INTERVISTA TC - Argurio: "Vincere in C davvero difficile. Al Sud sarà difficilissimo"

03.06.2023 21:00 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Argurio: "Vincere in C davvero difficile. Al Sud sarà difficilissimo"
TMW/TuttoC.com

Christian Argurio, ex direttore sportivo tra le altre di Catania e Messina, reduce dal quinto posto in Serie A croata con l’Istria, miglior risultato nella storia del club, ha parlato a TuttoC.com delle ultime novità in Lega Pro.

In quattro per un posto al sole: Cesena-Lecco e Pescara-Foggia.
“Difficile fare pronostici, c’è un grande equilibrio dimostrato anche dai precedenti turni. In pochissimi si aspettavano l’esclusione prematura di club come Crotone, Pordenone, Vicenza e Padova. Per esperienza posso dire che il Lecco ha un grande entusiasmo, ha battuto una big in trasferta con grande personalità ma si troverà di fronte un Cesena che ha passato il turno senza subire gol, con un mister molto esperto nei playoff. I bianconeri, dal canto loro, devono fare attenzione all’euforia lecchese: lo status mentale è favorevole ai lombardi ma l’esperienza è dalla parte dei bianconeri. Vedo il Cesena leggermente favorito ma la qualificazione per un posto nella finale è apertissima".

E la grande sfida tra Zeman e il suo passato?
“Due squadre che si conoscono bene, provenienti dallo stesso girone. Sarà davvero bello vedere Zeman contro il suo Foggia ma anche Zeman contro un mister di spessore come Delio Rossi, visto che entrambi hanno allenato ad altissimi livelli e che quest’ultimo spesso è stato accostato, come tipologia di gioco, al maestro boemo. Anche qui l’autostima del Foggia è ad altissimi livelli, ricorda quel Cosenza che riuscì a vincere i playoff partendo dai primissimi turni. Ci sarà tanto equilibrio, potrà davvero succedere di tutto”.

Se ci sarà posto, probabilmente l’Atalanta B sarà in Serie C.
“Sono favorevolissimo alle seconde squadre. Non si può far finta di nulla vedendo l’esempio molto positivo avuto in questi anni dalla seconda formazione della Juventus. I bianconeri, che con la prima squadra lottano per arrivare in fondo a tutte le competizioni, stanno sempre più utilizzando i giovani della Next Gen. Pensate quanto minutaggio riusciranno ad avere i giovani che giocheranno nelle seconde squadre di Atalanta e Sassuolo, club che hanno meno obiettivi e pressioni in prima squadra rispetto ai piemontesi. Però, e questo è fondamentale ribadirlo, i risultati non potranno essere raccolti immediatamente, serviranno almeno un paio d’anni e tanta pazienza”.

L’ultimo è stato Baschirotto, convocato in Nazionale. Ma dalla Serie C alla Serie A qualcuno ci arriva anche senza seconda squadra…
“Giocare in Lega Pro è sicuramente meglio che giocare nel campionato Primavera: le pressioni sono maggiori e, per questo, cresci con più forza mentale e secondo me più rapidamente, la Serie C molto più formativa. Nzola giocava alla Virtus Francavilla e ora arriva stabilmente in doppia cifra in Serie A, Di Lorenzo dopo la mancata iscrizione della Reggina in serie C, dove aveva giocato precedentemente in B, è dovuto ripartire nuovamente dalla C da Matera prima di vincere lo Scudetto a Napoli come capitano dei partenopei, Baschirotto in un paio d’anni è arrivato alla maglia azzurra”.

A proposito di Di Lorenzo, in passato fu vicino all’acquisto… 
“Estate 2015, conducevo il mercato dell’Akragas neopromosso in Serie C, poco dopo mi sarei spostato al Messina. Lo contattai direttamente dopo aver parlato anche col suo agente dell’epoca. Si era svincolato dalla Reggina, ci provai ma fu inutile: fu molto educato e cortese ma puntava a vincere il campionato, non a giocare in una neopromossa che voleva salvarsi. La sua non era arroganza, semplicemente aveva già fatto la sua esperienza importante con gli amaranto. Scelse Matera, poi dopo due anni andò all’Empoli e da lì al Napoli e alla Nazionale. Viene da sorridere al pensiero che è stato promosso dalla B alla A, ha vinto pure lo Scudetto da capitano ma non ha mai vinto in Serie C. Il calcio è bello anche per questo. E di questi percorsi di giocatori che dalla C arrivano a giocare in A ne troviamo per fortuna anche altri. Speriamo sempre di più.

A proposito di gente che non ha mai vinto in C, De Zerbi sta facendo un figurone in Premier League. E pensare che in Lega Pro arrivò secondo (anche a causa di un KO col suo Messina) e perse la finale playoff col Pisa di Gattuso.  
“Si vedeva che aveva idee da grande allenatore sin dagli anni della Lega Pro. Ha perso una finale playoff per un soffio ma ci sta: ai playoff, come detto, ci sono mille variabili, una piccola cosa può cambiare una stagione. Quell’anno lo incontrai col Messina, riuscimmo anche a battere quel Foggia 3-2 ma si vedeva in prospettiva quanto fosse bravo come allenatore. È difficile vedere giocare bene una squadra di C, quel Foggia lì aveva ottime idee e un bellissimo gioco. Anche lui ha fatto un percorso partendo dalla Lega Pro, questa categoria l’ha rafforzato. Partire dal basso può essere sempre una ricchezza e lui pur se già molto bravo ha dimostrato sempre grande umiltà. Questo lo rende ancora più bravo e con una carriera a mio avviso sempre più top”.

Lei conosce molto bene il Girone C. Cosa dobbiamo aspettarci il prossimo anno? 
“Sarà un campionato difficilissimo e altamente particolare solo per citarne alcune: Benevento, Crotone, una o entrambe tra Pescara e Foggia. E poi ci saranno sempre le solite sorprese. Davvero tante big, senza nulla togliere agli altri gironi, quello meridionale sarà certamente tra i più combattuti”.

Vincere sarà un terno al lotto. 
“Andare via dalla Serie C sarà davvero difficile, sia direttamente che tramite i playoff. Non esiste una ricetta perfetta altrimenti la userebbero tutti. La beffa è sempre dietro l’angolo, noi a Catania perdemmo la possibilità di giocare una finale playoff solamente ai calci di rigore. E per due stagioni consecutive arrivammo tramite i playoff a sfiorare la promozione in B. Credo che serva spendere il giusto, con un certo grado di progettualità. Non si può volere tutto e subito, per vincere non bisogna azzerare rosa e staff ogni anno ma implementare in maniera graduale e con pazienza, come hanno fatto il Catanzaro e prima anche altre squadre importanti pur non riuscendoci al primo tentativo.
Se arrivi tra le prime cinque puoi migliorare senza dover mandare via tutti, ripartire creando un gruppo forte, unendo la base di qualità che già hai con nuovi elementi giusti per migliorare la squadra. Con progettualità e competenza prima o poi si ottengono risultati. In una società e quindi in una squadra ogni componente deve svolgere solo il proprio compito ma cercando di farlo sempre al meglio. Così  si può costruire un gruppo unito in tutte le componenti, un gruppo che può diventare vincente”.