IL MERCATO CHE NON C’È: L’ANSIA DA RIPESCAGGIO BLOCCA GLI AFFARI. SECONDE SQUADRE, FABBRICA DI TALENTO PERSO O PLUSVALENZA: COSÌ NON HANNO SENSO

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
25.07.2018 00:00 di Ivan Cardia   vedi letture
IL MERCATO CHE NON C’È: L’ANSIA DA RIPESCAGGIO BLOCCA GLI AFFARI. SECONDE SQUADRE, FABBRICA DI TALENTO PERSO O PLUSVALENZA: COSÌ NON HANNO SENSO
TMW/TuttoC.com

Il mercato che c’è ma non c’è, che vi avremmo voluto raccontare. E che per ora è bloccato. A poco più di un mese dalla chiusura del calciomercato, la fotografia della Serie C è un vorrei ma non posso. Potrei ma aspettiamo. Ho chiuso ma non posso ufficializzare.

Storia, soprattutto, per quelle che in teoria dovrebbero essere le grandi. Qualche esempio? Il Siena ha preso Cianci dal Sassuolo e non solo, ma aspetta a fare l’annuncio ufficiale perché non sa in che categoria giocherà. Stessa musica per le varie interessate al gioco dei ripescaggi, dal Catania alla Ternana passando per il Novara. Programmare, senza sapere per cosa, è impossibile.



Quanto tempo ci vorrà? Abbiamo scritto che la settimana sarà decisiva e in parte è anche vero, ma poi ci saranno i famosi corsi e ricorsi del calcio italiano d’estate. E la verità è che nessuno lo sa davvero. I gradi di giustizia esperibili sono tanti, il CONI ha anche tempi diversi dalla FIGC, non parliamo di cosa succederebbe se qualche club, come peraltro da dichiarazioni, vorrà andare oltre. Tempi biblici, paradossi pronti a ripetersi: la storia della Vibonese, che ha vinto un campionato a cui non avrebbe dovuto partecipare, non ha insegnato poi tanto. Il 7 agosto a Roma sarà presentato il calendario della Serie C, su quello della Serie B per ora c’è silenzio totale e tombale. Ci saremo, ve li racconteremo. Ma quante X, Y e Z ci saranno?

Tra le poche certezze, le seconde squadre. Volute da qualcuno (Gravina) con lungimiranza, imposte da qualcun altro (il CONI) senza aspettare che i tempi fossero davvero maturi. Lo abbiamo già scritto, ora il punto non è solo questo. Ci sono, alla fine della fiera, Juventus, Milan e Torino. Un po’ a sorpresa i granata, che però hanno nella storia un vivaio di prim’ordine. Così, però, le seconde squadre rischiano di non avere senso. E qui le colpe rischiano di non essere né di chi le ha volute né di chi le ha imposte, ma di chi le costruirà e gestirà.

Serbatoio di talenti per il nostro calcio, veicolo per valorizzare i prodotti dei settori giovanili delle grandi: era questa, è questa, l’idea di base. Poi però arriva la più celebre e convinta, la Juventus B, e dimostra che il rischio di avere ben altro è concreto. Siamo ancora alle speculazioni e alle indiscrezioni, va detto. Ma i nomi che circolano, il progetto che filtra, sono in dissonanza con quell’idea di base. Benissimo ZIronelli, che ha avuto il coraggio di buttarsi senza paracadute nell’avventura Bari, ma tutto il resto? Senza fare i nomi, che potete leggere su TMW e TuttoC giorno per giorno, ci sono tanti acquisti in arrivo e poco settore giovanile bianconero da valorizzare. Forse è un’impressione, lasciamo al tempo il compito di smentirci. E i buchi della riforma determinano le sue pecche, perché escludere la Serie B è un paradosso. Ma le seconde squadre possono essere due cose: una fabbrica di talento che altrimenti andrebbe perso, e quindi una risorsa per tutti. Oppure una fabbrica di plusvalenze, e quindi una risorsa soltanto per le tre grandi interessate a farle.