CERIGNOLA, BATTAGLIE SULLA PELLE SBAGLIATA. PIACENZA, QUEL MOSTRO DELLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA

I pugliesi continuano a combattere contro i mulini a vento e rischiano di perdere la C per un cavillo o quasi. Piacenza deferito, ma è ora di cambiare norme
09.08.2019 01:15 di  Ivan Cardia   vedi letture
CERIGNOLA, BATTAGLIE SULLA PELLE SBAGLIATA. PIACENZA, QUEL MOSTRO DELLA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA

Basta un cavillo per chiudere il caso Cerignola. Non proprio un cavillo, a dirla tutta, ma neanche un fattore sportivo. O una decisione che possa suonare vagamente definitiva. Il TAR accoglie i ricorsi cautelari di FIGC e Lega Pro, rimanda la questione all’udienza di merito, di fatto estromette l’Audace dal campionato di Serie C. Perché a quel punto sarà troppo tardi per riscrivere un campionato giù iniziato. Nonostante le tre vittorie ottenute in sede di giustizia sportiva. Potrebbero esservi state delle novità, mentre passerete da queste parti. Magari ulteriori ricorsi, presentati o annunciati. Sta di fatto che la questione Cerignola rischia di finire con un artificio giudiziario, che alla fine il club pugliese possa avere ragione ma si debba accontentare di chiedere un risarcimento che chissà se potrà mai ottenere. Un po’ caso Entella, un po’ caso Vibonese: da che parte penderà la bilancia? Il punto è che la battaglia di Gravina e Ghirelli può anche essere giusta ma si svolge inevitabilmente sulla pelle dei tifosi. Il terreno sbagliato.

Il primo punto da mettere in chiaro è stata la perentorietà dei termini per l’iscrizione al campionato. Avevamo scritto, una volta varate le riforme, che lo stress test sarebbe stato quello giudiziario. Per ora, è una novità che non ha retto alla prova del nove: il TAR ha dato ragione sul fronte cautelare, nel merito fin qui è Cerignola 3, FIGC-Lega Pro 0, senza troppi dubbi. Ora il tema sono diventate le norme in materia di manti sintetici. Buona nuova sarebbe che si arrivasse, di conseguenza, a un più generale intervento deciso in tema di impianti: che il problema siano questi ultimi lo scriviamo da mesi. La prima impressione, però, è che siano un paravento perché la frittata era stata fatta: regole alla mano, il Bisceglie sarebbe dovuto essere riammesso al posto della Paganese. Il Cerignola, invece, ripescato senza togliere posto a nessuno. Quanto sarebbe stato complicato spiegare ai tifosi di Pagani (non ce ne vogliano, nulla contro di loro o contro altri), che l’ammissione era stata annunciata come definitiva in maniera frettolosa?

La seconda impressione, per entrambi i temi che spingono FIGC e Lega Pro a tenere ostinatamente il Cerignola fuori dalla Serie C, è che si tratti di battaglie che sulla carta potrebbero essere giuste. Soprattutto quella relativa alla perentorietà dei termini e dei tempi. Sull’importanza di una regolamentazione trasparente per i campi sintetici, onestamente, meglio sorvolare. Ma, dicevamo prima, per giuste che possano essere finiscono per essere battaglie sbagliate perché combattute sul terreno sbagliato. La pelle dei tifosi, comunque vada a finire uniche vittime di un sistema che può per riconquistare la tanto agognata credibilità ha ancora tanta strada da poter fare.

L’altro caso che agita le acque della Serie C possiamo, con approssimazione, definirlo caso Piacenza, deferito per un messaggio Whatsapp di un suo tesserato. Non entriamo nei dettagli della vicenda, sarà compito degli organi preposti. Il guaio è che, ove dimostrata la violazione delle regole da parte del giocatore (e non sappiamo se sarà così o meno), il Piacenza rischia qualcosa per un comportamento che non aveva alcun modo di controllare. Come il Parma l’anno scorso per Calaiò, per citare l’ultimo illustre esempio. Merito di un mostro giuridico, che nelle aule degli atenei italiani viene considerato una bestialità e infatti esiste soltanto in ambito sportivo: la responsabilità oggettiva. A prescindere dall’esito del caso Piacenza, tra le tante riforme in programma potrebbe rientrare quella che svecchi in maniera ancora più incisiva rispetto a quanto già fatto l’ordinamento sportivo da un istituto anacronistico e ingiusto. Intendiamoci: eliminarla tout court non è semplice, probabilmente neanche possibile perché a quel punto si schermerebbe fin troppo la posizione delle società. È un tema delicato e complicato, ma fra tutte le novità, anche su questo tema c'è da lavorare.