INTERVISTA TC - Lo Monaco: "Impossibile ripartire. E sullo sciopero..."

21.05.2020 16:00 di Sebastian Donzella Twitter:    vedi letture
INTERVISTA TC - Lo Monaco: "Impossibile ripartire. E sullo sciopero..."
TMW/TuttoC.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pietro Lo Monaco, consigliere federale in quota Lega Pro e a lungo dirigente del Catania, ai microfoni di TuttoC.com ha commentato le decisioni prese nella giornata di ieri dalla FIGC.

Niente promozioni a tavolino né blocco dei ripescaggi. Quanto deciso dall'Assemblea di Lega Pro non è stato accettato dalla FIGC. Una giornata negativa per la Serie C?
"Relativamente: ad oggi è ancora tutto da definire e non c'è nulla di irrecuperabile. Il Consiglio Federale si è espresso con una delibera che prevede il ritorno sui campi per tutto il mondo professionistico. Ma l'idea che ciò avvenga è utopia bella e buona. Tra una settimana il presidente della FIGC, Gravina, incontererà il ministro dello Sport, Spadafora. Solo dopo si potrà avere una decisione definitiva. Sarà fondamentale, dunque, il prossimo consiglio federale nel quale, con un po' di buonsenso,  sono convinto che verrà messa la parola fine a tutta questa telenovela.
Sorprende, comunque, che la Serie C venga paragonata alle serie superiori solo ed esclusivamente quando si tratta di incombenze mentre quando si tratta di distribuire i proventi la Lega Pro scompare dai radar. Le tre serie sono considerate uguali quando è il momento di pagare, ma quando si tratta di avere risorse la C viene accomunata ai dilettanti". 

Ma è così difficile la ripartenza in C?
"Direi impossibile. Le squadre di Lega Pro non hanno la forza di riprendere il campionato perché non possono rispettare i protocolli: utopistico pensare che fra tamponi, analisi, stadi disinfettati e quant'altro i team di terza serie riescano a farcela economicamente. E poi, a livello organizzativo, vorrei capire come sia possibile disputare una decina di giornate mancanti più i playoff e i playout in soli due mesi, tra luglio e agosto. Non ci sono proprio i tempi tecnici".

E c'è anche la questione stipendi, con contratti eventualmente da allungare a luglio e agosto.
"Tanti club sono in difficoltà con gli stipendi da marzo a giugno e chiediamo loro di pagare altri due mesi? Con introiti pari a zero da settimane e settimane? Senza contare che le fideiussioni sono ancora bloccate e che sarebbero una bella boccata d'ossigeno per numerosi presidenti. Fermiamoci e sistemiamo anche la questione economica relativa agli emolumenti dei calciatori sotto contratto che riguardano sia gli stipendi che le tasse. Come vedete, sono tanti i motivi che hanno spinto l'Assemblea di Lega Pro a votare per lo stop al campionato. Evitiamo che la Serie C vada incontro a una disfatta".

Quindi potreste pensare anche a uno sciopero, come emerge dalle conversazioni social tra società rivelate da TuttoC.com?
"Mi piace pensare che alla fine prevalga il buonsenso, che la C non verrà equiparata alla A e alla B e che quindi si potrà fermare, per poter preparare al meglio per la prossima stagione, nella quale vivremo mesi difficilissimi visto che si dovrà ricominciare a porte chiuse, sempre se il virus ce lo consentirà. Non dimentichiamoci che alla fine comanda sempre questa maledetta pandemia. Sembra che sia passata ma, in realtà, dobbiamo continuare a stare attenti, prova ne sono i protocolli rigidissimi".

Ma la questione promozioni e retrocessioni?
"L'Assemblea ha fatto delle proposte che possono prevedere tranquillamente degli accorgimenti. L'obiettivo nostro è garantire la regolarità del prossimo campionato". 

Innegabile che quegli otto club che hanno chiesto a Gravina di riprendere a giocare almeno i playoff non siano un bel segnale per la compattezza della Lega.
"Io sono 50 anni che faccio calcio. Sono stato consigliere di Lega in A, in B e in C. Non ho mai visto a tutti i livelli il nostro calcio ragionare di sistema. Purtroppo sempre e comunque molti privilegiano l'aspetto personale e privatistico. Se ci sono state delle società che, disattendendo a quella che era la volontà assembleare, hanno chiesto in privato a Gravina di disputare i playoff, non hanno fatto una bella cosa. Il problema è che dobbiamo tornare a ragionare, serve normalità mentale. Non si può prevedere che la C possa continuare questa annata disgraziata. Poi la stessa delibera della FIGC lascia aperti più scenari: la disputa dell'intera stagione, la disputa dei soli playoff e playout, lo stop totale con promozioni e retrocessioni date dalla classifica cristallizzata".

Chiusura sul Catania. Secondo lei si salverà?
"Me lo auguro con tutto il cuore e tutto me stesso: spero che venga salvata la matricola storica e che il club etneo possa disputare il prossimo campionato di Lega Pro. Tre anni fa, quando sono ritornato a Catania dopo quattro stagioni d'assenza, compiendo un atto d'amore, la situazione era disperata, al limite della chiusura. Abbiamo tenuto in piedi la situazione con sacrifici enormi, disputando campionati competitivi con poche disponibilità economiche. Io personalmente ci ho rimesso salute, soldi e testa. Ma l'ho fatto per una società che, soprattutto nei nove anni di Serie A, ha fatto parlare di sé non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ecco perché spero che chi vuole rilevare il Catania per mantenerlo tra i professionisti possa farcela".