Parlato: "Il mio sogno è tornare ad allenare in C. A Cittadella il miglior ds"

Intervistato dai microfoni di TuttoC.com il tecnico Carmine Parlato ha parlato della Serie C che verrà, dei movimenti di mercato e dei suoi ex giocatori.
Mister, cosa pensa di questa terza serie?
"È una C un po' diversa rispetto agli altri anni, poi dipenderà secondo me dalla formula dei gironi e dove metteranno i vari squadroni, però sicuramente è un mercato un po' a rilento, infatti chi sento mi parla di un'annata un po' strana. È ovvio che le società staranno salvaguardando quello che è il budget, ma allo stesso tempo ognuno di loro ha i colpi in canna. Ripeto è un mercato un po' a rilento, anche se come sempre succede gli ultimi giorni di mercato le varie squadre andranno a ottemperare quelle che saranno le mancanze dell'organico".
Chi si sta muovendo meglio?
"Secondo me sono quelle un po' più blasonate, per ogni girone. Credo che Vicenza comunque sta facendo un mercato molto minuzioso, ma allo stesso tempo con quei profili che non possono e non vogliono sbagliare. Poi il Cittadella che ha un grandissimo direttore sportivo, anche se ha sofferto moltissimo la retrocessione, che è Stefano Marchetti, che penso sia uno dei più bravi direttori del calcio italiano. E la Salernitana assieme al Catania, credo che abbiano degli organici superiori a tutte le altre, compreso la Ternana che da quello che leggo vivrà una riduzione di budget e quindi dovranno un attimino rivedere il tutto".
I suoi ex giocatori?
"Per quanto riguarda i miei ex ragazzi sono sincero, da vent'anni che alleno ne sono passati tanti, però quelli che un po' mi vengono in mente adesso che sono nella fase top sicuramente credo che ci sia Emiliano Pattarello dell'Arezzo: l'abbiamo preso dall'Eccellenza e a Trento ha fatto molto molto bene e sono contento per lui. Poi c'è Quagliata il terzino sinistro, ex Cremonese, che è comunque a Catanzaro che sta facendo un percorso ottimo, è stato anche all'estero. E poi c'è Paolo Azzi, che veramente quest'anno ha fatto molto molto bene anche se era a Cagliari l'anno scorso e quindi sono tre ragazzi che ricordo con grande affetto".
Lei è rimasto fermo: che sensazioni prova?
"Non mi aspettavo di restare fermo, è ovvio che a tutto tante volte ci può essere un perché. È chiaro che il mio sogno è quello di ritornare in C anche se negli ultimi anni sono stato in serie D e se il mio nome non è associato ad una vittoria del campionato rischia di essere messo da parte: il calcio è così,. Tante volte si ha la possibilità, non sempre si può vincere, io penso che comunque l'allenatore debba essere valutato -oltre al discorso dell'obiettivo- anche per capacità, per la persona che è e per quella che è la sua collaborazione con la società in merito agli obiettivi, quindi sono fiducioso. Aspetto, cerco di aggiornarmi. Secondo me in futuro arriveremo a giocare come quando eravamo piccoli per strada col portiere volante perché veramente il calcio si sta trasformando in maniera davvero molto veloce. A prescindere da questa battuta mi auguro che quanto prima il sottoscritto possa ripartire con un team che gli dia grande fiducia, grande collaborazione interna e tutti uniti per un unico obiettivo. I cinque campionati vinti sicuramente è un bel trofeo ma ho fame di vincere anche se non sempre si vincono i campionati così a chiacchiere".
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