TuttoLegaPro.com ... in rosa: Laura Biffi (responsabile marketing e segretaria settore giovanile AlbinoLeffe)

E' la new entry femminile in Lega Pro. Da soli cinque mesi, infatti, Laura Biffi lavora all'Albinoleffe. Metà annata calcistica, ma doppia responsabilità: marketing e segreteria giovanile. Un'accoppiata inedita, soprattutto nelle mani di una ragazza giovane, alla prima esperienza nel calcio professionistico. TuttoLegaPro.com...in rosa questa settimana ha scelto lei.
Da quanto e quale lavoro fai all'interno della società seriana?
"Sono Segretaria del Settore Giovanile e Responsabile Marketing. Mi divido durante il giorno tra questi due ruoli, anche se la segreteria del Settore Giovanile occupa molto più tempo: tutti i giorni c'è qualcosa di nuovo e si è sempre stimolati.
Sono l'ultima arrivata: mi sono laureata a dicembre e il 2 gennaio ho cominciato a lavorare nell'AlbinoLeffe. Essere catapultata in questa realtà per me è stata una fortuna: si lavora con grande tranquillità e senza pressioni".
Quale è il percorso di studi che ti ha portata a ricoprire questi ruoli?
"Dopo aver frequentato un istituto tecnico commerciale, mi sono iscritta alla laurea triennale in Scienze Giuridiche, Economiche e Manageriali dello Sport all'Università di Teramo. Infine ho proseguito con la laurea specialistica in Management dell'Impresa, dello Sport e del Turismo, sempre all'Università di Teramo. Sono stata sei anni fuori casa, di cui uno in Erasmus in Spagna".
E' stato quindi un percorso che nasce da una passione per lo sport in generale?
"Esatto. Anche se poi in fondo non sono stata io a scegliere il calcio, ma il calcio a scegliere me: spesso mi è capitato di seguire partite, ma non sono mai stata una grande tifosa e non mi sono mai appassionata ad alcuna squadra particolare. Sono sempre stata super partes. Attraverso l'università ho poi iniziato facendo tirocini nel mondo della pallacanestro, con l'Amatori Pescara. Infine mi si è presentata questa opportunità all'interno dell'AlbinoLeffe e ho colto la palla al balzo".
A proposito di basket: differenze col calcio?
"Prima di tutto c'è da sottolineare che non si trattava di una società professionistica, ma dilettantistica che militava nella vecchia B2. E' differente l'approccio, ad esempio quando vai alla ricerca di una sponsorizzazione: sappiamo tutti che in Italia in primo luogo viviamo di calcio. La pallacanestro è uno sport seguito, ma solo relativamente. In una città come Pescara, dove c'è già la squadra di calcio, se un'azienda vuole buttarsi nella sponsorizzazione è difficile che lo faccia in una società dilettantistica di pallacanestro. Era difficile, ma mi ha permesso di farmi le ossa e una robusta esperienza".
Di solito è più facile incontrare l'unione della figura dell'addetto stampa con quella del Responsabile marketing, mentre voi avete adottato una politica diversa unendo quest'ultimo ruolo a quella del Settore Giovanile: da cosa dipende questa scelta?
"L'ha deciso il nostro Presidente: è stato un modo per premiare me e il mio percorso di studi. Ma andando avanti molto probabilmente dovremo fare una scelta più netta, o in un senso o nell'altro. In una società non grandissima servono comunque figure professionali capaci di gestire problemi in modo più generale.
Io però mi sento più legata alla segreteria del Settore Giovanile: penso che ognuno abbia le proprie vocazioni e andando avanti ci si rende conto di essere più portati per una cosa piuttosto che un'altra. Ho a che fare tutti i giorni con i ragazzi e non è un lavoro monotono, ma stimolante. Sto instaurando ottimi rapporti con i nostri giovani infatti abbiamo un centro sportivo con sei campi e gli uffici e viviamo la stessa realtà sette giorni su sette.
Abbiamo infine una bella iniziativa legata ai nostri Pulcini denominata "Il calcio a misura di bambino": i più piccoli raccontano sul nostro sito ufficiale come vivono le partite anche attraverso disegni".
Come si gestisce il marketing di una realtà di Lega Pro?
