Chapeau Feralpisalò, una non favola che arriva da lontano. Adesso la Reggiana? Juve, seconde squadre e cattedrali nel deserto

10.04.2023 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Chapeau Feralpisalò, una non favola che arriva da lontano. Adesso la Reggiana? Juve, seconde squadre e cattedrali nel deserto
TMW/TuttoC.com

Da dove partire, se non dai complimenti. Dopo il Catanzaro, il campionato di Serie C festeggia la seconda promozione diretta in B. Dispiace soltanto dover salutare - con l'augurio di non rivedersi a lungo su queste pagine - una società come la Feralpisalò. Ma per favore, non chiamatela favola. Lo è, ovviamente, nelle sue dimensioni storiche e anche geografiche. Non per il modo in cui questo percorso è stato costruito negli anni. Da Pasini in giù, un club modello, decantato a tutti i livelli e che non a caso è piaciuto a tutte le governance transitate in Lega Pro. Una società di grandissimi professionisti (visto che ci occupiamo di comunicazione, lasciateci menzionare Matteo Oxilia in nome di tutta la "squadra invisibile" che sta dietro ai successi in campo), che negli anni, senza proclami e lavorando con serietà, ha posto le basi di questo trionfo. Quando ha individuato il tecnico giusto, e ci ha creduto anche l'anno dopo, è arrivata la ciliegina sulla torta. Per di più, ha anche il direttore sportivo più giovane d'Italia. Applausi a scena aperta e Buona fortuna.

Ne manca soltanto una, delle tre regine che voleranno in cadetteria senza passare dalla lotteria dei playoff. Per come si è messa, la Reggiana merita i favori del pronostico rispetto all'Entella (e visto il mercato faraonico sarebbe stato strano il contrario) anche se gli emiliani dovranno stare attenti a evitare le trappole nelle ultime due giornate. È un duello bellissimo, tra due società serie, e per fortuna in Serie C il primo degli sconfitti ha subito l'occasione di rimettersi in gioco proprio grazie agli spareggi.

Chiudiamo ripetendoci, per l'ennesima volta. Chi scrive, lo sapete, ha un'idea chiara sulle seconde squadre, da sempre. Il tempo si sta dimostrando galantuomo con il progetto, se guardiamo a quello che la Juventus sta ottenendo in questo campionato. Al netto, come si conviene in questi casi, di quelle che saranno le decisioni finali su alcune plusvalenze "sospette", a livello tecnico il club bianconero sta lanciando tanti giovani e ne sta traendo beneficio. La lista si allunga di settimana in settimana, da Fagioli e Miretti a Iling, Soulé, Barrenechea e aspettiamo il prossimo che immaginiamo sarà Compagnon. Il rovescio della medaglia è che siamo ad aprile e la Juve resta una cattedrale del deserto del calcio italiano. Le regole sono sempre le stesse - 1,2 milioni di contributo a fondo perso e pochissime certezze sui tempi - e questo impedirà, salvo sorprese, ad altre società interessate di costruire una squadra B. Può darsi che i grandi club siano miopi, per carità: la Juve, inchieste a parte, ha guadagnato molto più di quanto abbia speso negli anni. Però se si crede che le seconde squadre siano il futuro, bisogna pur cambiare qualcosa: altrimenti è un controsenso che ve ne sia soltanto una.