67 PUNTI DI PENALIZZAZIONE E NON È ANCORA FINITA. OGGI UN CONSIGLIO FEDERALE CHIAVE, NON TANTO PER IL PRESENTE (ORMAI COMPROMESSO) QUANTO PER IL FUTURO

30.01.2019 00:00 di  Tommaso Maschio   vedi letture
67 PUNTI DI PENALIZZAZIONE E NON È ANCORA FINITA. OGGI UN CONSIGLIO FEDERALE CHIAVE, NON TANTO PER IL PRESENTE (ORMAI COMPROMESSO) QUANTO PER IL FUTURO
TMW/TuttoC.com

Sessantasette (67) punti di penalizzazione. Tanti sono quelli collezionati in questa stagione da ben 13 club di Serie C quando siamo appena a fine gennaio, con la sensazione che alla fine saranno molti di più vista la situazione in cui versano numerose squadre della terza serie. Di questi quasi la metà sono stati conquistati dal Matera, seguito a lunga distanza dalla coppia Lucchese-Pro Piacenza e poi dal Cuneo. Sono tra l’altro queste le quattro squadre pericolanti che rischiano di non arrivare a fine anno anche se le norme federali allo stato attuale non permettono la loro esclusione d’imperio come spiegato ieri dal presidente FIGC Gabriele Gravina ai microfoni di questo sito. Una situazione purtroppo attesa visto il caos estivo legato alle fideiussioni targate Finworld prima accettate e poi considerate irregolari dalla Federcalcio che hanno acuito le difficoltà di alcune società che già non navigavano in buone acque e dove il cambio di proprietà non sembra aver sortito effetti positivi. Una situazione allucinante, come denunciato più volte, ma che ogni giorno che passa assume sempre più i contorni di una farsa fra gare rinviate a chissà quando (quelle del Pro Piacenza), squadre che non si presentano in trasferta o schierano una banda di ragazzini mandati allo sbaraglio (il Matera) e un quadro generale che mortifica tutta la categoria e il calcio italiano, anche se ai piani alti (la Serie A) interessa poco o nulla di quanto accade in basso accecati dagli specchietti per le allodole come Cristiano Ronaldo (ma non doveva portare benefici a tutto il nostro calcio e non solamente alla Juventus?).

Nella giornata di oggi gli occhi saranno puntati tutti sul Consiglio Federale da cui ci si attende una presa di posizione forte nei confronti del caos in cui la Serie C è precipitata dalla scorsa estate e da cui non riesce a sollevarsi. Non tanto per il presente – dove la FIGC ha le mani legate a meno di non smentire le decisioni prese in estate durante il periodo del Commissario Straordinario – quanto per il futuro. Sono necessarie, e non più prorogabili, regole precise, severe e non aggirabili per quanto riguarda l’iscrizione ai campionati, servono garanzie finanziarie vere (non fittizie o aleatorie come allo stato attuale) e un maggior controllo sui passaggi di proprietà che troppo spesso vedono come protagonisti personaggi di dubbia moralità, i cui conti si vanno a perdere in vari paradisi fiscali (basta vedere un gradino più in su a quanto succede a Palermo) e di cui non si conosce la reale solidità o le reali intenzioni. Sarà un Consiglio Federale chiave per capire dove vuole andare il calcio italiano, specialmente quello considerato minore, e da dove vuole ripartire dopo un anno che più nero non si può con ancora tante incognite che necessitano risposte.