"Noi ci siamo incentrati sul pubblico, portando avanti iniziative per i nostri tifosi. Da gennaio in poi abbiamo impostato un rapporto con loro di modo che venissero coinvolti il più possibile. Abbiamo voluto assicurarci una sorta di fidelizzazione con loro per arrivare a riempire al meglio lo stadio. In una realtà come Bergamo è difficile. In secondo luogo si gestiscono i rapporti con gli sponsor: noi siamo una piccola realtà e quindi abbiamo dei rapporti quasi famigliari con loro. Di sicuro molto tempo e lavoro è necessario per riuscire a creare legami duraturi: oltre agli sponsor storici, stiamo cercando di farne entrare altri coinvolgendoli in tutte le nostre iniziative".
Hai accennato al fatto che a Bergamo vivete una situazione difficile, probabilmente per la presenza di una squadra di categoria superiore come l'Atalanta...
"(ride, ndr). Con loro non abbiamo alcun tipo di accordo e condividiamo solamente lo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo. Siamo assolutamente indipendenti, anche perché militando in campionati diversi non dobbiamo dimenticare che le situazioni sono completamente differenti".
Siete una delle realtà più piccole presenti in 1^ Divisione: come vivete la competizione contro piazze molto più seguite?
"Non si sente in modo eccessivo la differenza: siamo una società giovane, ma con trascorsi importanti".
Sono solo cinque mesi che vivi a contatto con questo mondo prettamente maschile: ti è mai capitato di vivere situazioni complicate legate al tuo essere donna?
"(ride, ndr). Ho vissuto diverse situazioni e problematiche, ma non legate al fatto che sono donna in un mondo maschile. Questa è una società in cui ogni giorno c'è qualche ostacolo da affrontare, ma lo dico in senso positivo. Tra studio e lavoro sono sempre stata abituata a relazionarmi con l'altro sesso ed essendo una delle poche donne nell'AlbinoLeffe sono stracoccolata e viziata. Non ho vissuto alcun tipo di discriminazione, ma è ovvio che bisogna sempre dimostrarsi forte per farsi rispettare perché non nascondo che l'ambiente non è solo maschile ma anche un po' maschilista".
Quante donne collaborano all'interno dell'AlbinoLeffe?
"Oltre a me c'è Elena Rodolfi, vice allenatore dei Pulcini Provinciali C; Giulia, che collabora con l'ufficio stampa ed infine la figlia del nostro presidente Andreoletti".
C'è quindi molta attenzione della vostra società nei confronti delle donne e dei più giovani?
"Non solo per quanto riguarda il settore tecnico, ma anche negli uffici siamo tutti molto giovani".
Siete impegnati in iniziative sociali così come accade all'interno della stessa Lega Pro: che tipo di rapporti hai instaurato con le donne della Lega Pro?
"Ci alterniamo a presenziare ad eventi e corsi, per cui io non le ho ancora conosciute personalmente se non un fugace saluto a Roma. Per quanto riguarda invece le colleghe delle altre squadre posso dire di aver notato un incremento importante del numero di presenze femminili, soprattutto nei ruoli di segreteria. C'è grande collaborazione tra di noi".
Trovi che la donna possa ricoprire in tutta tranquillità qualsiasi tipo di ruolo?
"Secondo me non ci sono ruoli più o meno indicati: dipende dalla passione che ognuno di noi mette in ciò che fa e soprattutto dalle competenze che si possiedono. Ovviamente per poter allenare bisogna conoscere il mondo del calcio dall'interno anche come giocatore".
Quali sono le tue aspettative professionali? Ti piacerebbe poter indirizzarti anche verso altri tipi di mansioni in futuro?
"Al momento sono soddisfatta e non vedo motivi per cambiare. Ovviamente non mi precludo alcuna possibilità, come ad esempio la frequenza ai corsi da direttore sportivo per la parte amministrativa. Da un punto di vista tecnico però alzo le mani (ride, ndr): non sarò mai in grado di ricoprire quel tipo di ruolo".
Come riesci a conciliare la tua vita privata con la tua vita professionale?
"Ultimamente è diventato un problema, visto che lavoro sette giorni su sette (ride, ndr). Ma ho solo 26 anni, non ho grandi legami e gli amici riesco sempre ad incontrarli. E poi in fin dei conti se c'è la volontà si riesce a fare tutto: questo poi non è solo un momento, ma lo sarà per il resto della mia vita. Chi lavora nel mondo dello sport è abituato e sa che non esiste il fine settimana".
Quando vai alla ricerca di sponsorizzazione e le aziende si trovano di fronte una donna giovane come reagiscono?
"C'è stupore sia per l'età sia perché sei una ragazza. La maggior parte delle persone che lavorano nelle aziende sono abituate a rapportarsi con uomini. Ma per me è uno stupore positivo (ride, ndr)".
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