RIMINI RIMINI: È SEMPRE LA STESSA STORIA. CATANIA-PULVIRENTI AL CAPOLINEA? FERALPISALÒ, QUANDO CAMBIARE ALLENATORE È LA SCELTA GIUSTA. LA LEGA PRO SCENDE IN CAMPO IN DIFESA DELLE DONNE
TMW/TuttoC.com
Da Jerry Calà e Paolo Villaggio alla coppia Giorgio Grassi-Fabrizio De Meis a Rimini c’è aria di dejà-vu, anche se in questo caso c’è poco da ridere. Vicende grottesche che ricordano quelle della celebre commedia “Rimini Rimini” di Sergio Corbucci ambientata in riviera romagnola alla fine degli anni Ottanta. I tifosi sono inferociti e da tempo hanno messo nel mirino il presidente Grassi, le cui continue rivoluzioni (tre direttori sportivi da inizio stagione) e ribaltoni in panchina (c'era anche Petrone a luglio sotto contratto prima della risoluzione) hanno soltanto creato confusione e malcontento. A farne le spese il tecnico Renato Cioffi, apertamente sfiduciato da giorni, tanto che nello spogliatoio biancorosso alla vigilia della sfida poi persa con l’Arzignano il destino del tecnico appariva già segnato. Inevitabile andare poi incontro alla brutta sconfitta maturata con i veneti. Insieme a lui esautorato il diesse Rino D'Agnelli, arrivato a fine luglio al posto di Cangini e che quindi ha potuto operare soltanto a metà. Avanti un altro, verrebbe da dire. Stavolta con un regista ben preciso: l'ex patron e proprietario del Cocoricò Fabrizio De Meis. Sarebbe stato proprio l'ex numero uno del club a caldeggiare i nomi di Ivano Pastore (già a Rimini dal 2014 al 2016 con De Meis al timone) e Giovanni Colella. Due validi professionisti, ma che avranno a che fare con una situazione tutt'altro che agevole. A De Meis toccherebbe - si vocifera in città - anche il compito di trovare nuovi investitori/acquirenti per la società. Difficile sognare in grande con un budget di 1 milione per la categoria: la squadra, infatti, era in linea per l'obiettivo stagionale della salvezza. In città dopo i fallimenti targati 2010 e 2016 (c'era De Meis...) non hanno grosse pretese se non quelle di una squadra che possa mantenere almeno la categoria. "Alla larga però dagli incantatori" come dichiarato da Cioffi al momento di congedarsi. Il risveglio tra qualche mese potrebbe rischiare di essere traumatico. E non ci sarebbe nulla da ridere. Altro che i bei tempi della Rimini estiva godereccia raccontata dalle peripezie di Jerry Calá, Andrea Roncato e Paolo Villaggio...
Siamo alla terza settimana di novembre e il Catania langue malinconicamente all’undicesimo posto del girone C, a -17 dalla capolista Reggina. Un distacco abissale dopo un terzo del campionato che certifica la mancata competitività del club etneo. Altro che promozione in B: a Torre del Grifo rischiano seriamente di vivere un’altra annata da dimenticare. Gli investimenti degli ultimi anni da parte di Antonino Pulvirenti non hanno prodotto i risultati sperati e in estate il patron potrebbe anche decidere di non rilanciare per l’ennesima volta e passare la mano. Difficile ogni estate investire milioni di euro per riportare in B la squadra rossazzurra e al tempo stesso coprire perdite e debiti (in queste ore tengono banco le polemiche per i reiterati mancati pagamenti all’agenzia che cura il servizio steward al Massimino): attenzione quindi a Leonardi, giovane patron della Sicula Leonzio che non ha mai nascosto il desiderio di rilevare un giorno il Catania. Economicamente avrebbe tutte le possibilità di fare (di nuovo grande) la squadra siciliana, oltre all’entusiasmo di chi vuole lasciare il segno (difficile farlo in una realtà piccola come la Sicula...). Una storia che ricorda quella di Colombarini sull’asse Giacomense-Spal qualche anno fa. Occhio quindi a questo possibile trasloco estivo a distanza di pochi chilometri...
Quando cambiare allenatore si rivela una scelta vincente. È il caso della FeralpiSalò che ha dato la svolta alla propria balbettante stagione, rimpiazzando Damiano Zenoni (un salto nel buio la sua conferma dopo la chiusura da traghettatore nella scorsa stagione) con Stefano Sottili. Il classico Normal One, che ama far parlare il campo e non gli aedi. Poco incline alle comparsate televisive e quindi molto spesso sottovalutato mediaticamente, eppure in questi anni è stato una garanzia per la terza serie. Da Carpi a Bassano passando per Carrarese e Venezia: annate al vertice della categoria tra campionati vinti e playoff raggiunti. L’uomo giusto al posto giusto per rinvigorire le ambizioni del presidente Pasini come testimoniano le quattro vittorie di fila e la rinascita dell’Airone Caracciolo. Chissà con Sottili in panchina dall’inizio dove sarebbero potuti essere oggi i gardesi. Rimpianto legittimo per i verdeazzurri, ma la vetta non è poi così lontana. Con il Normal One Stefano in panchina la classifica si è asSOTTILIata (-5 dalla capolista Vicenza) e la Feralpi può sognare ancora la B.
La Lega Pro in questi anni si è spesa in prima linea per tante lodevoli iniziative. Anche in questo weekend lo farà, in particolare, lunedì 25 novembre, giorno in cui si celebra in tutto il mondo la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, proclamata dall’Onu nel 1999. Un bel segnale con la regia di Gaia Simonetti, vera anima in questi anni delle tante lodevoli attività extra-campo e per il sociale condotte dalla terza serie. Oltre 450 quelle già realizzate in questo anno solare. A testimonianza di un lavoro non indifferente e che merita una nostra sottolineatura. Un fiocco bianco che campeggierà su tutti i campi della terza serie a sostegno di questa giornata contro le violenze contro le quali tante donne ogni giorno sono costrette a doversi difendere. La Serie C urlerà con forza il suo amore verso le donne e il suo no alla violenza contro di loro. Quando il calcio diventa un esempio da seguire. Brava Lega Pro!
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IL PUNTO di Nicolò Schira
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