ESCLUSIVA TLP - Chieti, il Ds Battisti: "Il mio sogno è andare in B con questa squadra. Sul mio futuro..."

ESCLUSIVA TLP - Chieti, il Ds Battisti: "Il mio sogno è andare in B con questa squadra. Sul mio futuro..."TMW/TuttoC.com
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mercoledì 5 giugno 2013, 21:30Interviste TC
di Daniele MOSCONI

Dodici anni di storia con la stessa società. No, non stiamo parlando di uno dei protagonisti di "Mi ritorni in mente", ma di un uomo che da calciatore, appesi gli scarpini al chiodo, è passato dietro una scrivania, ma rimanendo sempre con gli stessi colori sociali: il nero e il verde.

Alessandro Battisti, romano de Roma e romanista sfegatato: "Alla Roma come Direttore sportivo? Eh ma la Roma è una malattia non potrebbe mai essere lavoro", sta per chiudere il suo ottavo anno di seguito in terra d'Abruzzo.

In questa intervista concessa in esclusiva a TuttoLegaPro.com, Battisti chiude il libro della stagione 2012/13 per gettare le basi verso il futuro. Ancora a Chieti? "L'ambizione personale c'è, chi non la cerca è un ipocrita, però la prima scelta andrebbe sempre alla società dove attualmente lavoro. Con il presidente Walter Bellia e il Direttore generale Luciano Di Giampaolo c'è un rapporto che va oltre l'ambito professionale, quindi a loro andrebbe sempre la priorità".

Sei avvocato di professione e direttore sportivo.

"La mia vera professione è l'avvocato e a Chieti sto imparando questo nuovo mestiere del Direttore sportivo".

Sei diventato dirigente quasi per caso. Ci racconti com è avvenuto?

"Esatto. Nel 2005/06 il Chieti retrocede dalla C1 e non riesce ad iscriversi al campionato di C2 e si riparte dalla Promozione. Io ancora facevo il giocatore e a quel tempo il Ds era Oscar Tacchi. La società mi chiama e mi chiede di dar loro una mano e ora mi trovo qui a fare il Direttore sportivo di queso club".

La tua aspirazione non era proprio quella di fare il Direttore sportivo o sbaglio?

"Infatti io volevo fare l'allenatore. L'idea era quella, però serviva una mano a livello dirigenziale e non ho detto di no. Quella retrocessione in C2 un po mi dava fastidio. Ripartire dalla Promozione abruzzese era uno scotto troppo alto e in qualche modo ho voluto dare il mio contributo".

Con Chieti, città prima che società, un rapporto che va avanti da tanti anni

"Ormai questa città è come una seconda pelle per me. Gli ultimi otto anni li ho vissuti qui e conosco ogni segreto di questi posti. Prima da giocatore e poi da dirigente".

Però l'ambizione di puntare un po più su c'è, specie dopo otto anni. Hai anche passato la crisi del settimo anno.

"E come faccio a negarlo! Ogni persona che intraprende un percorso vuole sempre arrivare in alto e io mi auguro nel mio piccolo di fare sempre bene".

Magari da romanista sfegatato alla Roma.

Battisti è spiazzato dalla domanda: "Eh ma la Roma è na malattia! Non ce la farei mai...".

Il suo è un sorriso imbarazzato di chi non avrebbe voluto rispondere in questo modo, ma quando parla il cuore è difficile trattenere le emozioni.

Ripensando alla stagione chiusa domenica, dopo il gol di Capogna un pensiero ce l'avevi fatto.

"Dopo quel gol ci avevamo fatto tutti più di un pensiero. Eravamo partiti molto bene, mettendo in difficoltà L'Aquila. Nel secondo tempo loro sono usciti alla distanza e la maggiore esperienza dei loro giocatori ha fatto la differenza. Ora rimane l'amarezza per come è finita".

Delusi?

"No, questo no. Delusi e sconfitti no, perchè comunque possiamo ritenerci molto soddisfatti. Partire da un play off raggiunto la scorsa stagione non era facile. Anche solo ripeterci era un'impresa non da poco. Abbiamo fatto qualcosa di molto importante e ne siamo fieri e orgogliosi".

Con un gruppo sempre giovane.

"Tu pensa che noi avevamo una delle rose più giovani del girone e ogni domenica abbiamo schierato dai sei agli otto under. Un dato che la dice tutta sulla bontà del nostro lavoro".

