Dalla Serie A alla Serie C sono già cinque (o forse sei) i cambi di panchina. Figli di scelte sbagliate, mancanza di fiducia e progettualità

15.09.2021 00:05 di Tommaso Maschio   vedi letture
Dalla Serie A alla Serie C sono già cinque (o forse sei) i cambi di panchina. Figli di scelte sbagliate, mancanza di fiducia e progettualità
TMW/TuttoC.com

La programmazione non è di casa in Italia. E questa volta il discorso non riguarda solo la nostra Serie C. A neanche un mese dall’avvio della stagione infatti sono già cinque le panchine saltate nelle tre principali serie calcistiche italiane, con una sesta che potrebbe aggiungersi al conto (o magari si sarà già aggiunta nel mentre che leggete questo editoriale). E questa volta c’è una sorta di equa distribuzione dei cambi di guida tecnica con, anzi, la Serie C a fare la figura della virtuosa visto il numero nettamente più alto di squadre partecipanti rispetto a Serie A e Serie B.

Nella massima categoria proprio nella giornata di ieri, e dopo appena tre gare, sono saltati i primi due allenatori: Eusebio Di Francesco è stato sostituito sulla panchina dell’Hellas dal croato Igor Tudor, continuando così nel suo periodo no, mentre a Cagliari Walter Mazzarri si appresta a prendere il posto di Leonardo Semplici che solo pochi mesi fa subentrava proprio a Di Francesco portando la squadra alla salvezza. In Serie B invece è saltato quasi subito, dopo appena due gare, Massimo Paci a Pordenone, sostituito dal più esperto Massimo Rastelli, che era pur reduce da un’ottima stagione in terza serie alla guida del Teramo; mentre resta in bilico la posizione di Domenico Di Carlo a Vicenza dove però i tanti no dei possibili sostituti potrebbero portare a una marcia indietro della società anche se non si a per quanto.

Nella nostra amata Serie C invece hanno già cambiato Paganese e Rentate. Nel primo caso si è trattato di un vero e proprio esonero con Raffaele Di Napoli allontanato a inizio mese per far posto a Gianluca Grassadonia, mentre in Lombardia è stato Francesco Parravicini a dimettersi dopo appena due gare in cui sono emerse una serie di problematiche – legate anche allo staff e alla scelta dei giocatori – che hanno fatto capire al tecnico di non poter continuare sulla panchina nerazzurra dove è tornato quel Roberto Cevoli che bene fece nella sua prima avventura alla guida delle Pantere. In tutti questi casi è evidente come vi sia stato un problema di scelte, di prospettive e di mancanza di programmazione.

Cambiare dopo così poche gare vuol dire, in molti casi, che si è sbagliato a concedere fiducia a un allenatore, in caso di conferma, o che si è scelto un profilo, in caso di nuovo tecnico, senza la giusta convinzione di affidargli una squadra che potesse essere nelle sue corte né la forza di difenderlo alle prime difficoltà. Cinque cambi, forse sei, che non saranno certo gli ultimi visto che siamo solo all’alba della nuova stagione, ma che fanno storcere il naso soprattutto in un periodo dove di soldi ce ne sono pochi e tutti si lamentano di dover far fronte a una situazione economica disastrosa. Forse con maggiore lungimiranza e fiducia, qualche euro si sarebbe potuto risparmiare.