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Boscaglia: "Seconde squadre danno lustro alla C, ma bisogna valutare cosa tolgono"

Boscaglia: "Seconde squadre danno lustro alla C, ma bisogna valutare cosa tolgono"TMW/TuttoC.com
Roberto Boscaglia
Oggi alle 11:30Primo piano
di Valeria Debbia

Roberto Boscaglia, allenatore che vanta una vasta esperienza in Serie C, è intervenuto nel corso di 'A tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61, offrendo una panoramica approfondita sul campionato.

È presto per emettere giudizi, ma che fotografia fa di questa terza serie? Vede una crescita tecnica, anche grazie all’attenzione mediatica di Sky e della nostra trasmissione?

"C’è una crescita tecnica, il campionato è difficilissimo, con molto campanilismo ma anche tanta qualità. Negli ultimi anni il livello si è alzato. Sky e voi fate un grande lavoro, dando attenzione mediatica a squadre di grande blasone come Avellino, Vicenza, Catania, che hanno fatto la Serie A. Questo è un bene per la Serie C".

Intravede la possibilità di fare della Serie C un’autostrada per i giovani talenti, come vorrebbero Zola e il presidente Marani? O è difficile passare dall’idea all’atto pratico, visto che è un campionato competitivo con playoff e rischio retrocessione?

"La Serie C è sempre stata l’anticamera di Serie B e A, molti nazionali ci sono passati. Sul discorso giovani, l’incentivo del minutaggio è complicato. Obbligare a far giocare i giovani per prendere soldi non va bene. Un ragazzo del 2003 deve giocare per il minutaggio, ma un 2002, magari più pronto, viene escluso perché non rientra più nei criteri. Non si può etichettare un 22enne come giovane, crea illusioni. In passato, l’Italia vinceva gli Europei Under 21 senza obblighi di minutaggio, perché i giovani bravi giocavano, come Pio Esposito all’Inter. Se un giovane è bravo, deve giocare; se non lo è, no. L’obbligo di minutaggio può far perdere giocatori validi che non rientrano nei criteri, creando drammi psicologici per i ragazzi che finiscono il minutaggio e poi spariscono. Bisogna trovare soluzioni per sostenere le società senza obbligare il minutaggio, altrimenti si crea confusione e si penalizzano i talenti veri".

Si parla poco del lavoro degli allenatori di Serie C, che mostrano grande valore tecnico, sperimentazione e nuove idee. Meritereste più attenzione, magari con un evento a Coverciano per valorizzare il vostro lavoro?

"Sì, servirebbe più attenzione. Bisognerebbe anche educare i dirigenti, perché spesso si scelgono allenatori con poca esperienza. L’allenatore non è solo tecnico-tattico, ma deve gestire le risorse umane, soprattutto con i giovani di oggi, diversi da 20 anni fa per via di social media e tecnologia. Non basta parlare di calcio, bisogna entrare nella loro mente, capirne le dinamiche, farli innamorare dell’idea di gioco. Le idee tecniche le abbiamo tutti, ma il rapporto umano e psicologico è determinante. Dobbiamo entrare nel loro mondo per far assorbire le nostre proposte, altrimenti è difficile".

Parliamo delle seconde squadre, come Inter, Atalanta e Juventus. Qual è il suo giudizio sulla loro utilità? È corretto limitarne l’accesso? Si pensava che la Juventus potesse ambire a qualcosa in più dei playoff.

"Bisogna mettere un limite, altrimenti si perde il campanilismo della Serie C. Le seconde squadre danno lustro, ma bisogna valutare cosa tolgono. Portano benefici alle società di Serie A, come dimostra la Juventus con la valorizzazione dei talenti, ma al calcio di Serie C? Molti giocatori sono stranieri, quindi il beneficio è più per le società che per il calcio italiano. Si devono valutare tutte le dinamiche a 360 gradi. Ben vengano, come la Roma Under 23 o un possibile ritorno del Milan, ma devono portare qualcosa al campionato, non solo alle società".

Passiamo ai gironi, partendo dal Girone B. Dopo i successi dell’anno scorso, sembra il “girone Calimero”, con Arezzo come squadra di riferimento e Ascoli che deve riprendersi il suo ruolo. Qual è la sua valutazione?

"Tutti i gironi sono difficili. Il Girone B, che ho vinto con l’Entella, è di qualità, con ambienti caldi. Arezzo parte con i favori del pronostico, ma Ascoli sta facendo benissimo. Attenti agli outsider che possono emergere. È un girone competitivo, si giocherà fino all’ultimo minuto. Arezzo ha avuto qualche problema, ma è partita bene; Ascoli è in gran forma, come altre squadre come l'Ascoli, seguita dal mio ex direttore Matteo Patti. La Ternana ha potenzialità e un grande bacino d’utenza, ma deve risolvere le questioni societarie. Il Perugia è in difficoltà, ma parliamo di piazze da Serie A con passione straordinaria. È presto per tirare le somme, ma il lavoro paga".

Il Girone C sembra il più infernale, con piazze come Salerno, Catania e Benevento che hanno investito come squadre di Serie B, ma anche Crotone, Trapani e altre realtà competitive. Ogni partita è una battaglia. Cosa ne pensa?

"È un girone durissimo, soprattutto per l’ambiente, con stadi strapieni e grande passione. Squadre come Catania, Benevento e Salernitana hanno blasone e investimenti importanti, ma ci sono anche Crotone, Trapani, che ha già cancellato la penalizzazione, e Cosenza, che sta ripartendo dopo l’uscita del direttore sportivo. È un girone di grande valore tecnico, con ottimi allenatori e società importanti. Non c’è mai nulla di scontato: la Salernitana sul 2-0 pensava di vincere facile, ma è stata ribaltata; il Benevento a Picerno, da 2-0 a 2-2. È un campionato fantastico, una battaglia continua":

Nel Girone A, sembra esserci meno pathos ambientale, ma il livello medio si è alzato. Vicenza e Padova non sono sole, c’è il Brescia e realtà come il Cittadella, in difficoltà ma con un passato importante. Qual è la sua analisi?

"Non darei il Cittadella per tagliato fuori. Conosco bene l’ambiente e il direttore Marchetti, hanno fatto due finali per la Serie A. Si riprenderanno con il lavoro, nonostante un inizio inaspettato. Vicenza investe da anni per tornare in B, è una grande società. Il Brescia, dove sono stato due anni, ha un ambiente che trascina, con tifosi che sono una spinta enorme. È un girone di grande qualità tecnica, con tanti prestiti da squadre di Serie A e giocatori che sanno giocare in C. Non mancano stadi caldi, e ci saranno sorprese. Oltre a Vicenza, Brescia, senza dimenticare il Cittadella, che hanno investito molto, altre squadre si inseriranno".