha invece deciso di investirci, riportandolo in Abruzzo dopo l’esperienza con la Primavera del Monza. La risposta è arrivata sul campo. Postiglione non si limita a difendere: è solido, imposta, accompagna l’azione ed è una minaccia costante sui calci piazzati. Una delle scoperte più convincenti dell’intero girone.
A centrocampo il nome è quello di Giovanni Giunti, che a soli vent’anni ha preso per mano il Perugia. Le sue geometrie hanno contribuito a rendere più solida la classifica umbra nella seconda parte dell’anno solare. Capitano nonostante la giovane età, inamovibile nello scacchiere, Giunti ha messo insieme due gol e un assist, ma soprattutto una leadership tecnica che va oltre i numeri. Un profilo ormai pronto per il salto, non a caso seguito con attenzione dal Padova.
In avanti, infine, il percorso è quello di Davide Pio Stabile, che con la maglia biancorossa ha progressivamente conquistato spazio e fiducia. Cinque gol e due assist in diciotto presenze raccontano una crescita chiara, anche se ancora da completare sul piano della continuità. Stellone ne ha apprezzato fin da subito il potenziale, e col tempo sono arrivati i segnali più evidenti: maggiore presenza in area, attacchi dello spazio più frequenti, capacità di saltare l’uomo. Un’evoluzione significativa se si pensa che fino a un anno fa giocava in Serie D, dopo il percorso nel settore giovanile dell’Atalanta e le precedenti esperienze in C senza incidere. Oggi è una delle note più liete del girone, anche lui con il futuro che bussa alla porta.
Tre storie diverse, un filo comune: la Serie C come palestra vera, dove i giovani non sono una scommessa di contorno, ma una risorsa centrale.
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