Calcio scommesse, Poerio Mascella a TLP: "Le società sono innocenti, l'unica colpa che hanno è di avere delle canaglie fra i giocatori"

L'apertura delle indagini in merito a questo nuovo filone del calcio scommesse rischia di sconvolgere le classifiche di Serie B e Lega Pro, tuttavia un interrogativo inizia a farsi strada nelle menti degli appassionati di calcio: che colpa hanno le società, che rischiano penalizzazioni e retrocessioni a tavolino per la responsabilità oggettiva, se i propri tesserati scommettevano sulle partite arrivando inoltre in molti casi a penalizzare addirittura la propria squadra? TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva l'ex diesse della Ternana Poerio Mascella che da addetto ai lavori, nonchè profondo conoscitore del mondo del pallone da oltre un quarto di secolo, difende a spada tratta i club coinvolti puntando l'indice contro l'operato dei tesserati che hanno macchiato per l'ennesima volta il gioco più bello del mondo.
Direttore, cosa pensa dell'ennesimo scandalo scommesse che rischia di travolgere il calcio italiano?
"In queste ore sto ascoltando le opinioni più disparate e vedo che tutti stanno mettendo sotto accusa squadre come l'Atalanta in B o la Cremonese in Lega Pro cercando di anticipare sviluppi di classifica catastrofici. Ma i media sono fuori strada perchè le società sono innocenti, non hanno alcuna colpa, anzi l'unica che hanno è di aver avuto all'interno del proprio club delle canaglie che oltre a ledere ed infangare l'immagine della propria squadra, stanno macchiando la credibilità del calcio italiano. Si parla di responsablità oggettiva, ma è un'assurdità: cosa può sapere un dirigente o un presidente dei comportamenti da delinquente di un suo giocatore?".
Lei è un dirigente affermato e a contatto quotidianamente con i giocatori: cosa può fare un club per prevenire certe situazioni scomode?
"Purtroppo nella società moderna una squadra non può fare nulla per tutelarsi. Un club è solo vittima della slealtà di un suo tesserato e non ha nessun mezzo per intervenire in maniera preventiva. Lo sapete che oggi i giocatori, quando sono in ritiro, sono sempre chiusi in camera davanti al loro PC e c'è qualcuno che ci passa addirittura la nottata. La passeranno in chat?, a scommettere?, a giocare a poker? a guardare un film? Chi lo sa!. Per la legge sulla Privacy noi dirigenti non possiamo controllare l'operato dei nostri calciatori e dunque siamo costretti a fidarci - per carità la maggior parte di loro sono persone splendide e pulite - tuttavia qualcuno che se ne approfitta c'è sempre. I club attualmente non hanno gli strumenti regolamentari adatti per difendersi da questi farabutti".
Lei in carriera è stato anche osservatore: fra le tante gare alle quali ha assistito le è mai capitato di imbattersi in una gara taroccata?
"Vedendo ciò che è emerso dalle indagini purtroppo temo di averci assistito, anche perchè in passato tante volte sono rimasto sorpreso da alcune topiche difensive o dai maldestri interventi di certi portieri. In questo paese purtroppo a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca".
Cosa si può fare per difendere i club?
"Il problema vero è che i giocatori sono giustamente tutelati sotto ogni aspetto, mentre le società sono in balia di queste situazioni. Se il tesserato risultasse colpevole, verrebbe infatti giustamente radiato. Però molti dimenticano che i veri danni (economici, morali, di immagine) li deve pagare la società, che non ha alcuna responsabilità sulle azioni commesse dai propri giocatori, con retrocessioni a tavolino o con punti di penalizzazione sul campionato successivo. Una squadra ha responsabilità oggettiva solamente se è coinvolto direttamente un suo dirigente (vedi il caso del Ravenna ndr), altrimenti un club non può rischiare di essere addirittura retrocesso a tavolino per le malefatte di un suo giocatore che ha agito come singolo individuo.
Noi dirigenti dobbiamo trovare, tutti insieme, la possibilità di tutelare le società da questi scandali. Serve una riforma del regolamento e un'unità di intenti da parte di tutti i club: dobbiamo remare nella stessa direzione ed evitare di fare dello sciacallaggio gratuito, con società già pronte ad appellarsi per subentrare in una situazione maturata correttamente sul campo da parte di altre formazioni coinvolte nello scandalo a causa del comportamento inqualificabile di un proprio tesserato".
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