Unità, coraggio e buonsenso per avviare una riforma necessaria. Avellino, meglio programmare già la prossima stagione

19.11.2022 00:00 di Luca Esposito Twitter:    vedi letture
Unità, coraggio e buonsenso per avviare una riforma necessaria. Avellino, meglio programmare già la prossima stagione
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L'editoriale di oggi si apre con le tensioni che attanagliano il mondo del calcio in queste settimane in cui il tema riforma sta creando spaccature di ogni genere. E' evidente che, senza collaborazione tra le parti, si rischia di rimandare ancora una volta un qualcosa che appariva necessario già diversi anni fa e ben prima del disastro della Nazionale italiana che, forse, ha spinto qualcuno ad aprire gli occhi e a capire che il sistema salta se non si apportano i dovuti correttivi. Nella nota emessa qualche giorno fa si leggeva che "il Consiglio Direttivo ha definito di proseguire nell’azione di riforma del calcio italiano. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha confermato: "Priorità alla riforma, il calcio italiano non può aspettare. Noi abbiamo avanzato una proposta responsabile ed equilibrata. Spingeremo perché si faccia la riforma. La Serie C per far la riforma rinuncia ad una promozione? Solo se ottiene la stabilità economica. Ancor di più di fronte all’inedia e agli egoismi che si manifestano". Tra chi immagina una Lega Pro unica a 20 squadre e chi propose in modo scriteriato la creazione di 6 gironi da dieci è sempre più evidente che non si possa più rimandare e che questa riforma non possa prescindere dalla valorizzazione dei giovani, da un progetto sulle infrastrutture e da criteri severi e selettivi al momento dell'iscrizione, con parametri certi che non comportino penalizzazioni o esclusioni in corso d'opera. I presidenti sono al collasso, le società hanno difficoltà e bruciano ragazzi che vengono gettati nella mischia non per meriti calcistici ma per i milioni derivanti dai contributi e per risparmiare sugli stipendi. Così non si va da nessuna parte, il prodotto sarà scadente e anche i pochi spiccioli che entrano da botteghino e tv saranno dilapidati. Occorre una riflessione profonda, a 360 gradi, anche a costo di fermarsi per qualche settimana e arrivare ad una soluzione. Certo è che servirebbe pure un po' di coerenza e buonsenso. A che serve anticipare le gare alle 12:30 se poi la coppa Italia prevederà turni infrasettimanali in notturna, con conseguente dispendio energetico fuori dalla norma?

Venendo all'aspetto tecnico, ci soffermiamo ora sulla Triestina. Nobile decaduta del calcio italiano che, negli anni precedenti, ha fatto di tutto per tornare in cadetteria spendendo cifre importanti per assicurarsi le prestazioni di ottimi calciatori. Quest'estate era stata travagliata ed era evidente che gli obiettivi fossero diversi, tuttavia la rosa non è così debole da ritrovarsi in zona playout. Per evitare il clamoroso salto all'indietro occorrono due cose: creare una mentalità condivisa con il pubblico (che deve calarsi nella realtà del momento e dare una mano, accettando il ridimensionamento) e trattenere i migliori a gennaio. Il pericolo è proprio questo: piazze importanti in difficoltà economiche aspettano con ansia il mercato di riparazione, ma occhio all'effetto boomerang e alla necessità di cedere per far quadrare i conti. Ad Avellino, invece, la società è solida ma l'annata è già fallimentare. Sfumato anche l'obiettivo coppa Italia, forse sarebbe opportuno fare i punti necessari per salvarsi e programmare la prossima stagione cercando di coinvolgere i tifosi che, legittimamente, si stanno allontanando dagli spalti. La cura Rastelli ha funzionato a metà, ci sono calciatori di valore rimasti fuori rosa per mesi e si sta pagando ancora quella conferenza fatta nei mesi scorsi in cui si preferì sparare a zero piuttosto che parlare di programmazione. Punto interrogativo anche sull'Alessandria, meno vulnerabile in campionato ma alle prese con un dilemma societario che rischia di incidere. Il calcio è pieno di storie che parlano di trattative in chiusura e successivi rinvii e dietrofront, una piazza che a maggio riempiva lo stadio per lo scontro salvezza in B col Vicenza meriterebbe decisamente di più. Il campo, che si spera resti unico giudice supremo, premia ancora Pordenone e Catanzaro, mentre nel girone B si fa a gara a chi fallisce l'allungo e favorisce la concorrenza. Cesena, Entella, Gubbio e Reggiana hanno organici interessanti e allenatori validi, ma la sensazione è che regnerà sovrano l'equilibrio fino alla fine. Infine una buona notizia. In data 17 novembre si è riunito il Consiglio Direttivo della Lega Pro che ha deciso di riavviare il progetto utile a riprendere i lavori presso struttura sportiva di Paganica gravemente danneggiata dal terremoto che devastò l'Abruzzo nel 2009. Il ruolo sociale della Lega Pro, e del calcio in generale, continua ad essere primario.