Gemignani: "Nel Girone A si punta sull'intensità. Cambierei regola under"
Andrea Gemignani, terzino ex Lucchese e Arzignano Valchiampo, è intervenutio ai microfoni di TuttoC.com per fare il punto della situazione in Serie C.
Che tipo di Serie C stai vedendo quest’anno? È un campionato più equilibrato o ci sono squadre che spiccano nettamente?
"Nella serie C ogni anno ci sono sempre delle sorprese, come sempre ci sono alcune squadre che partono forte e prendono subito punti sulle rivali, ma il campionato é ancora lungo e le classifiche cambiano a metà anno".
Secondo te, cosa distingue il girone A dagli altri due (B e C) in termini di livello, intensità e qualità di gioco?
"Sono tutti gironi molto difficili, penso che il girone A rispetto agli altri punti più sull’intensità".
Hai notato un cambiamento nel modo di giocare delle squadre in questi ultimi anni di Serie C — più tattica, più fisicità o più tecnica?
"É un campionato molto vario, ci sono squadre create per la fisicità e altre per l’intensità, penso che la differenza la faccia chi riesce a portare gli eventi a suo favore, una squadra che mi ha stupito é il Trapani, nonostante i punti tolti, stanno facendo un campionato di spessore".
Quanto conta oggi l’esperienza in una categoria come la Serie C, rispetto alla freschezza dei tanti giovani in prestito dalle big?
"Sicuramente tante squadre a inizio hanno puntano sui giovani e le cose vanno bene, per le altre dove la scelta non risulta ottimale, nel mercato di riparazione cercano esperienza ma spesso quei pochi punti persi fanno la differenza alla fine dell’anno. É riuscire a trovare l’equilibrio della squadra la parte difficile".
Come si prepara mentalmente una partita in Serie C, dove spesso le condizioni dei campi e gli avversari cambiano molto da settimana a settimana?
"La settimana si prepara cercando il punto debole e studiando gli avversari, ma importante é sapere dove risiede la propria forza e sfruttarla al massimo contro tutti gli avversari".
Sei un giocatore che ha girato diverse piazze: cosa hai imparato da queste esperienze che ora ti aiuta di più in campo?
"Penso che ad oggi quello che mi aiuta di più é la mentalità, saper leggere le situazioni e trovare modo di agire e reagire".
C’è un allenatore che ha inciso particolarmente sul tuo modo di interpretare il ruolo?
"Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno trasmesso qualcosa che mi é rimasto e riporto in campo".
Ti senti più terzino “classico” o ti piace la versione moderna, più offensiva e di spinta costante?
"Io mi reputo più terzino classico ma ogni anno le cose cambino e in qualche modo ci adattiamo alle situazioni".
Come gestisci il lato mentale in una stagione lunga e tosta come quella di Serie C?
"Non ho un modo particolare per gestire il lato mentale, sono un ragazzo positivo e credo che questa sia una mia forza e che mi aiuti tanto in qualsiasi circostanza".
Vedi differenze sostanziali tra la Serie C di qualche anno fa e quella attuale?
"La differenza più eclatante tra gli scorsi hanno e quelli recenti sono sicuramente le società: negli ultimi anni, purtroppo, ci sono squadre che partono con punti di penalità o magari non arrivano a fine anno, questo dispiace perché é un campionato professionistico e non dovrebbero succedere queste cose, l’amore per una maglia spinge persone a sostenere i propri colori e sicuramente anche la competitività, più il livello é alto, più quelli meno interessati verranno a riempire gli stadi".
C’è un giovane che secondo te farà strada nei prossimi anni?
"Di giovani forti ne ho visti tanti, alcuni hanno fatto strada altri la stanno ancora percorrendo, lo scorso anno, a Lucca, avevamo Selvini, Saporiti e Palmisani, tre giovani di talento a cui auguro il meglio per la loro carriera ma c’erano altrettanti ragazzi che hanno avuto meno spazio dettato dalla situazione che vivevamo".
Ti piacerebbe restare nel calcio anche dopo la carriera da giocatore — magari come allenatore o dirigente?
"Negli anni a venire non so ancora cosa potrà succedere, per adesso cerco di rimettermi in gioco dopo la stagione passata."
Se potessi cambiare una sola cosa della Serie C, quale sarebbe?
"Forse una cosa che cambierei sono le regole sui giovani, per me non c’è giovane o vecchio, c’è chi é forte e chi meno, preferisco la meritocrazia e da qualche anno, ormai, non se ne vede tanta".
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