Il segreto della rinascita dell’Alessandria. Un big si gioca la panchina nel derby

26.10.2023 00:00 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
Il segreto della rinascita dell’Alessandria. Un big si gioca la panchina nel derby
TMW/TuttoC.com

Chiamatelo Effetto Ninni Corda. Può piacere o meno, ma lascia il segno. Il dirigente sardo fin da quando faceva l’allenatore è sempre stato un tipo senza mezze misure: o lo ami o lo odi. O stai con lui o contro di lui. Non ci sono alternative. È un tipo divisivo per antonomasia. Molti suoi giocatori sarebbero stati disposti a seguirlo anche in guerra, perché Corda riesce a tirare fuori il meglio dagli elementi a disposizione. A costo di cavare il sangue dalle rape, direbbe qualcuno. Grinta e motivazioni che risultano essere un propellente micidiale per far alzare l’asticella delle ambizioni alla propria squadra, galvanizzandola. L’ha fatto ad Alghero, Como (due volte), Savona e Foggia. Campionati vinti e playoff conquistati in serie. Parla l’almanacco, anche se molti spesso non lo consultano. Certamente Corda si è sempre venduto male mediaticamente col personaggio del sergente di ferro che alla lunga gli si è ritorto contro. Un errore, inutile nasconderlo. Qualche scelta sbagliata l’ha fatta e ne ha pagato le conseguenze, ma se devi rianimare una squadra sull’orlo del baratro non ci sono dubbi: in pochi sanno incidere profondamente quanto rapidamente come il manager cagliaritano. Si spiega così la metamorfosi avuta in 4 giorni dall’Alessandria, che sembrava derelitta e diretta ad affondare mestamente all’ultimo posto ed invece è rinata. Zero gol subiti negli ultimi 180 minuti contro Albinoleffe (giocando a lungo in dieci) e Pergolettese. Gare in cui ha totalizzato 4 punti che hanno permesso ai grigi di scavalcare i cugini del Novara. Chi l’avrebbe mai detto soltanto due settimane fa? Pochi, forse pochissimi. Sicuramente quelli che conoscono il vecchio Ninni fin dai tempi di Alghero. Perché piaccia o non piaccia Corda in questa categoria sistema le cose e fa punti. Tra l’altro negli anni si è pure calmato molto: 10-12 anni fa era molto più focoso e infiammabile. Adesso invece - come qualche anno fa a Como - ha trovato in Marco Banchini il suo contraltare per dar vita a un tandem che nella città piemontese sogna di realizzare un’impresa. Corda dietro la scrivania e Banchini sul rettangolo verde. Eh già, quella salvezza che tanti consideravano una chimera potrebbe diventare clamorosamente una (possibile) realtà tra qualche mese. Gli effetti taumaturgici della cura Corda iniziano già a intravedersi chiaramente dalle parti del Moccagatta…

Vietato sbagliare. L’avvio di campionato deludente e la brutta sconfitta nel turno infrasettimanale contro il Fiorenzuola rendono il derby di domenica al Menti già una sorta di ultima spiaggia per Aimo Diana. Al tecnico bresciano non sta riuscendo la specialità della casa: entrare nella testa dei suoi giocatori. Ci era sempre riuscito finora: dagli inizi al Melfi fino alla Reggiana pilotata in B passando per le tappe con Sicula Leonzio e Renate. Stavolta invece qualcosa non sta funzionando. La formazione biancorossa sembra sprovvista di personalità per competere ai massimi livelli. Serve decisamente altro per vincere il campionato. Eppure gli ingredienti ci sarebbero tutti: proprietà solida, piazza passionale e una rosa di spessore. Mancano los husvos per dirla alla spagnola, i cosiddetti attributi. Da tirare fuori contro la capolista Padova nel fine settimana. Altrimenti il rischio per Diana è di finire sulla graticola come capro espiatorio e pagare il conto per tutti. Anche se dietro la lavagna dovrebbero finire diversi suoi giocatori…