Alex Calderoni a TLP: "Non ci sono più i giovani di una volta. Età media? Una mazzata sui denti"

Più di 200 presenze tra Serie A e B, quasi 20 anni nel mondo del calcio. TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva Alex Calderoni, portiere classe '76, ex tra le altre di Torino e Atalanta. Svincolato, è in ritiro con l'A.I.C., nel Centro Federale di Coverciano.
Tanti ex giocatori di Serie A e B hanno difficoltà a trovare squadra anche in Lega Pro e riempiono le strutture di Coverciano e Novarello...
"Io ci sono abituato, questa per me non è la prima volta. E' già due anni che vengo a Coverciano: in questo centro ci si può allenare bene, ci sono le strutture giuste. Man mano che gli anni passano al posto di trovare gente un po' più scarsa, magari a fine carriera, trovi giocatori con buone qualità che però non riescono a trovare più spazio. Purtroppo al momento va così".
La pagina Facebook creata dai professionisti svincolati inizia a farsi strada. Che ne pensi?
"Ho scoperto dopo la nascita il gruppo, non sono uno degli ideatori. Tanti giocatori hanno fatto sacrifici per arrivare in Lega Pro, non solo in Serie A e B. Hanno messo su famiglia, preso una casa, acceso un mutuo. Poi scoprono che devono smettere di giocare a causa dei nuovi regolamenti sui giovani e si prendono questa grossa mazzata nei denti. Un ragazzo di 18 anni può smettere di giocare per provare a fare un altro mestiere. Un 30enne, che ha speso tutta la sua vita nel calcio, girando per l'Italia ormai no. Anche perché con la crisi che c'è chi prende un ex giocatore come imbianchino?".
Una via d'uscita sembra essere il dilettantismo.
"Dal prossimo anno il campionato di Serie D sarà molto più bello perché credo che molti giocatori saranno costretti, se verranno confermate queste regole, a scendere tra i dilettanti. Io a 37 anni, anche se fisicamente sto molto bene, potrei prendere in considerazione una proposta del genere. Un ragazzo di 25 o di 30 preferirebbe rimanere nel giro dei professionisti".
Cosa pensi della politica giovanile odierna? Credi che l'età media sia una buona soluzione?
"Un giocatore, se è bravo, emerge e gioca a prescindere dall'età. Il punto è che i giovani di oggi non sono più quelli di una volta. Io sono uscito di casa da ragazzino, mi hanno messo in un convitto, mi hanno fatto studiare, insegnandomi a stare al mondo e a essere un buon calciatore. Insomma, mi hanno fatto crescere. I calciatori di oggi, invece, a 16 anni hanno già lo sponsor, il procuratore...Sanno che bravi o scarsi prima o poi giocheranno in Lega Pro. E poi, dopo un paio d'anni, ritorneranno a casa, uscendo dal sistema. Secondo me questo è un modo controproducente per far crescere i giovani. Prenderei esempio dalla Germania che ha un'ottima politica giovanile. Il campionato di Lega Pro è peggiorato in questi anni: qualcuno una domanda dovrebbe farsela. Se poi i presidenti sono d'accordo perché con questi contributi riescono a respirare è un altro discorso..."
Qualcuno punta il dito anche sui guadagni eccessivi dei calciatori. Non è che siete un po' 'viziati'?
"Le cifre che si guadagnavano una volta non esistono più, questo molti calciatori lo sanno benissimo. Tutti si devono adeguare: la crisi economica è anche nel calcio. Una volta erano le stesse società a offrire lauti ingaggi, ora non è più così. A Padova, quest'anno, in Serie B, ho accettato un contratto al minimo sindacale. Comunque si preferisce aspettare molto prima di prendere uno svincolato, sia perché le società devono piazzare quelli in esubero sia perché il mercato per i non tesserati è più lungo".
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