IL PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA - GALLIANI: 31 ANNI DI PRESTITO AL MILAN E IL RITORNO A MONZA. SI', SARA' DECISAMENTE ROMANTICO!

30.09.2018 00:00 di  Valeria Debbia  Twitter:    vedi letture
Adriano Galliani
Adriano Galliani

Quando è balzata agli onori delle cronache l'indiscrezione della trattativa che avrebbe portato a Monza la coppia Galliani-Berlusconi, in questa sede avevamo legittimamente palesato dei dubbi titolando la nostra rubrica con "sarà romantico?" [LEGGI QUI, ndr]. Bene, dopo aver ascoltato dal vivo le parole di un entusiasta Adriano Galliani alla conferenza stampa di presentazione del nuovo corso biancorosso targato Fininvest, le sensazioni ci portano a dare una risposta netta a quella domanda: "Sì, sarà decisamente romantico", così come già avevano dichiarato di credere i tifosi della 'Curva Pieri' che in occasione del derby col Renate avevano esposto uno striscione evocativo con scritto proprio "Sarà romantico". 

Nel corso dell'evento tenutosi nella sede monzese dell'Assolombarda (ufficializzato solo nella giornata di giovedì e iniziato con un notevole ritardo sulla tabella di marcia, come ogni closing che si rispetti), il neoamministratore delegato del Monza ha ripercorso con dovizia di particolari la sua carriera, raccontando tantissimi episodi della sua vita da cui si è evinta la passione viscerale che lo ha portato a tornare "dopo 31 anni di prestito al Milan" al suo primo e grande amore. Anche il più ritroso dei ritrosi non può che vedere ora un futuro diverso per il club brianzolo perché - come ricorda il filosofo Hegel - "nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione" e su quella Galliani ha dato grande prova.

Abbiamo parlato di una lunga sequela di aneddoti raccontata ieri dal massimo dirigente biancorosso e quindi andiamo a vederli nel dettaglio tutti.

Galliani ha esordito proprio parlando delle analogie che hanno caratterizzato la sua vita, sottolineando comunque che avendo una grandissima mole di ricordi gli era anche difficile ricollocarli cronologicamente: "Grazie a Silvio Berlusconi ritorno nella squadra del mio cuore. Nel settembre 1975, da giovane imprenditore monzese - allora non conoscevo ancora Silvio Berlusconi, - divento azionista del Monza grazie ad un amico, Aurelio Cazzaniga. Lì trovo Giovanni Cappelletti e Felice Colombo in dirigenza: un bel gruppetto di imprenditori brianzoli uniti. Il Monza è nella mia vita, ha determinato tutta la mia vita".

Poi, cercando di rimettere ordine nella mente e nei sentimenti, è passato al suo rapporto con Silvio Berlusconi: "Lo conosco il 1° novembre 1979. Ero un suo fornitore di elettronica industriale. Costruivamo apparati per la ricezione delle trasmissioni del segnale televisivo. Mi invita a cena e questa la devo raccontare perché quella sera parlammo del Monza. Mi chiede se con l'elettronica industriale, ero in grado di costruire tre reti televisive nazionali. Io dico di sì perché noi trasportavamo per l'Italia i segnali delle trasmissioni estere, Capodistria e della Svizzera italiana. Do la mia disponibilità ad una condizione - e c'erano anche testimoni Aurelio Cazzaniga e Fedele Confalonieri: - starò in giro giorno e notte, sempre per mettere in piedi questi trasmettitori, ma con una eccezione. Io devo avere la possibilità di seguire il Monza in casa e in trasferta. E mi ricordo anche le città: se fossi stato a Trieste per mettere in piedi un trasmettitore e il Monza avesse giocato a Catania, io avrei dovuto avere il tempo di andare a Catania a seguirlo e poi tornare con l'aereo a Trieste. Se la settimana dopo fossi stato invece a Bari e il Monza avesse giocato in casa, io avrei dovuto avere il tempo di andare da Bari a Monza e ritorno. Berlusconi mi guarda come un pazzo e mi dà l'ok. Così ho potuto non perdermi una gara del Monza. Vado avanti col Monza e invito Silvio Berlusconi allo stadio quando per due volte il Milan viene a Monza negli anni 80 e faccio dieci anni di Monza: dal settembre del 1975 al 31 dicembre 1985. Poi faccio quello che è successo a Felice (padre del presidente biancorosso Nicola Colombo ed ex presidente del Milan, ndr): vado al Milan con Silvio Berlusconi. Mi dimetto da Monza e seguo la trattativa finché il 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi compra il Milan, di cui divento amministratore delegato fino al 13 aprile 2017 quando vendiamo il Milan. La mia vita senza Silvio Berlusconi sarebbe stata diversa, forse meno piacevole".



