Arbitri, serve una svolta: benvenuto Ciampi. Catania, i panni sporchi si lavino in famiglia. Bucchi, che succede?

25.09.2021 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Arbitri, serve una svolta: benvenuto Ciampi. Catania, i panni sporchi si lavino in famiglia. Bucchi, che succede?
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Editoriale di oggi che si apre inevitabilmente con un grande in bocca al lupo a Maurizio Ciampi, nuovo designatore delle serie C e professionista di spessore pronto a mettere a disposizione di tutti gli arbitri la sua grande esperienza e quell'equilibrio che servirà per gestire proteste, pressioni e periodi negativi. Senza dubbio Ciampi eredita una situazione complessa, la speranza è che si possa avviare un percorso altamente formativo che consenta ai fischietti della Lega Pro di raggiunere le categorie superiori e di ben figurare contrariamente, purtroppo, a quanto accaduto negli ultimi tempi. La classe arbitrale, ancor di più dopo gli orrori dei mesi scorsi, ha bisogno come il pane di volti nuovi, di gente preparata come Maurizio Ciampi che abbia calcato palcoscenici nazionali e che possa correggere gli errori e capire le varie esigenze. Sfida accettata con umiltà, entusiasmo e conapevolezza: a fine stagione tireremo le somme e potremo dare un primo giudizio sostanziale.

Il secondo argomento del giorno riguarda il mondo dl tifo, da un anno e mezzo fortemente penalizzato da questa maledetta pandemia e da alcune scelte discutibili assunte dal Governo. Il presidente Francesco Ghirelli, al solito concreto e lungimirante, già tempo fa ha lanciato un appello pienamente condiviso da Gabriele Gravina e da tutta la Federcalcio: "I tifosi sono l'elemento imprescindibile dello spettacolo calcistico: il dodicesimo uomo fa la differenza sia sul piano emotivo, sia su quello economico. Le società stanno facendo grandi sacrifici senza incassare un euro, è tempo che ci si accorga delle difficoltà e ci si venga incontro a vicenda". Entro una quindicina di giorni si valuterà la possibilità di riaprire gli impianti sportivi quantomeno al 75%, ma continuiamo a chiederci a cosa serva il Green Pass e il vaccino praticamente obbligatorio se, comunque, si vieta ancora di sventolare una bandiera o esporre uno striscione. Nel rispetto delle normative vigenti e delle esigenze sanitarie sarebbe auspicabile un confronto maggiore e un pizzico di buonsenso.

Tornando al calcio giocato, il mercato è chiuso d tempo. Alcuni club stanno pensando di attingere dal lungo elenco di svincolati, ma l'incognita infortuni è sempre dietro l'angolo: davvero un calciatore che non ha svolto la preparazione e che non gioca una gara ufficiale da tre mesi può incidere sui risultati? A volte la cura è peggiore del male, siamo straconvinti che gli organici vincenti sono quelli largamente completi già a fine luglio e che vanno soltanto ritoccati nelle ultime settimane di agosto. Il campo, comunque ,sta emettendo verdetti appena parziali. La Juve Stabia di Novellino, partita in sordina ma spinta da un ambiente che ha voglia di riscatto, non ingrana le marce alte e resta tra color che son sospesi. La delusione è la Triestina, sconfitta ancora una volta pur al termine di una gara giocata discretamente. E' evidente che mister Bucchi, rimessosi in discussione dopo esperienze altalenanti tra A e B, abbia iniziato malissimo ma sono tante le panchine che scricchiolano e le situazioni da monitorare. Così come è da monitorare la situazione del Catania che, come noto, ha vissuto un'estate al cardiopalma temendo addirittura per l'iscrizione al campionato. A gettare benzina sul fuoco l'Intervento - comunque dai toni sereni e senza alcun intento polemico - dell'agente Bergossi, procuratore del calciatore Giovanni Pinto. "Se in futuro gli stipendi non saranno pagati, potremmo guardarci intorno in vista della sessione invernale del mercato.

Nei mesi scorsi aveva tante offerte, ma è legato al Catania e ha deciso di restare. Vedremo cosa accadrà in futuro", e via al dibattito sul web tra chi ritiene che i panni sporchi si lavino in famiglia e chi teme che, alle pendici dell'Etna, stiano soltanto prolungando l'agonia. Di certo che le prospettive non sono rosee e che il vero obiettivo di quest'anno sia il mantenimento della categoria. Il blasone e la piazza non bastano per portare a casa punti, alla società il compito di fare chiarezza e di uscire allo scoperto. Chiudiamo con l'Imolese, ambiziosa fomazione che sta provando a consolidarsi nel mondo professionistico e che, dopo aver lavorato con oculatezza e sana gestione del bilancio, è ora costretta a prendere un altro portiere. Nel giro di una settimana, infatti, si sono infortunati sia Rossi, sia Santopadre e la dirigenza dovrà allargare i cordoni della borsa per mettere a disposizione in tempo record un numero uno affidabile, pronto a scendere in campo subito ma comunque consapevole dell'esistenza di predefinite gerarchie. Si cercherà il colpo anche in mediana. La dirigenza ha messo gli occhi sul centrocampista Palma, classe 1994 assistito dal bravo Matteo Coscia e da un professionista esperto come Iovino. Bisognerà trovare l'intesa economica, può essere il sostituto ideale di Torrasi che sarà fuori a lungo sempre a causa di un infortunio.