A Trieste e Terni le nuove proprietà fanno sperare in un altro futuro. Ma i problemi sono lungi dall'essere risolti

Non si può dire che a seguire la Serie C ci si annoi. Delle tre grandi malate della terza serie – Triestina, Rimini e Ternana (in ordine geografico dalla più settentrionale alla più meridionale) – due hanno cambiato negli ultimi giorni proprietà allontanando così, almeno per il momento, le nubi che si erano addensate sulle loro teste facendo tirare un sospiro di sollievo a tutto il campionato che già temeva di dover vivere un altro campionato azzoppato dalle esclusioni precoci di alcuni club non in regola con i pagamenti e le scadenze. Si tratta di Triestina e Ternana dove comunque è ancora presto per tirare sospiri di sollievo definitivi.
Specialmente nella città giuliana dove l’arrivo di House of Doge, azienda che opera nel mercato delle criptovalute e che ha conquistato anche un certo Elon Musk, ha immesso tanto denaro nella casse societarie, si parla di circa 11 milioni di euro, per coprire debiti, garantire l’iscrizione e il mercato e pagare del scadenze più imminenti. Nonostante ciò nella giornata appena passata è arrivata come un macigno una nuova penalizzazione da parte del Tribunale Federale Nazionale che ha fatto scivolare la squadra nello sprofondo con un -15 da recuperare al più presto per poi cercare un vero e proprio miracolo sportivo che sarebbe rappresentato dalla salvezza. Non il miglior inizio per la nuova proprietà che quantomeno ha avuto il merito di evitare il fallimento e l’addio anticipato alle competizioni, ma che ora avrà il suo bel da fare non solo per finire di sistemare i dissestati conti societari, ma anche per cercare di rinforzare la rosa – ora con gli svincolati e poi a gennaio – per provare a scrivere una memorabile pagina di storia.
A Terni invece è finita l’era dei fratelli D’Alessandro iniziata appena un anno fa. Già dalla fine dello scorso campionato, e ancor più dopo il mancato salto in Serie B con la sconfitta nella finale play off, la società aveva manifestato l’intenzione di passare la mano, ma solo nei giorni scorsi è arrivata la fumata bianca con l’acquisto da parte della famiglia Rizzo, al comando del Gruppo Villa Claudia che opera nel settore della sanità privata e dunque è fortemente interessata a quel progetto stadio-clinica che tiene banco da tempo, che fa guardare al futuro con maggior ottimismo. Un’operazione che ha la regia del sindaco, ed ex presidente, Stefano Bandecchi e che vede come uomo di fiducia della nuova proprietà quel Massimo Ferrero che a Genova, sponda blucerchiata, non ha lasciato ricordi esaltanti. I pericoli maggiori sono al momento scongiurati, e c’è da sperare che lo siano anche in futuro, ma ora si attende la presentazione della nuova proprietà per capire quali saranno i programmi e le strategie.
A Rimini invece la situazione resta sempre nebulosa anche se la decisione di un dirigente esperto come Stefano Giammarioli di sciogliere le riserve e presentarsi come nuovo dirigente biancorosso sembrano essere un segnale incoraggiante che l’emergenza sta rientrando. Ma a differenza dei due club sopraccitati qui è ancora presto per tirare un sospiro di sollievo.
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