E anche al Milan difficile dimenticarsi del cuore biancorosso: "Chiunque c'era negli spogliatoi del Milan - lo può confermare anche Daniele Massaro (presente in sala, ndr) - sa che la prima cosa che ho sempre chiesto entrando era cosa aveva fatto il Monza. D'altronde sono diventato anche testimonial di Eleven Sports proprio perché mi sono fatto l'abbonamento per non perdere alcuna gara del Monza. Quando dalla D siamo venuti in C ho immediatamente chiamato Nicola per fargli i miei complimenti".

Ma il Monza è stato una malattia di famiglia: "Anche mia sorella Rita è tifosa pazza del Monza da quando eravamo bambini. Il Monza è nel nostro DNA. La mia mamma - che ho perso a meno di 15 anni - era parente di un presidente del Monza degli anni 30 che si chiamava Gaetano Ciceri. Ma non solo era parente ma lavorava anche in uno studio di commercialisti e ci portava al Monza: io a 5 anni andavo a vederlo e l'ho sempre seguito con una passione infinita. Mi ricordo la prima promozione nel 1951, con Valentino Giambelli in campo, vinciamo a Mortara e per la prima volta andiamo in Serie B. Se volete farmi qualunque domanda sul Monza di qualunque epoca, vi posso rispondere (ride, ndr)".

Inevitabili i primi investimenti in biancorosso e le prime sessioni di mercato, dove spunta un altro nome importante, quello di Ariedo Braida: "Le prime 2 lire che ho guadagnato nell'elettronica industriale, Aurelio (Cazzaniga, ndr) me le ha portate via per farmi recuperare azioni del Monza nel settembre 1975. E anche oggi è settembre e sono passati 43 anni. Allora il Monza giocava in Serie C. Quell'anno vinse il campionato e nel mercato di novembre - allora non era in gennaio e si potevano fare scambi di giocatori di serie diverse - comprammo Ariedo Braida dal Palermo. Al Palermo andò il nostro Peressin. Si dimostra subito il giocatore più intelligente: noi allora andavamo spesso alla sera a cena insieme tra dirigenti, mentre i giocatori cenavano per conto loro. Braida disse: "Ma io posso venire a cena con voi? Sono convinto che imparerò più da voi che dai miei compagni di squadra". E veniva spesso accettato al tavolo dirigenziale. Quell'anno vinciamo appunto il campionato e andiamo in Serie B per quattro anni".

Ma Braida non è il solo. Ecco spuntare Daniele Massaro: "Ho portato qui il giocatore più famoso che ha avuto il Monza: Daniele Massaro. E' stato preso da noi dalla Juvenilia, il cui presidente è Roberto Mazzo, che è l'attuale vicepresidente del Monza e che resterà nel CdA. Perché tutto torna. Massaro una volta per colpa mia è stato squalificato, quando ho menato Agnolin (arbitro scomparso proprio nella giornata di sabato, ndr) nel tunnel per un rigore contro in un Monza-Como, finito 3-3. Una vergogna terribile: fu un anno che non riuscimmo a salire proprio per quel rigore. Io mi avvento su Agnolin con Ronco, Massaro fa per dividerci e vengono squalificati Galliani, Ronco e Massaro, ma a Massaro una giornata viene tolta. Stiamo parlando di una gara del 1979 e lui era un bambino: aveva 18 anni. E aveva più sale in zucca di me. Io ero acceso: ho preso botte a Forlì, da tutte le parti. Perché facevo molto casino con il Monza da ragazzo. Ora non è cambiato nulla: sono invecchiato, ma sono rimasto sempre quello. Anche se da Senatore della Repubblica dovrò stare attento con gli arbitri".

Tanti i 'no' detti da Galliani per tornare al primo amore e non tradirlo, così come è convinto che non si possa parlare di tradimento del Milan: "Ho declinato l'invito di tante squadre importanti in Europa e non mi sarei mai occupato di squadre come Lecco, Como o Varese perché da ragazzo ho preso botte in tutti quei posti, coi pietroni alla stazione di Como. Il Monza non è tradire il Milan: io sono nato e cresciuto a Monza, sono solo stato prestato al Milan per 31 anni ed ora torno a casa. Non si può parlare di tradimento, ma di prestito casomai. Io sono sempre stato del Monza: è rimasto sempre dentro il mio cuore".

Adriano, "il Geometra", come aveva promesso nel 1994 a un collega della stampa locale ("Non preoccupatevi, un giorno tornerò a Monza e faremo le cose in grande"), è tornato!