SECONDE SQUADRE, UNA NUOVA SPERANZA O UN SALTO NEL BUIO? ECCO LA DOMANDA CHE ATTANAGLIA LA SERIE C. FRA DUBBI E PROMESSE QUANTE SARANNO LE NEW ENTRY IL PROSSIMO ANNO?

Nato a Firenze nell'anno del Mundial spagnolo. Giornalista di TuttoMercatoWeb.com, direttore di TuttoC.com
14.05.2018 00:00 di Luca Bargellini Twitter:    vedi letture
SECONDE SQUADRE, UNA NUOVA SPERANZA O UN SALTO NEL BUIO? ECCO LA DOMANDA CHE ATTANAGLIA LA SERIE C. FRA DUBBI E PROMESSE QUANTE SARANNO LE NEW ENTRY IL PROSSIMO ANNO?

E’ ufficialmente scattato il panico in Serie C. Panico dovuto all’arrivo, a partire dalla prossima stagione, delle seconde squadre dei più importanti club della massima serie. Una rivoluzione che Giovanni Malagò, presidente del CONI, circa tre giorni fa ha definito “giusta e necessaria. Perché - ha spiegato - se non si parte ora non si farà mai”. Uno stravolgimento, senza dubbio, che cambierà per sempre il volto della terza serie del calcio italiano. Addio ai campanili, al calcio di provincia nel senso più puro del termine, e ben arrivata integrazione fra le varie categorie, con la C trasformata in un primo palcoscenico per i talenti del futuro.

In questo quadro ancora tutto da chiarire ci sono sicuramente sia dei punti positivi che dei punti negativi. Fra gli aspetti positivi ci sarà quello di una maggiore visibilità per un campionato che ad oggi fatica a far sapere che esiste e, al tempo stesso, una maggior quantità di introiti dalle sponsorizzazioni. In parole povere nuovi introiti che una lega che solo in questa stagione ha visto società in dissesto finanziario in qualsiasi parte d’Italia. In più, con la probabile forte riduzione dei prestiti da parte delle squadre di massima serie, le realtà di Serie C saranno nuovamente costrette a puntare sul proprio settore giovanile, tornando ad attingere a dei bacini purtroppo dimenticati.

Fin qui, dunque, tutto bene. I lati negativi, come detto, però non mancano. A partire proprio dallo stesso aspetto finanziario che i sostenitori della prima ora delle riforma vedono come cardine principale del nuovo assetto. E’ vero che una maggiore visibilità e il probabile ingresso di sponsor dovuti allo sbarco di grandi realtà porterà nuovi introiti, ma quali saranno i tempi necessari perché tali entrate possano equiparare le cifre che, ad esempio, i club riuscivano ad incassare dalle valorizzazioni dei giovani in prestito? E quali saranno le cifre necessarie per il rilancio dei settori giovanili locali? La nuova mutualità, ovvero la ripartizione delle risorse della Lega Pro, basterà per mantenere in vita un movimento che, stando a quanto letto e ascoltato finora, continuerà ad essere a 60 squadre?

Quesiti, questi, che gettano un’ombra importante sulla questione. La sensazione, però, è che prima di veder rinascere realmente la Serie C occorrerà attendere qualche tempo. Con alcuni club che potrebbero essere costretti ad alzare bandiera bianca, lasciando il posto proprio all’ingresso di altre seconde squadre.

La vera domanda che, ad oggi, rimbomba negli appassionati di Serie C è, però, un’altra: quante saranno le seconde squadre ai nastri di partenza della stagione 2018/2019?

Dando per buono il numero di sessanta squadre come blocco di partenza questo dovrebbe essere composto dalle quattro formazioni retrocesse dalla Serie B (Ternana, Pro Vercelli più altre due), le nove squadre promosse dalla Serie D (Vibonese, Rimini, Albissola, Gozzano, Vis Pesaro, Virtus Vecomp Verona, Rieti, Potenza, Pro Patria), le tre che si salveranno dai playout, 27 delle 28 squadre che prenderanno parte ai playoff promozione e il resto sarà rappresentato dalle formazioni che hanno chiuso la stagione attuale nel limbo fra salvezza e sogni di gloria.

Fra queste non mancano certamente i casi “problematici”, come ad esempio quelli legati al futuro di Matera e Siracusa, società già pluri-penalizzate nella stagione appena conclusa, oppure quelli relativi ad almeno un paio di società neopromosse che non sembrano essere in grado di supportare i requisiti per l’iscrizione alla Serie C, sia sul fronte economico che su quello delle strutture. A tutto questo, infine, potrebbero aggiungersi, in caso di salvezza ai playout, i dubbi sulla continuità della Paganese, evidenziati dalla stessa proprietà, oppure l’ipotesi di fusione fra Vicenza e Bassano Virtus che garantirebbe un futuro alla storica piazza biancorossa ma potrebbe veder sparire l’unica società che nelle ultime quattro stagioni ha sempre preso parte ai playoff.

Si potrebbero, dunque, ridurre a una mezza dozzina i posti a disposizione delle seconde squadre per il prossimo anno. Juventus, Inter, Milan, Roma, Fiorentina e Atalanta si sono già fatte avanti. Un numero esiguo ma che potrebbe essere destinato a crescere senza regole che tutelino davvero le realtà oggi in Serie C.

Con la speranza che il panico attuale si possa trasformare un speranza in un futuro migliore.