Pro Patria, Cusatis a TLP: "Fiero del gruppo che ho"

Pro Patria, Cusatis a TLP: "Fiero del gruppo che ho" TMW/TuttoC.com
Giovanni Cusatis, allenatore della Pro Patria
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com
sabato 25 febbraio 2012, 13:15Interviste TC
di Daniele Mosconi

La sua squadra si può paragonare alla Reggina di Mazzarri di qualche anno fa. Allora la squadra calabrese partì da una penalizzazione di nove punti per i fatti di "Calciopoli", ma riuscì lo stesso a salvarsi con un grandioso campionato che ancora oggi è l'orgoglio di ogni tifoso reggino. Nel caso della Pro Patria la situazione è ben diversa. Qui i punti non sono stati tolti prima della stagione -bensì durante- ma non nove, ma tredici. Solo a contare questo numero con le dita ci metti quei buoni dieci secondi che ti fanno scoraggiare.

Pensate se vi trovate con un fardello simile e dovete ogni giorno dare un motivo in più alla vostra squadra per continuare a combattere e credere in se stessa. Eppure Giovanni Cusatis da Milano, ha saputo infondere al suo gruppo quella forza che deriva proprio dalle negatività. Le discipline orientali si basano molto sugli accadimenti negativi da cui ogni persona ne trae giovamento. La sua Pro Patria ha uno score invidiabile: nelle ultime diciannove partite ne ha persa solo una (0-2 interno contro il Renate). Allenare in una società gloriosa porta molti svantaggi, il primo è la pressione che un ambiente simile ti mette, il secondo che essendo un novello della panchina un po di emozione la provi.

Lui no, ha saputo ambientarsi benissimo in questa categoria dimostrando che spesso essere novelli non significa essere incapaci. Ha dato un'impronta netta del suo lavoro ed ora molti tifosi pensano addirittura ad un clamoroso approdo nei play off. Lo abbiamo voluto conoscere meglio, non affidandoci solo alle domande sul calcio, ma cercando di entrare in punta di penna nella sua vita di tutti i giorni. In questa intervista esclusiva che ha concesso a TuttoLegaPro.com, con l'allenatore della Pro Patria, abbiamo scoperto una bella persona, umile e combattiva.

Mister, le faccio una domanda da classico "uomo della strada": ma come avete fatto a resistere dopo tutte queste penalizzazioni che vi sono piovute sulla testa?

"Siamo stati bravi a tenere alta la concentrazione. Il gruppo è unito e ognuno rema verso un'unica direzione. Non è stato semplice, direi una cosa assurda se affermassi il contrario, però abbiamo saputo trovare da queste negatività la forza per non abbatterci e dimostrare che siamo più forti di queste penalizzazioni".

Lei viene dal settore giovanile della società bustocca, quindi la domanda calza a pennello: quali sono le differenze maggiori che ha notato nel "salto" dalla berretti alla prima squadra?

"Le differenze sono sostanziali, perchè poi quando alleni la berretti sai che sono già dei giocatori pronti. La preparazione e l'approccio alla gara cambiano, anche la gestione del gruppo diventa più importante perchè sai di giocarti molto ogni domenica".

Un pregio e un difetto della sua squadra?

"Eh (ridacchia ndr), questa squadra ha più pregi che difetti se ci penso. Però credo che la dote migliore di questi ragazzi sia il fatto che come dicevo prima, nonostante tutte queste avversità non abbia mai mollato. Ci abbiamo creduto in questo progetto, vogliamo dar vita a qualcosa di importante. Punto molto su questo perchè so di toccare corde molto delicate della loro autostima. Un difetto? Mah! sicuramente durante le partite abbiamo dei passaggi a vuoto che spesso mi fanno arrabbiare, ma so che non posso pretendere da loro la perfezione, altrimenti non saremmo qui, ma giocheremmo nel Barcellona".

Quanto conta avere una tifoseria come quella dei tigrotti?

"Conta tantissimo accidenti se conta! Sono un pubblico caloroso e molto esigente, abituato a palcoscenici molto più importanti di una 2^ Divisione. Però hanno avuto l'umiltà di capire la situazione e di starci vicino, ed ora come si dice nell'agricoltura: stiamo raccogliendo i frutti".

Mister passiamo a parlare un po del Cusatis uomo. Lei è credente?

"Si credo e quando ho la possibilità vado a messa".

Quanto è importante la spiritualità nella sua professione?

"Ha un aspetto non marginale, ma è una cosa privata che voglio tenere per me".

Senta, un ricordo della sua infanzia?

"Di certo mia madre che mi chiamava per tornare a casa. La sua voce ancora la sento nelle orecchie (il tono della sua voce nella cornetta, si spezza un po dall'emozione ndr). La mia era una famiglia molto umile con genitori che hanno lavorato per farmi diventare quello che sono. Ricordo che non c'era nulla, e quello che avevi te lo dovevi conquistare a costo di enormi sacrifici. Però con il passare degli anni, sono orgoglioso di aver avuto questi genitori, perchè mi hanno insegnato l'importanza di certi valori. Ed io ora se sono Giovanni Cusatis lo devo anche al loro insegnamento che cerco nel mio piccolo di trasmettere alle persone che mi sono più vicine, a partire dalla mia famiglia".

