Paura e delirio a Catania. Le colpe non sono solo di Lucarelli. E non invidio per nulla chi lo sostituirà

08.03.2024 00:00 di  Luca Bargellini  Twitter:    vedi letture
Paura e delirio a Catania. Le colpe non sono solo di Lucarelli. E non invidio per nulla chi lo sostituirà

Terminato il mercato di gennaio, andando ad analizzare quanto fatto dal Catania, sinceramente il primo pensiero avuto è stato: “Non vorrei essere Cristiano Lucarelli”. Il motivo è facilmente intuibile. Avendo ereditato una squadra costruita per un altro allenatore (Luca Tabbiani nello specifico), il compito del tecnico toscano era già in partenza più complesso del solito. Se a questo si aggiunge una serie notevole di costosi innesti nei primi giorni del 2024, il tasso di difficoltà nel dare il via ad un nuovo percorso tecnico è aumentato in maniera decisamente esponenziale. Tante ambizioni nella testa e nel cuore, ma anche tante tensioni e tantissimi rischi. Che alla fine hanno avuto la meglio. Fino all’epilogo di ieri con l’interruzione del rapporto fra le parti dopo appena quattro mesi dalla firma su un pesante accordo triennale.

Adesso, al netto del dato statistico che vede Lucarelli come il primo tecnico del calcio italiano a finire anzitempo l’esperienza in due club nella medesima stagione, bisognerebbe essere bravi a non farsi dominare dal pressappochismo. Perché se è vero che l’ex Ternana ha avuto le sue responsabilità, anche solo nell’aver accettato una sfida complessa com questa a pochi giorni dall’addio al club umbro, è anche vero che le sfortune attuali dell’Elefantino non dipendono solo da lui.



Di errori, infatti, ce ne sono stati anche da parte della dirigenza del club di Ross Pelligra. Come quello di non aver scelto un direttore sportivo per la seconda parte della stagione dopo l’addio a Laneri lo scorso 5 novembre. Oppure quello fatto in sede di mercato dove la troppa voglia di fare ha portato a snaturare una rosa che aveva chiaramente delle lacune, ma che poteva essere rinforzata con pochi innesti mirati. La scelta societaria, invece, ha portato ben undici volti nuovi al ‘Massimino’: alcuni dalle categorie superiori, altri oggettivamente funzioni e infine qualche elemento decisamente fuori forma e con atavici problemi d’infortuni.

Questa, in estrema sintesi, la situazione del Catania oggi, ad otto giornate dalla fine della stagione regolare, con ancora la possibilità di arrivare ai playoff (cinque le lunghezze di distanza) e una finale di Coppa Italia di Serie C da disputare. Ma senza un tecnico e con la terribile paura di non sapere cosa potrà accadere ancora. O di sbagliare ancora.

Se a gennaio pensavo “Non vorrei essere Cristiano Lucarelli”. Appena due mesi dopo penso “Neanche morto vorrei essere chi prenderà il posto di Cristiano Lucarelli”.