Quando cambiare allenatore paga. Ecco chi si è pentito di non aver preso subito un altro tecnico

02.11.2023 00:15 di  Nicolò Schira  Twitter:    vedi letture
Quando cambiare allenatore paga. Ecco chi si è pentito di non aver preso subito un altro tecnico
TMW/TuttoC.com

Quando cambiare allenatore paga. E ti svolta pure la stagione, che da anonima rischia di diventare una di quelle esaltanti. Magari pure da ricordare negli almanacchi. Chissà che fine hanno fatto quelli che avevano criticato le mosse del trio Perinetti-Condò-Strano provando a difendere l’indifendibile. Incredibile ma vero. Devono essersi tutti volatilizzati o sciolti nel nulla come neve al sole. Il campo ha emesso, infatti, il suo verdetto. E quello del rettangolo verde resta sempre insindacabile. Spiace per Massimo Rastelli, che fino a cinque anni fa era uno degli allenatori più promettenti nel panorama del calcio italiano. Uno di quelli da tenere d'occhio, come si è soliti ripetere per chi appare in rampa di lancio. Da allora però una serie di incompiute da incubo: Cremonese, Pordenone, Spal e Avellino. Esoneri in serie e risultati deludenti che ne hanno offuscato il curriculum. Impensabile un crollo verticale del genere. Almeno fino al 2018, quando il palmares rastrellinano era ruggente con ben 3 promozioni conquistate nei suoi primi anni di carriera tra Juve Stabia, Avellino e Cagliari. Un'ascesa fermatasi sul più bello. Purtroppo nel calcio non si può vivere di ricordi. Conta solo il presente. E soprattutto i risultati. Tutto il resto è noia, avrebbe cantato Franco Califano. Ecco perché il vero e unico errore fatto in estate dalla dirigenza biancoverde è stato quello di proseguire con Rastelli dopo la seconda parte balbettante della scorsa stagione.

Un chiaro segnale di come qualcosa non avesse funzionato nel Rastelli 2.0 in Irpinia. Vero che c’erano delle clause che tutelavano il tecnico e i costi della separazione sarebbero stati decisamente pesanti, ma così facendo gli irpini hanno perso due mesi. Tanto che alla fine sono stati “costretti” dai risultati deficitari a sollevare il tecnico. Una mossa che fa rima con svolta. Dall’arrivo di Michele Pazienza al timone dei Lupi l’Avellino è decollato e si è arrampicato dai bassifondi al secondo posto. Con l’ex Cerignola in panchina dalla prima giornata Armellino e compagni sarebbero in fuga da un pezzo. Poco male. Questo Avellino è costruito benissimo e ha la rosa più forte del Girone C. Serviva solo un po’ di…Pazienza! Ovvero un allenatore all’altezza del compito per trascinarlo lassù. Detto, fatto. Ad Avellino adesso è tutta un'altra musica. E il promo posto da chimera semi irraggiungibile di metà settembre è tornato a essere decisamente alla portata. Anzi a un passo. I biancoverdi hanno messo la freccia e stanno imboccando la corsia di sorpasso che porta al primato nel Girone C. Le rivali sono avvisate. Meglio fare attenzione, perché questi Lupi appaiono decisamente affamati e pronti a sbranare tutte le avversarie.