L'elezione di Marani è un assist alla riforma di Gravina. Quali scenari per la Serie C e le seconde squadre?

15.02.2023 00:00 di  Tommaso Maschio   vedi letture
L'elezione di Marani è un assist alla riforma di Gravina. Quali scenari per la Serie C e le seconde squadre?
TMW/TuttoC.com

Ora che anche la Serie C ha il suo presidente potrebbe essere arrivato il momento buono per far conoscere a tutti la famosa riforma del calcio italiano che appare assumere i contorni della “favola dello stento”. L’elezione di Marani, fortemente sponsorizzata dalle big della categoria, ha infatti dato a Gravina un alleato di ferro sia per l’eventuale futura rielezione sia per trovare sponda nella riforma dei campionato con la C che potrebbe tornare nuovamente a dividersi in due.

L’ipotesi circola da tempo, e ha le grandi piazze come sponsor principali: una Serie C élite a girone unico da 20 squadre e poi una da 40 squadre divise in due gironi (o 60 in tre) che faccia da scalino – magari con l’introduzione di quel semiprofessionismo da studiare attentamente – con la Serie D rendendo meno traumatico il passaggio da l’una all’altra. In questo modo si potrebbe andare anche incontro alle richieste della Serie B che da tempo chiede di equilibrare promozioni e retrocessioni (attualmente 3 e 4) per non dover cambiare ogni anno un terzo dell’organico. Con una Serie C a girone unico infatti si potrebbero promuovere tre squadre in Serie B – prime due dirette e la terza coi play off – senza doversi inventare complicate formule come accadrebbe giocoforza con la formula attuale. Del resto l’ex presidente Ghirelli cadde proprio su una riforma che non prevedeva la promozione diretta per le prime, ma faceva decidere tutto ai play off.

Una divisione in due della Serie C inoltre potrebbe favorire, e togliere alibi, all’inserimento delle seconde squadre. Queste potrebbero infatti partire da quella che diventerebbe il quarto livello del nostro calcio, con costi molto inferiori – si d’iscrizione sia di gestione - rispetto a quelli attuali. Perché nonostante la contrarietà di molti, per primo di chi scrive, in FIGC c’è la volontà di provare un ultimo rilancio di quello che al momento è un progetto fallimentare con una sola squadra che ha deciso di sposarlo. Un tentativo di tirare dentro chi – dalla Roma alla Fiorentina passando per l’Atalanta, il Milan o l’Inter – finora ha tentennato di fronte all’ipotesi di costruirsi una propria seconda squadra per far crescere i propri talenti preferendo la vecchia strada dei prestiti.

Infine la creazione di una Serie C élite, a girone unico e di carattere nazionale, potrebbe rendere il prodotto – che brutto doverlo chiamare così – più appetibile sia ai tifosi che vanno allo stadio sia alle tv che a quel punto potrebbero alzare l’offerta e darsi battaglia per aggiudicarsi i diritti di trasmissione di un campionato che avrebbe ai nastri di partenza club blasonati, storici e con un buon seguito. La primavera si avvicina e con essa il termine per presentare al Consiglio Federale la riforma completa in modo che, in caso di approvazione, possa vedere la luce nella stagione 2024/25.