Le bollette potrebbero modificare il calendario di Serie C. Pro e contro di questa ipotesi. Tv permettendo

Negli ultimi giorni si fa un gran parlare in tutte e sessanta le piazze della Lega Pro dell'ipotesi di spostare le gare di campionato al mattino per cercare di ovviare al 'caro energia' che in queste settimane sta colpendo, non solo le società di calcio, ma tutto il Paese. Aziende o privati cittadini che siano.

Nonostante questa, come tutte le altre proposte, stia dividendo in due fronti contrapposti i vari soggetti (favorevoli o contrari), per cercare di farsi un'idea occorre puntare sulla praticità più che sulla filosofia o sulla dialettica. Spostare, ad esempio, le gare delle 14 alle 12 o alle 11 comporterebbe ai club modeste problematicità organizzative, che si risolverebbero con il tempo e la pratica, così come per i tifosi che, specie in inverno, avrebbero anche maggiori chance di godere di un clima migliore evitando almeno qualche ora di gelo siderale (spesso accompagnato da pioggia) dato che l'80% delle tribune in Lega Pro è scoperta.

Un discorso diverso, però, potrebbe valere per le tifoserie in trasferta che, specie nei viaggi più lunghi, potrebbero essere costrette ad un pernottamento fuori sede rispetto ad una scampagnata 'mordi e fuggi' a giro per l'Italia e per i giocatori che in un calcio strutturato, programmato e scientifico come quello attuale dovrebbero modificare le loro ruotine di approccio alla gara con conseguenze, seppur piccole, da dover considerare.

L'ultimo punto da prendere in esame è legato al, tutt'altro che trascurabile, mondo dei diritti tv. Gli accordi in essere con i broadcast nazionali (ElevenSport, Sky e Rai) prevedono la possibilità di match al mattino? Dal mercato televisivo transita un flusso di denaro decisivo per la salute del sistema (Serie A, B o C non fa differenza), dunque prima di ogni decisione occorre valutare bene, anzi benissimo, ogni aspetto.