Intervista TC

Fontana: "Vi spiego il perché del mio esonero a Gubbio"

Fontana: "Vi spiego il perché del mio esonero a Gubbio"TMW/TuttoC.com
© foto di Stefano Scarpetti
Ieri alle 21:00Interviste TC
di Raffaella Bon

Gaetano Fontana, a sorpresa, non è più l'allenatore del Gubbio. TuttoC.com lo ha contattato per capirne di più.

Partiamo dall'esonero che sembra inspiegabile. Cosa è successo? 
"Diciamo che un esonero da campo è un po’ diverso dal mio attuale esonero. Il primo mi avrebbe preoccupato di più perché sarebbe dipeso dalla mancanza di risultati, questo invece è un esonero dipeso da una divergenza sul progetto tecnico. Mi spiego.
A dicembre scorso nel momento in cui sono stato chiamato dal Gubbio, la proprietà del club, unitamente al direttore Degli Esposti, mi fece presente della situazione venutasi a creare nella squadra, partita con obiettivi ambiziosi ma che, a causa delle difficoltà incontrate, era relegata alle porte dei playout. Il Presidente mi parlò della sua volontà di costruire una squadra competitiva per un campionato da zona alta della classifica ed io, che in estate ero arrivato a pochi metri dalla serie B (Salernitana), dissi alla proprietà che i loro desideri corrispondevano ai miei e che ero pronto a costruire qualcosa di importante, affinché potessimo giocarci le nostre chance nel giro di un paio d’anni.
Purtroppo quel progetto, causa i tanti infortuni ereditati, non è mai partito realmente. A gennaio la società mi fece sapere che non era possibile fare mercato in uscita e quindi non è stato possibile far arrivare qualche giocatore di cui necessitavamo, soprattutto a centrocampo ed in attacco dove eravamo decisamente sotto numero. Così, per mesi, fino a quasi fine campionato, siamo stati costretti a gestire una squadra di soli 13 elementi. Ricordo ancora la mia seconda partita a Sestri Levante: facevo fatica a mettere in campo un 11  per via delle tante assenze (13 giocatori out). 
Ciononostante siamo andati avanti tutti senza mai lamentarci per il bene del Gubbio e perché questo un allenatore deve saper fare nei momenti di difficoltà".

Tirando le somme, come è stato quest'anno?
"Nonostante le assenze ed altre problematiche incontrate, credo si possa dire che si è fatto un buon percorso riuscendo ad arrivare ai play off. Insieme al direttore e al mio staff decidemmo di fare quadrato intorno alla squadra, allontanando il pessimismo e la paura che in situazione di difficoltà accompagnano ogni giocatore voglioso di fare risultato a tutti i costi. Si era riuscito a creare un bel gruppo di lavoro e la sinergia creata è stata di grande aiuto anche nei momenti di sofferenza fisica data da partite ravvicinate e da mancanza di cambi per far respirare chi scendeva sempre in campo. Tra l’incredulità generale, siamo comunque riusciti ad arrivare ai play off".

Un esonero a metà giugno ha pregiudicato altre scelte. 
"Beh fino a qualche giorno fa gli addetti ai lavori mi consideravano accasato a Gubbio. Ed anche io essendo sotto contratto non ho preso in considerazione altre opzioni pensando che con il Presidente avremmo ripreso a parlare per costruire quel progetto ambizioso che mi aveva portato a Gubbio lo scorso dicembre.
Quando ho capito che le intenzioni della società erano diverse, ho compreso che il loro progetto tecnico non corrispondeva più alle mie aspettative. Ho letto con rammarico che i problemi sarebbero sorti dalla mia richiesta di allungare il contratto in essere. In realtà io ho chiesto solo garanzie tecniche. Nessuno ha detto  che ho ribadito a più riprese - ai componenti della società nei luoghi preposti e non per mezzo stampa - che la mia richiesta principale era quella di migliorare la squadra laddove necessitava e di avere strutture adeguate per allenarsi, per costruire quel progetto di cui avevamo detto al momento della mia venuta. 
Io sono fortemente convinto che se ogni anno si smantella buona parte della squadra senza una programmazione precisa, sia difficile ottenere risultati importati o comunque migliori di quelli sin ora avuti.
Evidentemente il mio pensiero non collimava con quello della Società e quindi le nostre strada si sono divise".

Il suo futuro? 
"Ora mi godo un po’ di relax con la famiglia, ma tra qualche giorno inizierò comunque il mio lavoro fatto di scouting di analisi e di metodologia. Il nostro mestiere è in continua evoluzione, almeno per me è così, c’è sempre qualcosa che poi aggiungere o modificare al fine di migliorare nella gestione tecnico-tattica e relazionale". 

Viviamo in un Calcio sempre più in difficoltà, con squadre importanti come SPAL e Brescia sparite.
"Purtroppo questa è una triste realtà. Noi abbiamo affrontato la SPAL a Ferrara proprio nell’ultima gara del torneo. Osservando quello stadio, quella gente, quella squadra e quella passione che arrivava a noi in campo, mai e poi mai avrei pensato ad una situazione come quella verificatasi". 

La Salernitana in C fa ricorso per tornare in B.
"Mi è dispiaciuto molto per quelle che hanno vissuto a Salerno. Mi è dispiaciuto anche quanto accaduto in estate. Con il senno di poi, probabilmente potevamo fare qualcosa di buono, e consentitemi la battuta, fare peggio sarebbe stato difficile".