DECISIONI STRAORDINARIE PER TEMPI STRAORDINARI. LA B CHIEDE IL BLOCCO DEI RIPESCAGGI: LA RIFORMA CHE NON MERITIAMO, MA DI CUI ABBIAMO BISOGNO

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
11.07.2018 00:00 di Ivan Cardia   vedi letture
DECISIONI STRAORDINARIE PER TEMPI STRAORDINARI. LA B CHIEDE IL BLOCCO DEI RIPESCAGGI: LA RIFORMA CHE NON MERITIAMO, MA DI CUI ABBIAMO BISOGNO
TMW/TuttoC.com

La Juventus ha preso Cristiano Ronaldo, evviva la Juventus, evviva Cristiano Ronaldo. Qui si parla di Serie C, ma anche di calcio, e tralasciare l’affare del secolo sarebbe vivere fuori dal mondo. Anche perché la Juventus che prende il calciatore più forte e famoso al mondo manda un messaggio a tutte le altre. Dieci anni fa, di questi tempi, i bianconeri prendevano Knezevic, Amauri e Poulsen: di strada ne hanno fatta. La Vecchia Signora si è rialzata, ha progettato il suo futuro, l’ha ricostruito. È un monito al dormiente mondo del calcio italiano: svegliatevi, che noi stiamo scappando. Anche da situazioni disastrose, si possono fare cose straordinarie.

 

Cose straordinarie, per tempi straordinari, dovrebbe farle la FIGC. Oggi il CONI ha deciso di prorogare il commissariamento: Fabbricini, Clarizia e Costacurta restano in sella fino a dicembre. Componenti permettendo, perché in realtà chi della FIGC fa parte, dalla Serie B alla Serie D, si era detto compatto e deciso, aveva chiesto che si tornasse a votare, come dovrebbe essere normalità. Un atto duro, quello della proroga del commissariamento, che va contro una richiesta molto chiara (e più che legittima) di chi fa parte della federcalcio. Un atto duro che si potrebbe anche comprendere, se si guarda alla sconfitta di fine gennaio, quando il nostro pallone ha rimediato una magra figura. Il problema è che di decisioni straordinarie fin qui ne sono arrivate davvero troppo poche. Su queste pagine siamo stati anche molto duri, forse troppo visti i tempi, ma per ora abbiamo: Roberto Mancini, e va bene ma non serviva un commissario. La regolamentazione dei diritti di ricompra, che in qualche modo certifica il ritorno delle comproprietà, e comunque anche per questo non serviva un commissario. Le seconde squadre, per cui un commissario forse serviva, ma che sono state introdotte contro tutti e contro tutto. La farà la Juve, la dovrebbe fare il Milan. Breve parentesi sui rossoneri: non si sa di chi sia e sarà la società, è vero che chi c’è vuole fare la seconda squadra, ma non è detto che ci sarà anche domani.

 

Decisioni straordinarie le chiede la Lega B: bloccare i ripescaggi. È la richiesta di una lega che ha pochi soldi e vuole cercare di non dividerli ancora di più, come la decisione sul caso Foggia e relativa mutualità già aveva certificato. È una richiesta che fa storcere il naso a chi è sceso in Serie C. E qui il discorso si complica, prendere parte diventa difficile: con Cesena e Bari in situazioni disperate o quasi, Ternana e Robur Siena avevano/hanno già l’acquolina in bocca. Le valutazioni sono tante: il loro desiderio di ripescaggio è più che legittimo, sono le regole e non si può pensare di stravolgere l’11 luglio, a stagione (in teoria) già iniziata. D’altra parte, ne ha scritto Luca Bargellini due giorni fa, ne avevo scritto io un paio di settimane fa, potrebbe essere l’occasione di riformare il campionato. Serie B a 20 squadre, Serie C che potrebbe ridursi chiudendo allo stesso modo i ripescaggi. Stonerebbe la Serie A con 20 squadre, come se lì problemi non ve ne fossero. Sarebbero due decisioni partite dal basso, da chi voleva votare e non potrà farlo. Metterebbe di traverso qualcuno, più di uno: parafrasando il cavaliere oscuro, non sarebbe la decisione che meritiamo, ma quella di cui abbiamo bisogno. Soddisferebbe, per una volta, il ruolo di un commissariamento: fare qualcosa che non tutti vogliono, ma che serve. È la soluzione a ogni problema? No, ma è una decisione per tempi straordinari. Quello di cui avremmo bisogno.

 

Poscritto sulle varie società e rispettive tifoserie in attesa di conoscere il proprio destino. Il 12 luglio, giovedì, scade il termine per il responso Covisoc. Saranno dolori, per diverse società, anche perché per ora chi aveva problemi non li ha risolti. In Serie C sono sei-sette squadre, i nomi li conoscete, non facciamo la triste rassegna. Ho molto apprezzato le parole di Gabriele Gravina sulla situazione della Lucchese, specie quando ha certificato quanto abbia le mani legate nel fare determinate valutazioni. Aveva proposto il codice di onorabilità, e sarebbe stata una bella novità per tutto il sistema. A oggi, le leghe sono costrette a una valutazione molto burocratica: basta soddisfare certi requisiti formali, poi se nella sostanza ci sono problemi più grossi magari lo scopriremo a marzo, ma intanto ti devo far iscrivere e non posso farci più di tanto. Ho apprezzato anche il passaggio relativo a chi arriva, fa annunci e raccoglie pacche sulle spalle, poi sparisce. In una situazione critica, è importante fare distinzioni: c’è chi per tenere viva una squadra in Serie C ha fatto sacrifici oltre le proprie possibilità e ora non ce la fa più. Ha sbagliato? Sì, ma non va crocifisso. C’è chi ha speso più di quanto avrebbe voluto e ora tira indietro la gamba. Ha sbagliato? Sì, ma intanto ha speso. C’è chi arriva, si fa bello, poi scompare, magari dopo aver tentato la grande truffa. Non è l’unico problema, ma è uno dei grandi problemi del calcio. Servirebbero strumenti per poter intervenire in queste situazioni. Servirebbero decisioni straordinarie. Ah, se solo vivessimo in tempi straordinari.