SERIE C CONDIZIONATA DA QUANTO ACCADE IN B. COMUNQUE VADA QUALCUNO SARA' PENALIZZATO

14.08.2018 00:00 di Gianluca Savoldi   vedi letture
SERIE C CONDIZIONATA DA QUANTO ACCADE IN B. COMUNQUE VADA QUALCUNO SARA' PENALIZZATO
TMW/TuttoC.com

Nel corso della carriera di calciatore mi è capitato in un paio di occasioni di subire un rinvio del campionato che mi apprestavo a giocare. Il primo di questi due casi me lo ricordo come se fosse oggi per una serie di circostanze indimenticabili: si avvicinava infatti il mio esordio in serie A con la Reggina Calcio, esordio sognato per un vita intera seppur relativamente breve. Avevo infatti 26 anni ed ero arrivato a realizzare il sogno della mia vita, il sogno della vita di tanti, tantissimi ragazzi di tutto il mondo. C'ero arrivato dopo tanti sacrifici e tanti tanti chilometri. Ero passato dalla C2 alla A, dal dormire su di un materasso buttato per terra, in una cameretta umida e senza mobili ai comodissimi letti degli alberghi più lussuosi d’Italia. Sempre più lontano da casa ma sempre più vicino a un traguardo che sembrava impossibile. Il mio esordio in serie A era previsto per il giorno 1 settembre 2002 contro la Lazio. Ero un giocatore della Reggina neopromossa in serie A, promozione che avevo conquistato con i miei compagni sul campo in una serie B che sembrava una A2 mentre il "campionato più bello del mondo" era ancora "il campionato più bello del mondo". In quella stagione, per intenderci, precisamente il 28 maggio 2003 all’Old Trafford, Milan e Juventus si giocavano la Champions. 

Un mancato accordo sui diritti televisivi aveva provocato un rinvio dell’inizio del campionato e la prima giornata di campionato non si giocava più quel giorno, ma il 6 novembre, nel frattempo il mio sogno stava per svanire. Si cominciava direttamente con la seconda giornata il 15 settembre e il mercato veniva prorogato fino al 11 settembre 2002.  Mi trovavo negli spogliatoi del centro sportivo Sant’Agata, appena finita la classica doppia seduta del mercoledì di una settimana che finalmente preparava la prima di campionato, e il mio esordio. 

Mi chiama Mimmo il magazziniere, chiedendomi di uscire, mi porge il suo cellulare, al telefono c’è il presidente Lillo Foti. Mi dice che è arrivata per me un’offerta importantissima dal Messina (all’epoca in serie B), un’offerta di quelle che non si possono rifiutare. Comprendo che società sta considerato la possibilità dell’affare, altrimenti nessuno mi avrebbe mai chiamato quel giorno negli spogliatoi, mentre mi rivestivo con la mia solita calma. -Presidente mi sta dicendo che devo andare al Messina?- sapevo ormai come funzionavano le cose. Mi dice che gli sembra giusto che io valuti quell’opportunità, più unica che rara in termini economici, e che vuole sia io a decidere, perché per lui sono ancora il suo centravanti titolare. Non avevo mai nemmeno immaginato un ingaggio simile e non mi è stata mai più proposta in tutta la mia carriera una cifra come quella (per quattro anni di contratto). -Presidente io voglio giocare nella Reggina in serie A- Non faccio in tempo a finire la frase che Foti chiude il discorso velocemente, raccomandandosi di concentrarmi sulla partita. Più tardi ricevo altre telefonate dal mio agente, il presidente del Messina si era impuntato ed era andato al rialzo altre volte.

Non sapevo e non ho mai voluto sapere se il mio presidente era lì accanto a loro, se era al corrente della situazione. Non volevo sapere più niente, volevo solo andare a letto e svegliarmi come se non mi avesse chiamato nessuno, come mi aveva chiesto Lillo. E cosi ho fatto. Il 15 settembre metto il mio primo piede su un campo di serie A, a Perugia, e anche se quel giorno perdiamo 2-0 la stagione finisce con i festeggiamenti per un’importantissima salvezza. Qualche giorno dopo ricevo una chiamata del presidente che mi ricorda molto quella di un anno prima. Capisco che è arrivato il mio momento e accetto la proposta del Napoli in serie B. Anche quella nuova avventura sembrava non cominciare mai (ed è finita purtroppo molto presto, ma questa è un’altra storia). La maggior parte dei club partecipanti decide per uno sciopero in seguito al blocco delle retrocessioni del precedente campionato, dopo il caso Catania e il ripescaggio della Fiorentina, che avevano portato la serie B a 24 squadre, 6 delle quali, a fine stagione, venivano promosse in serie A. Rimangono invece quattro le retrocessioni in C1 tra cui una decisa di primi play out della storia se non erro…  La mia piccola storia personale si incastra nella storia di club, la cui storia, a loro volta, ha condizionato oppure è stata condizionata da quella (più comune e nota) del nostro calcio. 

La nostra serie C sta per essere condizionata in modo importante da quanto sta accadendo in Lega B (come se non avesse già i suoi problemi). 
Oggi non ho potuto fare a meno di pensare a quei calciatori a quei mister che, al momento, non sanno in quale categoria giocheranno e quanto queste decisioni condizioneranno, nel bene o nel male, la loro piccola grande storia. 

Per non parlare di chi fino ad oggi ha costruito e si è preparato per giocare un campionato che non giocherà. Lascio agli esperti di diritto (e diritto sportivo) le considerazioni sul merito. Comunque vada, purtroppo, qualcuno sarà penalizzato...