IL FATTO DELLA SETTIMANA - LA QUERELLE SAMB-MONZA: QUANDO L'ADRENALINA NON E' PIU' UNA GIUSTIFICAZIONE

09.02.2019 00:00 di Valeria Debbia Twitter:    vedi letture
IL FATTO DELLA SETTIMANA - LA QUERELLE SAMB-MONZA: QUANDO L'ADRENALINA NON E' PIU' UNA GIUSTIFICAZIONE
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© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Il fatto della settimana in realtà inizia sabato scorso, quando il Monza vince all'ultimo secondo contro la Sambenedettese con un eurogol di Anastasio. Normale che in casa rossoblù la cosa venga mal digerita e che, a caldo, i protagonisti del club marchigiano si siano lamentati di quei secondi - a loro parere in più - concessi dall'arbitro. Da Francesco Stanco ("Come mi dicono il recupero era finito. Quando la partita deve finire, deve finire. Noi avevamo la sensazione che fosse finita, ma finché l'arbitro non fischia" ) a mister Giorgio Roselli ("Io non ho cronometro, ma siamo andati un po' oltre. C'è stato un attimo in cui ho pensato di essere tornato ragazzino, quando si continuava finché chi faceva gol vinceva") la sala stampa del 'Brianteo' è stata teatro di qualche comprensibile lamentela.

Comprensibile se lì si fosse fermata. Invece le polemiche sono proseguite la sera stessa, con patron Franco Fedeli che si è sfogato con la stampa locale, attaccando il suo omologo biancorosso Silvio Berlusconi: “Berlusconi è più di una influenza, quasi una broncopolmonite” ha evidenziato per poi tornare su quei secondi in più: “Si è giocato ben 60 secondi oltre il tempo regolamentare senza che ci fosse stata una minima motivazione. Non si può far giocare un minuto in più quando alla ripresa del gioco mancavano 30 secondi alla fine più o meno".

L'indomani i toni del patron rossoblù sembravano essersi ammorbiditi, tanto che in una tv locale la sua disamina era stata più pacata e anche capace di una minima autocritica, nonostante le parole su Berlusconi siano state ribadite da Fedeli, anche se con una portata meno provocatoria: "Quella di Monza è stata una giornata storta. Ero a casa, dopo la partita, facevo i conti: pareggiamo, pareggiamo… ma qua ogni tre pareggi equivalgono a due scontte. Mi è dispiaciuto che a Monza abbiamo perso una partita che come minimo avremmo dovuto pareggiare. Ma dovremmo iniziare anche a vincerle le partite anzichè pareggiarle. La Samb ha dimostrato di esserci, ma dobbiamo essere più convinti. Effetto Berlusconi? Sicuramente qualche sudditanza c’è, non è mica un pinco pallino qualunque, parliamo di un uomo importante. Vabbè, ormai è andata, pure questa: speriamo di riprenderci tutto quanto prima o poi. Quando ho sentito del 2-2 al 95′ ho pensato “È fatta” ma poi il direttore Fusco mi ha detto che il Monza aveva fatto gol". 



Quel che certo non ci si aspettava sono state invece le parole, questa volta a freddo all'interno di un'altra trasmissione televisiva, di Giacomo Biondi, difensore rossoblù: "L'arbitro ha dato cinque minuti di recupero ma ha fatto continuare il match per un altro minuto ancora, sbagliando. È stata una sconfitta ingiusta". E fin qui ci potrebbe anche stare, ma Biondi - incalzato dal presentatore che gli ha ricordato le presenze in tribuna di personaggi del calibro di Vieri e Capello, oltre all'ad biancorosso Galliani - ha proseguito: "Secondo me (l'arbitro, ndr) è stato molto condizionato dall'ambiente che gira intorno al Monza: avendo dato un altro minuto ha fatto vincere per forza il Monza. Cinque minuti di recupero erano già tanti, non puoi darne uno in più Già nel primo tempo c'era stato secondo me un rigore non dato su Signori, nel secondo tempo Rocchi ha perso anche la scarpa nell'azione, non se l'è sentita di dare un altro rigore contro il Monza".

Dichiarazioni che non hanno lasciato indifferente la società biancorossa. E se mister Cristian Brocchi, al termine della vittoria di Coppa contro la Pro Vercelli, ha glissato diplomaticamente con un "Non mi sentirete mai parlare di queste cose", lo stesso non può dirsi dell'ad Adriano Galliani che ci ha tenuto a far sentire la sua voce emanando tramite l'ufficio stampa un comunicato ufficiale: "La gravità delle dichiarazioni rilasciate ad una televisione privata dal giocatore della Sambenedettese Giacomo Biondi, non può essere attenuata neppure dal clima surriscaldato che è proprio di un sforzo agonistico. Esse, rese a freddo, sembrano invece frutto di un convincimento tanto assurdo e sconnesso dalla realtà quanto meritevole di severa stigmatizzazione".

Già perché - come ricorda la nota dei brianzoli - è lì che sta il nocciolo della questione: a botta calda, con l'adrenalina che scorre forte nelle vene, si possono anche trovare delle giustificazioni ad esternazioni un po' sopra le righe. A mente fredda le stesse diventano stucchevoli e degne di essere necessariamente censurate. Con stile. Quello che non è mancato dalle parti di Monza.