Il calcio a colazione può salvare tante società, ma stavolta il Governo dia aiuti concreti. Alessandria, un flop già scritto

24.09.2022 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Il calcio a colazione può salvare tante società, ma stavolta il Governo dia aiuti concreti. Alessandria, un flop già scritto
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Editoriale di oggi che non può non aprirsi con il caro bollette e con i tanti interrogativi che si sta ponendo il mondo del calcio, messo a dura prova prima dalla pandemia, poi dalla chiusura degli stadi e poi da una crisi economica senza precedenti che purtroppo sta già mettendo ko centinaia e centinaia di aziende e attività commerciali italiane. Personalmente condivido l'idea geniale da parte del presidente Francesco Ghirelli, ovvero quella di giocare le partite di mattina in orari anche insoliti ma che consentirebbero di non gravare ulteriormente sulle casse dei club. Il calcio non è un mondo a parte e bisogna adeguarsi ad una realtà triste, complessa, che vede tanti presidenti ormai costretti a ridimensionare ambizioni ed obiettivi pur di tenere la nave a galla ed evitare brutte sorprese al momento dell'iscrizione. Al contrario non sono d'accordo con qualche voce fuori dal coro che pare voglia esprimere parere contrario temendo possano esserci meno spettatori ad assistere dal vivo alle partite. Potrebbe accadere esattamente l'opposto: l'assenza di concorrenza dalla A e dalla B potrebbero garantire spalti gremiti e incassi importanti. I proverbiali due piccioni con una fava. Siamo certi che alla fine prevarrà la linea Ghirelli e che tutti si sapranno adattare a quella che sarebbe una novità epocale. Del resto è successo spesso, in passato, che il numero uno della Lega Pro si sia scontrato con l'ostracismo di qualcuno per poi vedersi riconoscere le ragioni. Tutto questo discorso non può ovviamente prescindere dall'intervento celere della classe politica italiana. L'auspicio è che il Governo possa scendere in campo concretamente con aiuti economici o piani di risparmio che permettano al pallone di continuare a rotolare. Già all'epoca del covid tante promesse e zero fatti, solo la compattezza dei vertici del calcio consentì di non annullare o bloccare i campionati. E' tempo che lo sport, una delle industrie principali del nostro Paese che dà lavoro a decine di migliaia di persone, abbia il rispetto che merita da parte delle istituzioni. Quelle che salgono sul piedistallo quando si vince una competizione internazionale e che poi tornano dietro le quinte quando c'è bisogno. E non va bene. Anche perchè società apparentemente tranquille e silenziose potrebbero dar vita a forme di protesta rumorose e clamorose. Venendo all'aspetto prettamente tecnico, iniziamo con il focus sui vari gironi partendo da quello settentrionale. Bene Padova, Pordenone e Vicenza, le tre squadre teoricamente più accreditate per il salto diretto di categoria senza passare per le forche caudine dei playoff. Inizio a singhiozzo per la Triestina, conferma del fatto che è in estate che si costruiscono i campionati e che la vicenda iscrizione ha lasciato comunque uno strascico non indifferente. Gli alabardati, dopo anni di piazzamenti interessanti, si ritrovano ora nella zona destra della classifica e si spera che la piazza, di quelle prestigiose, possa calarsi in questa nuova realtà e spingere i biancorossi verso zone più tranquille. Se anche i tifosi dovessero raffreddarsi e allontanarsi dagli spalti sarebbe tutto decisamente più duro.  Nel girone B Carrarese e Siena sono protagonista di un'ottima partenza, stesso discorso per la Reggiana e per il Gubbio autorevolmente guidato da un allenatore esperto come Braglia. La vittoria di Ancona è di quelle che innalzano il livello d'autostima.

La crisi dell'Alessandria era nell'aria e la proprietà farebbe bene a indire una conferenza stampa per spiegare cosa stia accadendo e quali siano gli scenari. Nel raggruppamento centro-meridionale, invece, respira l' Avellino che, finalmente, vince ma si trova già a 8 lunghezze di distanza dal Crotone capolista. I pitagorici hanno qualcosa in più rispetto alla concorrenza e sfruttano l'inatteso passo falso del Catanzaro con la matricola Cerignola. Turris e Juve Stabia stanno dando soddisfazioni, rose costruite con intelligenza dai rispettivi direttori sportivi che hanno ottimizzato al massimo il budget a disposizione affidandosi a due allenatori desiderosi di imporsi. A proposito di allenatori, la Gelbison decide di mandare a casa Esposito che è stato protagonista assoluto del miracolo sportivo. Eppure la squadra campana aveva mostrato organizzazione e grande cuore, come testimoniato dallo 0-0 nel derby di Avellino che resterà nella storia. Toccherà ora a De Sanzo, fermo da tempo: è proprio il caso di dire "ai posteri l'ardua sentenza". Acque agitate a Messina, nobile decaduta che ormai si trascina da anni senza proporre alla gente una programmazione lineare. Auteri pagherà per tutti? Infine una riflessione sul Monterosi, splendida realtà portata in alto da mister Menichini che, dopo aver girovagato per tutt'Italia, ritrova il suo stadio ma potrebbe perdere la società. Stadio vuoto, incassi zero, sponsor inesistenti e aiuti istituzionali irrisori potrebbero spingere la proprietà a fare un passo indietro, ci sarebbero comunque imprenditori disposti a subentrare. Ma torniamo al discorso originario: questo calcio ha bisogno di aiuti concreti dopo un triennio di profondo rosso in cui i veri campionati si giocano al di fuori del rettangolo verde.