10 squadre in sei gironi? La cura peggiore del male. Tensioni a Vicenza, chi paga per tutti?

05.11.2022 00:00 di  Luca Esposito  Twitter:    vedi letture
10 squadre in sei gironi? La cura peggiore del male. Tensioni a Vicenza, chi paga per tutti?
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Editoriale di oggi che si apre inevitabilmente con le voci che parlano con insistenza sempre maggiore di una totale rivoluzione in Lega Pro. Siamo tutti d'accordo che occorrano cambiamenti radicali per consentire alle società di andare avanti, ai giovani di emergere e al pallone di continuare a rotolare ma - fossero confermate le indiscrezioni - ci sarebbe davvero da mettersi le mani nei capelli. Sessanta squadre divise per dieci gironi: e' questa la tanto agognata riforma? I vertici del calcio vogliono davvero trasformare un torneo avvincente, ricco di colpi di scena e con tante piazze storiche che si affrontano tra di loro in una sorta di campionato regionale, con annessi rischi per l'ordine pubblico, porte chiuse e derby affascinanti soltanto sulla carta? Mai idea poteva essere peggiore, se mesi e mesi di riflessione e confronto tra le parti hanno partorito questa proposta allora abbiamo motivi validi per preoccuparci. Una soluzione del genere inciderebbe negativamente sotto tutti i punti di vista: spettacolo, tifosi sugli spalti, mercato, competitività, imprevedibilità. L'auspicio è che si possa fare un passo indietro e viaggiare in una direzione diversa, ricordando che una riforma sbagliata alimenterebbe caos e potrebbe innescare un meccanismo pericoloso, dal quale sarebbe difficile uscire senza conseguenze. Un po' come quando si vietava ad un imprenditore facoltoso di investire perchè parente di quarto grado di un altro presidente iscrivendo, contestualmente, squadre indebitate fino al collo ed estromesse dal professionismo in corso d'opera con tanto di classifiche scritte a tavolino o in tribunale. La gente è stanca e chiede normalità e buonsenso, facciamo affidamento all'esperienza di Ghirelli affinché si possa quanto prima fare chiarezza e allontanare le tante nubi all'orizzonte. Quanto all'aspetto tecnico, partiamo dal Vicenza. Il ko interno con la Pro Vercelli ha fatto arrabbiare i tifosi che, compatti, hanno chiesto l'esonero del direttore sportivo Balzaretti e del tecnico Baldini.

Entrambi hanno avuto una seconda chance dopo la retrocessione dell'anno scorso, l'alibi del subentro in corso d'opera reggeva. Oggi, invece, vediamo una squadra senza idee, che prende gol alle prime difficoltà e che sta facendo male pur con un ottimo organico per la C. Conferma del fatto che il blasone non basta (avete visto il Renate?) e che smaltire le scorie di un salto all'indietro è dura anche per chi è abituato a palcoscenici diversi. Prova ad approfittarne il Pordenone che, trovasse continuità, sarebbe la vera candidata alla promozione diretta. Nel girone B equilibrio totale e tante squadre che puntano al massimo: Gubbio e Reggiana battagliano, il Cesena è in crescita, l'Entella alterna vittorie roboanti e passi falsi inattesi. Nel raggruppamento C prova a rialzarsi l'Avellino che, con carattere, rimonta due gol al Catanzaro e prende un punto anche grazie al rigore parato da Pane al 94'. E' vero che andare sotto di due reti in casa già al 10' non depone a favore degli irpini, ma stavolta la reazione c'è stata e Rastelli ha esultato come avesse vinto, consapevole possa essere il punto della svolta. Il menu di questo fine settimana, comunque, propone la sfida tra Catanzaro e Crotone, in uno stadio stracolmo e con la consapevolezza che vincere può significare prima mini fuga pur con un Pescara lì a tallonare.