Ed invece uno della sua giovinezza?

"Beh non creda che abbia fatto chissà cosa. Si mitizzano molto certi decenni, ma io la mia l'ho vissuta sui campi di calcio. Scuola, allenamenti e amici. Ho anche io le mie belle marachelle ma sono fiero di quel che ho fatto".

Sposato e padre di due figli.

"Sapete tutto eh! (ride sorpreso ndr) Sono sposato con mia moglie da 26 anni ed i miei figli ormai sono abbastanza grandicelli".

Quando è a casa parla di calcio?

"Non vorrei, però anche se non parlo proprio direttamente, poi quando sono a casa, guardo dvd sulle squadre avversarie o cose concernenti il mio lavoro. E' un mestiere difficile questo che mi porta a non staccare mai la spina. Però quando sono con loro e sento il calore della famiglia, anche guardare una partita diventa meno stressante".

A proposito, volevo chiederle: ma la domenica sera le capita di non prendere sonno a causa dell'adrenalina della partita che non riesce ad andar via?

"No no, per fortuna no. Alla domenica sera sono talmente stanco che crollo come un sasso. Casomai non prendo sonno durante la settimana, perchè mi viene qualche dubbio se ho fatto le scelte giuste o meno. Allora si che arrivano le notti in bianco".

Se non avesse fatto l'allenatore dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, cosa avrebbe fatto?

"Mamma mia! Sicuramente non mi sarei visto dietro a quattro mura. Sono una persona che ama il contatto, quindi credo che avrei fatto il rappresentante".

Torniamo a parlare della sua squadra. Ci sono parecchie individualità interessanti.

"Non mi piace esaltare il singolo, credo che questa squadra abbia delle qualità importanti, questo si, ma dire che questo è più bravo di un altro non aiuta la crescita del gruppo. A me più del giocatore in sé mi interessa che il gruppo viaggi tutto allo stesso modo, perchè se abbiamo fatto quello che vede, lo dobbiamo alla forza di volontà e la tenacia di questi ragazzi".

Mister, si parla tanto della paventata riforma dei campionati, lei cosa ne pensa?

"Credo che sia arrivato il momento che accada. Si è perso troppo tempo. Alla fine è giusto che ci siano delle regole che impongono dei vincoli rigidi. Se non si è capaci di rispettarli non puoi partecipare. I giocatori meritano rispetto perchè sono i protagonisti che scendono in campo. Finchè sei giovane puoi anche "tollerare" che non ti paghino, ma quando a non ricevere soldi sono padri di famiglia, la cosa diventa molto più difficile".

Come le sembra la nuova componente societaria?

"Ho avuto modo di conoscerli e mi sembrano persone che sanno il fatto loro. Nulla è lasciato al caso. Certi risultati, come quelli che abbiamo fatto noi, arrivano soprattutto dall'unione che deve partire dal presidente fino all'ultimo magazziniere".

Dove vuole arrivare questa Pro Patria?

"Non ci poniamo limiti. Vogliamo fare più punti possibile, perchè tutti ci elogiano, però intanto la zona calda è sempre lì a pochi punti. Pensiamo alla Valenzana che mercoledì ha anche vinto, senza far troppi voli pindarici. Cerchiamo di sfruttare questo buon momento per fare ancora meglio".

Lei è persona molto umile, però noi curiosando sul suo profilo ufficiale di Facebook abbiamo trovato questa frase: impossibile non è un dato di fatto, è un opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti...

Prima di rispondere Cusatis ha un attimo di esitazione che alla fine spiegheremo. Un aneddoto molto divertente.

"Sono veramente molto sorpreso da questa vostra bravura nel cercare le cose anche più impensabili. Si credo che quella frase rispecchi il mio modo di pensare: non arrendersi mai e trovare sempre la forza dentro di se".

Noi tempo fa abbiamo avuto modo di intervistare il vostro Luca Giannone. Ci è parso il classico napoletano che la sa lunga ed ha quella "cazzimma" (sfrontataggine) che serve per arrivare in alto.

Quest'ultima definizione l'ha molto divertito: "Luca è un carattere molto schivo. Parla poco, vorrei che si aprisse di più. In mezzo al campo gli sto insegnando il valore del gioco di squadra perchè alle volte si perde in individualismi che lo danneggiano. Ha un talento enorme. Penso che non lo sappia neanche lui quanto sia bravo, ed è un punto di forza questo".

Poco sopra vi abbiamo parlato di un aneddoto divertente. Finita l'intervista, ci richiama il team manager Danilo Grassi che ci dice: "Guarda Daniele che il mister era molto sulle sue..". Lo rassicuriamo dicendo che è stato molto disponibile. Lui però ci svela un segreto: "Sai, il mister pensava fosse uno scherzo perchè è raro che gli facciano domande più personali, così quando gli hai parlato della frase sul suo profilo di Facebook, lui ha iniziato a guardarsi intorno e camminava pensando che fosse qualche suo giocatore che gli stesse facendo una telefonata scherzosa passata per intervista". Alla fine si è scoperto che il Re degli scherzi nello spogliatoio è Dario Polverini. Stia tranquillo mister, eravamo proprio noi di TuttoLegaPro.com