Lavorare con i giovani non è mai semplice. Da esperto del tema: puntare sui giovani è più un rischio o un'opportunità?

"Penso che lavorare con i giovani sia sempre una grossa opportunità, anche se io sono dell'idea che parlare di giovani a 20-21 anni sia una forzatura. A quell'età devi già sapere cosa fare su un terreno di gioco. La scelta che abbiamo fatto è anche dettata dai tempi, oltre che da una precisa volontà di riuscire a farli crescere e formarli sotto tutti i punti di vista".

De Patre vi ha detto addio.

"Rispetto la scelta del mister. Il lavoro fatto da Tiziano è sotto gli occhi di tutti. Con lui abbiamo fatto una stagione straordinaria e peccato per com è finita".

La vostra stagione è stata contraddistinta dalla scommessa fatta con Claudio De Sousa.

Sorride prima di rispondere: "Diciamo che ogni anno noi che facciamo questo lavoro facciamo una scommessa con noi stessi. La stessa cosa prima che con De Sousa l'avevamo fatta con capitan Pepe, anche lui reduce da un infortunio grave come quello di Claudio. Con il brasiliano ci siamo sentiti sul finire della scorsa stagione e avevamo fatto una bella chiacchierata. Ci aveva rassicurato che stava riprendendo alla grande e ci abbiamo creduto fin da subito. Quando si è presentato in ritiro era già in forma dopo pochi giorni. Ma al di la di tutto ha dimostrato di essere un uomo dalle qualità spiccate anche fuori dal campo. Siamo contenti di averlo avuto con noi".

Ne parli come se dovesse andar via.

"Ma no. Certo quando fai una stagione del genere qualcuno gli occhi addosso ad un giocatore li mette, rientra nell'ordine delle cose. Però penso che se il presidente trovi qualcuno che lo supporti, non è mica così certo che possa andar via".

Si parla di Crotone per De Sousa.

"E' ancora presto e comunque non scartiamo l'ipotesi che resti con noi. E' in scadenza, ma in questi giorni potrebbe muoversi qualcosa per quanto riguarda la società e potremo sicuramente fare un quadro della situazione".

A questo proposito sembra che realmente qualcuno si stia avvicinando.

"Guarda, io leggo i giornali e al momento le ipotesi sul campo sembrano molto estemporanee. Aspettiamo che si concretizzino del tutto. Bisogna anche mettersi nei panni del presidente. Fare sempre da soli alla lunga ti porta a non farcela. Un aiuto sarebbe importante e in base alle forze che si aggiungeranno si può progettare un futuro diverso per il club".

In caso di qualche offerta ad Alessandro Battisti che fai?

"Tutte chiacchiere al momento e comunque la priorità va al Chieti prima di ogni mia decisione".

Macalli nell'intervista che ci ha rilasciato ha parlato di stadi di proprietà in Lega Pro. Il suo pensiero in linea di principio non è sbagliato: investire per limitare le perdite.

"Sono molto d'accordo con la teoria di Macalli. Le società in Lega Pro purtroppo non è che navighino nell'oro e i soldi che arrivano dalla Lega stessa vengono investiti per la quasi totalità nella forza lavoro (leggi giocatori, ndr). Ho avuto modo di leggere la vostra intervista e credo che Macalli abbia ragione anche su un altro punto: quello della valorizzazione dei vivai delle società stesse. Da questo punto di vista noi stiamo cercando di portare avanti un progetto in tal senso. Mi rendo conto che lavorare sui settori giovanili è visto come un costo, ma è l'unica possibilità che abbiamo per abbattere i costi nel medio e lungo periodo".

Visto che ci offri questo assist, vuoi farci qualche nome della Berretti teatina che ritieni futuribile?

"Ci sono parecchi elementi che possono fare al caso nostro. Fare nomi non è mai carino".

Per TuttoLegaPro.com fai un'eccezione.

"C'è questo Colalongo, punta esterna classe '96 che mi piace molto e c'è il difensore centrale Di Crescenzo che sa il fatto suo. Stiamo parlando di un '95. Se son rose fioriranno".

Un sogno nel cassetto per Alessandro Battisti?

"Quando siamo scesi in Promozione il rammarico era tanto e mi ero ripromesso che avrei fatto di tutto per riportare il Chieti dove merita. Un sogno nel cassetto? Sarebbe bello arrivare con questo club dove non siamo mai arrivati".

In B?

"E perchè no!".