NON ESISTONO ERRORI MA OPPORTUNITÀ PER CONOSCERE LE COSE. LA LEGA PRO E LA SCELTA PIÙ GIUSTA. LISTE ADDIO

Classe 1975, ex attaccante col vizietto del giornalismo. In carriera ha vestito, a suon di gol, le maglie di Pisa, Ascoli, Reggina, Napoli e Lecco.
16.04.2019 00:01 di Gianluca Savoldi   vedi letture
NON ESISTONO ERRORI MA OPPORTUNITÀ PER CONOSCERE LE COSE. LA LEGA PRO E LA SCELTA PIÙ GIUSTA. LISTE ADDIO

Cerco sempre di “toccare” tutti gli argomenti e non mi viene nemmeno difficile avendo a disposizione 27 partite. Anzi devo dire che con tutti gli impegni presi quello di seguire i tre campionati di serie C è davvero faticoso. Ma le sorprese che ti riserva la nostra terza serie sono infinite e la soddisfazione di essere sul territorio, di mettere in luce giocatori e allenatori emergenti che i palati fini (si fa per dire) non conoscono (direttore Luca Bargellini tappati gli occhi!) non ha prezzo!

Questa settimana risulterò ripetitivo ma Daniele Rocco ha fatto la differenza anche a Meda nello scontro diretto tra Renate e Giana Erminio. Rocco non è più giovanissimo (classe 1990) e con alle spalle una carriera tra eccellenza e Serie D nelle quali però si è sempre distinto per le sue doti realizzative. L’attaccante biancazzurro è uno degli esempi di come a volte lo sviluppo di determinate abilità (tecniche e soprattutto mentali) può essere tardivo e la regola degli under di fatto nega possibilità di crescita appunto ai “tardivi”. Ma siamo sempre lì: se le regole le fa gente che non sa nemmeno cosa voglia dire la parola “apprendimento”, gente che nella sua vita il campo lo ha visto solo con il binocolo, di favole come quella di Fabio Grosso, che è arrivato a giocare in Serie C da over, magari non le avremmo conosciute e probabilmente nemmeno quella dei Mondiali di Calcio 2006.

Perché impedire a giocatori non più giovani di conoscere le emozioni di un campionato professionistico? Perché questa discriminazione? Ma soprattutto, al di la dell'aspetto etico: come possiamo pensare che tutti i giovani abbiano gli stessi modi e tempi di sviluppo? All’alba del 2020 è possibile che ancora stiamo standardizzando processi formativi, forzandoli in modo selettivo/spartano? Della serie "dentro o fuori”, “ora o mai più". Andate a vedere il "movimento di fuga" di Rocco sul primo gol, mentre il portatore punta la linea difensiva, per uscire dalla marcatura del centrale (che non sa come mettersi) e ricevere tra lo stesso ed il terzino. La differenza sta sempre nella scelta (pensiero tattico) e in questo caso in modo particolare nel timing della giocata (perfetto il passaggio filtrante di Mutton). Lo stesso movimento fatto un attimo prima o un attimo dopo non avrebbe avuto la stessa efficacia. Per non parlare della velocità di esecuzione (comportamento tattico) in corsa. Anche il raddoppio è merito soprattutto di Rocco in azione personale sulla propria destra, che supera due avversari e serve a Capano il pallone del 2-0.

Il primo match point della stagione è per il Pordenone, ormai ad un passo dalla promozione. Al di là del vantaggio numerico sulla Triestina, la sensazione è quella che i friulani si meritino  la vittoria di un campionato che hanno dominato dall’inizio alla fine; oltretutto l’unico campionato senza squadre materasso. Non ha scusanti comunque il Teramo, palesando ancora idee molto confuse. I primi due gol subiti dai Diavoli in fotocopia, con Ciurria che attacca lo spazio profondo alle spalle del “quinto", portando fuori e scartando Fiordaliso prima di effettuare il cross sul primo palo dove manca sempre un difendente che funga da “vertice”: prima Zammarini poi Candellone, impattano tra traiettoria gonfiando la rete. Sul quarto gol, sempre di Candellone e sempre dalla destra, dopo un tentativo della difesa di mettere in fuorigioco gli avversari: Fiordaliso sale ma il compagno di reparto alle spalle non si allinea. Episodi che denotano una mancanza di principi di gioco chiari e condivisi, la famosa “mano” dell'allenatore.

Chiudo l'editoriale di oggi tornando al tema delle liste. Quello che avete letto poche righe sopra è quello che penso e che non ho mai nascosto. Un pensiero che nasce dal mio passato da calciatore e dal mio presente di studioso del calcio. Per questo motivo la scelta, ufficializzata ieri dalla Lega Pro, di dire addio alle liste under/over con "l'introduzione di una lista con un massimo complessivo di 6 calciatori per ogni club, il cui tesseramento sia a titolo di cessione o trasferimento temporaneo da parte di società di A e B una soglia di minutaggio minima e una massima per ogni gara per l’accesso alla contribuzione" mi trova pienamente favorevole. Un passo verso la giusta direzione. E proprio per questo non ho voluto cambiare la parte centrale di questo pezzo: perché non dobbiamo mai dimenticarci cosa abbiamo sbagliato nel percorso della nostra storia. Perché non dimenticare porta a non sbagliare più. Per un percorso che sia sempre indirizzato al futuro e mai al passato.