Santarcangelo, patron Brolli a TLP: "La Lega Pro è un'altra cosa"

La storia di un’avventura nata nel 1926 e che per la prima volta arriva in Lega Pro dopo quattordici stagioni consecutive in serie D. A guidarci nei segreti del Santarcangelo Calcio - in esclusiva per TuttoLegaPro.com. - è il suo presidente Roberto Brolli, vero deus ex machina della società di via della Resistenza.
“Siamo l’espressione di una cittadina con 21mila abitanti - esordisce Brolli – che sta diventando un po’ il fiore all’occhiello, anche dal punto di vista residenziale, della zona fra Rimini e Cesena. Nella nostra srl siamo riusciti a coinvolgere 33 soci con un direttivo che esprime 9 consiglieri”.
Santarcangelo che sta raccogliendo tanti consensi in giro per l’Italia, in questa prima parte della stagione. Sempre nel giro playoffs, con dieci vittorie, tre pareggi e dieci sconfitte. Per 33 punti totali.
“Il fatto di esserci conquistati sul campo - continua il presidente - il rispetto degli avversari è la cosa di cui andiamo più fieri ed orgogliosi. Non vorrei però che dopo questo periodo di simpatia, iniziando a raccogliere risultati sportivi importanti, qualcuno possa cambiare idea”.
La sua squadra dal luglio 2009 è stata scelta dai soci fondatori dell'associazione sportiva Squadramia quale compagine con cui collaborare. Questa associazione di tifosi in Italia ha acquistato per la prima volta il 10% di squadra di calcio. Con soli 60 euro l'anno si può consigliare la formazione al mister, segnalare le giovani promesse al ds, votare le decisioni sportive della società, seguire partite e allenamenti online o allo stadio, discutere le scelte nel forum, votare i sondaggi e guarda il conto bancario dell' associazione.
“Siamo stati il primo esempio di questo tipo in Italia con un progetto triennale che ha coinvolto 1.350 iscritti all’inizio. Poi sia per la crisi generale economica, sia per la difficoltà a seguire una società professionistica, hanno di fatto affievolito il notevole seguito. Per la gioia di mister Angelini e del ds Melini, che altrimenti non dovevano rendere conto solo al direttivo ma a più di mille azionisti!”.
Con i fatti, il primo caso di azionariato popolare, modello Barcellona.
“Con i dovuti distinguo con la squadra catalana, abbiamo favorito ed avallato una soluzione di questo tipo, per ampliare il numero di supporter della nostra squadra. Abbiamo un rappresentante in consiglio l’avvocato Riario Fabbri, che segue da vicino l’attività della società”.
La vostra matricola si sta facendo spazio con onore nella nuova categoria.
“Ci fa sicuramente piacere, ma ci eravamo imposti di fare il grande passo, senza rinunciare a livello societario alla nostra filosofia, sia sotto l’aspetto gestionale, che organizzativo: lavorare con i giovani e limitare i costi”.
Nessun altro obiettivo particolare.
“Abbiamo chiesto alla direzione tecnica di mantenere la categoria, senza nessun volo pindarico. L’idea di fondo è sempre la stessa. Squadra giovane, fare bene fuori e dentro il campo, esprimere un buon calcio e giocare con almeno 5-6 giovani che ci diano minutaggio per i contributi”.
Con quali possibili entrate?
“Operiamo in una zona geografica non facile, dovendo coesistere con Cesena, Rimini, San Marino e Bellaria, tutte realtà calcistiche in pochi chilometri. Abbiamo un gruppo di imprenditori e sponsor che ci segue da tempo, anche se negli ultimi tempi qualcuno ha risentito del momento non facile della nostra economia. Abbiamo poi 4/500 paganti a partita ed i nostri 200 fedeli abbonati. Anche se qualche domenica siamo riusciti a staccare 1.400 biglietti, come nel derby col Rimini, o 900 tagliandi con l’Alessandria. Ma sono state delle eccezioni. Poi se arriva qualche richiesta per i nostri giovani, o qualche proposta di valorizzazione, la valutiamo insieme alla direzione tecnica, vero core business della nostra società”.
Quale giro di affari sviluppa la sua squadra di Lega Pro.
“Per il nostro direttivo tanto, perché considerando tutto, quindi settore giovanile e resto, con i nostri trecento iscritti alla scuola calcio, trasferte, spese ed oneri arriviamo agli 8/900 mila euro. I miei collaboratori mi dicono poco se confrontato con quanto spendono le altre società. Noi siamo riusciti a migliorare i conti grazie alle entrate dei due campi in sintetico che con il loro affitto ci portano qualcosa e l’impianto fotovoltaico sulla tribuna che ci consente di abbassare i costi”.
Quali le differenze nella gestione operativa quotidiana fra serie D e Lega Pro.
“E’ totalmente un altro mondo. Sia in un’ottica amministrativa, che burocratica e normativa, per non parlare del lato organizzativo. E’ una micro azienda con norme forse più rigide rispetto a quanto accade nell’attività commerciale. E ciò impone una struttura organizzativa non da poco”.
Tornando alla squadra, quali obiettivi vi siete dati.
“Solo e soltanto la salvezza. Unitamente al lanciare dei giovani, specie del nostro vivaio, grazie al nucleo di giocatori che sono con noi da tempo, come Bazzi, Obeng, Cola, Nardi e Fabbri. Poi sfruttando la collaborazione con il Cesena, provare a valorizzare qualcuno del loro settore giovanile”.
Ma dalla vostra posizione in classifica mi sembra poco.
“Lasci stare, mancando ancora tanti punti. Ci faccia arrivare alla salvezza e poi ci ragioneremo. Certo, siamo stati spesso in quota playoffs, cerchiamo di arrivare alla matematica salvezza e poi proveremo a giocarcela con tutti”.
Quali squadre le hanno fatto una migliore impressione.
“Nonostante la nostra vittoria per 3-0, il Rimini mi è sembrata la squadra più quadrata per la vittoria finale. Non è mi dispiaciuta anche l’Entella, che è la compagine che ci ha messo più in difficoltà. Ma sono domande che dovete girare al ds e al mister, perché il mio è un ragionamento da tifoso”.
Mentre da presidente, a cosa punta.
“Di tenere botta anche fra i Pro e vedere quando e come la riforma della Lega, di cui tanto si parla, cosa comporterà. Anche nell’ultima riunione con Macalli, si sono toccati una serie di argomenti, ma avremmo bisogno di certezze e regole già impostate per programmare il futuro. E’ anche vero che con la crisi che c’è in giro, potrebbe darsi che il progetto di portare le squadre della Lega a sessanta squadre totali possa essere anticipato. Noi avendo i conti in regola ed avendo già pagato le mensilità del 2011 ed apprestandoci la settimana prossima a pagare già i primi stipendi del 2012, ci sentiamo forti e sicuri di ciò. Rimanere nella Lega, sia per i risultati sportivi, ma soprattutto per la nostra solidità, rappresenterebbe il nostro scudetto”.
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