Potenza, Caiata: “Arbitraggio non all’altezza. Vogliamo equità in campo”

20.05.2019 10:30 di  Dario Conti   vedi letture
Potenza, Caiata: “Arbitraggio non all’altezza. Vogliamo equità in campo”
TMW/TuttoC.com
© foto di Salvatore Colucci/TuttoPotenza.com

Al termine del pareggio rimediato in extremis contro il Catania, si è presentato in sala stampa il presidente del Potenza, Salvatore Caiata, molto amareggiato per l’andamento della partita. Ecco le sue parole:

“Sono sinceramente amareggiato, sono uscito dal campo con una gran voglia di gridare. Adesso sono un po’ nauseato, perché o garantiamo a tutti di giocare equamente le partite oppure non le giochiamo. Vedere 5000 persone gridare al 95’ ladri non è sport. Io capisco il timore reverenziale, capisco tutti, ma dopo i primi minuti Aya ha commesso fallo su Lescano e Marotta ha messo le mani in faccia tre volte a un nostro calciatore. Entrambi non sono stati ammoniti. Sono episodi che lasciano un segno. Io ho grande rispetto del Catania, per la sua squadra e per i suoi tifosi, però non è possibile giocare queste partite. O la Lega, la Figc e l’AIA ci garantiscono di giocare una partita regolare a Catania, e nessuno si deve scandalizzare se uso questa parola, altrimenti faremo come la Viterbese, andando con la Berretti. Io voglio andare a giocare partite di calcio, le condizioni di equità devono essere garantite a tutti. Voglio perdere sul campo, ma in maniera sportiva, stringendo la mano al mio avversario e non uscendo dal campo con l’amaro in bocca come questa sera (ieri, ndr), dove c’era un rigore grosso come una casa per noi al 91’.Tutto il pubblico si è alzato in piedi. L’arbitraggio non è stato all’altezza della situazione. Non è possibile che una squadra commetta falli dal 1’ all’ultimo minuto e non prenda un giallo, mentre noi con i nostri diffidati veniamo ammoniti per proteste. Ci deve essere un limite al decoro. O ci viene garantito il diritto di giocarcela alla pari a Catania, se no non la andiamo a giocare. Lo dico con molta serenità, non è vittimismo. A Catania possiamo vincere, perché la mia è una grande squadra. I miei ragazzi sono motivati, ma anche arrabbiati per come siamo stati trattati in campo. Ripeto, il mio non è uno sfogo contro il Catania per il quale ho un grandissimo rispetto”.