INTERVISTA TC - Arini: "L'Andria deve ripartire dalla passione della gente"

17.07.2018 15:00 di Raffaella Bon   vedi letture
Mariano Arini
TMW/TuttoC.com
Mariano Arini
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Per parlare della drammatica vicenda della Fidelis Andria, TuttoC.com ha raggiunto Mariano Arini, diciotto mesi in biancazzurro tra il 2011 e il 2013, centrocampista attualmente in forza alla Cremonese. 

La piazza di Andria sparisce dalla geografia del calcio professionistico. Cosa significa per te?
"Un'altra piazza importante con un passato glorioso dovrà probabilmente ripartire dai Dilettanti. Vuol dire che ancora una volta qualcosa nel tempo è stato sbagliato, altrimenti non si arriva a questo punto. Dispiace perchè a rimetterci sono sempre i tifosi che hanno una grande passione per questa squadra".

Che ricordi porti dietro della tua esperienza?
"Ho dei ricordi molto belli di questa piazza: un pubblico caloroso che veniva in massa allo stadio. Anche nell'anno e mezzo in cui sono stato io c'erano tanti problemi societari, a gennaio fui ceduto, la squadra fino a giugno giocò senza percepire i soldi e alla fine ci furono la retrocessione e il fallimento". 

Come si riparte ora?
"Bisogna ripartire innanzitutto dalla passione della gente e da persone serie, da un progetto che possa riportare l'Andria nei campionati che gli competono, non certo quelli dilettantistici. Si deve ricostruire da questi due punti fondamentali: tifosi e un progetto serio".

Cosa ti senti dire ai tifosi?
"Ai tifosi posso solo dire di continuare ad avere questa passione per la squadra, perchè già nel 2013 dopo il fallimento sono ripartiti dall'Eccellenza riuscendo a tornare in Lega Pro. All'epoca vedevo alcuni video delle partite dove c'era lo stadio pieno, come non si vede nemmeno in Serie B. Non devono mollare".

La crisi ha colpito altre società gloriose. Cosa pensi del momento attuale della Serie C?
"E' stato un lunedì nero: sono scomparsi quattro club con un passato importante e questo è un fallimento per tutto il movimento calcistico. Dispiace per la passione della gente e perchè tanti giocatori si troveranno improvvisamente senza contratto da un giorno all'altro: è una sconfitta per tutti. Gestire una società in Serie C è sempre più complicato perchè gli introiti sono veramente pochi, i diritti tv quasi non ci sono e la gente allo stadio è sempre meno. Purtroppo le società devono mettere tutto di tasca loro, alcune vanno in difficoltà non riuscendo più a quadrare i conti e purtroppo poi si arriva al fallimento".