INTERVISTA TC - Piacenza, Scianò: "Anche le società dovrebbero scioperare"

06.09.2020 07:30 di  Raffaella Bon   vedi letture
INTERVISTA TC - Piacenza, Scianò: "Anche le società dovrebbero scioperare"

Il direttore generale e sportivo del Piacenza, Marco Scianò, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per commentare l'introduzione delle liste bloccate a 22 giocatori e fare il punto sul rinnovato progetto biancorosso. 

L'Associazione Italiana Calciatori ha minacciato lo sciopero per protestare contro la riforma
"Penso che scioperare sia un diritto e non sta a me esprimere critiche in merito. Dovrei precisare che anche noi società dovremmo scioperare, di fronte alla situazione che ci si prospetta in questo nuovo campionato.Prima di tutto per le porte chiuse, perché senza pubblico è impossibile svolgere una stagione dal momento che i tifosi sono il sale del calcio e perché le società vengono private da introiti. Poi c'è la questione legata al protocollo. È vero che il Covid non va preso sottogamba, però i ritmi imposti sono asfissianti per le società, costrette ad eseguire i tamponi ogni quattro giorni ed effettuare i test ogni quindici. Le spese complessive possono arrivare a superare anche i trecentomila euro, considerati anche i costi di igienizzazione degli ambienti".

Cosa ne pensi dell'introduzione delle rose bloccate a 22 giocatori?
La Serie C deve svoltare e lo fa in un momento particolare, in cui bisogna mettere in campo una maniera nuova di impostare il calcio. La rosa a 22 ridefinisce la modalità di disegnare le rose, sono sicuro che già dal secondo anno questa riforma riceverà meno lamentele perché sarà stata assimilata. Questa riforma non limita gli ingaggi e permetterà di valorizzare i giocatori del vivaio. Oggi tutti si stupiscono se il Novara vende Barbieri a un milione di euro, la gente deve sapere che queste sono eccezioni perché la categoria non ha grandi movimentazioni economiche. Trovo assurda la contestazione di chi dice che così si crea un impoverimento tecnico, con 22 calciatori professionisti e 3-4 giovani forti, non capisco dove sarebbe l'impoverimento". 

Che campionato dobbiamo attenderci dal Piacenza?
"Abbiamo avviato un progetto nuovo, consapevole che la Serie C è una categoria insostenibile dal punto di vista economico e quindi bisogna far valere la forza delle idee. Soprattutto occorre costruire nel tempo, altrimenti si vive in un all-in continuo che in pochissimi si possono permettere mentre le altre ne pagano le conseguenze in maniera gravissima. Il nostro  è un programma che nell'arco di un triennio ci deve permettere di avere una rosa di giocatori di proprietà e degli over che possano portarci ad avere un progetto competitivo. Chiaramente l'obiettivo, al culmine dei tre anni, è quello di competere ai vertici del campionato". 

Prevedi novità in vista sui gironi?
"C'è poco da dire sui gironi, è difficile in una penisola dividere le squadre e accontentare tutti. Alla fine la divisione attuale ricalca una continuità che non lascia grande spazio ad altre formule innovative o a gironi nazionali. Oggi dobbiamo contenere i costi e ricalcare un modello che ha funzionato". 

Nel frattempo la compilazione dei calendari è slittata per via del caso Picerno-Bitonto
"La giustizia sportiva ci fa di nuovo capire quanto siamo lontani dalla credibilità, visto che parliamo di fatti risalenti a due stagioni fa che tornano a galla oggi. Lo trovo grottesco e conferma quanto il nostro sistema fatichi a trovare credibilità, ogni volta si chiude una falla e se ne apre un'altra. Fatti del genere devono essere sbrigati immediatamente e non valutati dopo così tanto tempo".