Perugia, il blasone non basta: dopo un mese è già crisi. Salerno, pubblico da record: Iervolino, che occasione stai perdendo!

Perugia, il blasone non basta: dopo un mese è già crisi. Salerno, pubblico da record: Iervolino, che occasione stai perdendo!TMW/TuttoC.com
Oggi alle 00:00Il Punto
di Luca Esposito

Editoriale di oggi che non può non partire dai risultati maturati negli anticipi del venerdì, con un girone B che continua a regalare sorprese e che vede alcuni allenatori già sotto la lente di ingrandimento. Il sottoscritto ha sempre sostenuto che i campionati si vincono battendo le cosiddette piccole e l'Arezzo, ieri sera, ha imparato una lezione che potrà tornare utile nelle prossime settimane. Il colpaccio del Guidonia, cui approccio tra i professionisti è stato eccellente, non ridimensiona affatto le ambizioni amaranto, ma conferma che non bisogna mai sottovalutare nessun avversario. Bravissimo Ginestra a trasmettere la mentalità giusta ad un gruppo di ragazzi che proprio non vuol saperne di recitare il ruolo di vittima sacrificale; del resto lo 0-0 all'esordio al Curi di Perugia era già un primo avviso alla concorrenza. A proposito degli umbri, la clamorosa sconfitta di Ravenna avvia ufficialmente la crisi. Ormai da troppo tempo i biancorossi galleggiano in Lega Pro senza riuscire a dare segnali concreti alla tifoseria e la sensazione è che la società possa valutare un ribaltone tecnico se la prossima settimana sarà ancora rinviato l'appuntamento con la vittoria. Cangelosi dovrà spiegare come sia possibile subire due gol in rapida successione e tornare a casa con zero punti dopo aver trovato il doppio vantaggio nella prima frazione di gioco. Ribadiremo allo sfinimento un concetto: il blasone non garantisce la promozione e il Perugia, preso singolarmente, non appare affatto superiore a quello che, nella passata stagione, non è riuscito nemmeno a conquistare un posto nei playoff. Crolla il Pontedera, uno 0-4 col Campobasso che certifica le difficoltà tecniche dei toscani. Anche la vittoria su un Rimini in grossa difficoltà societaria aveva lasciato in eredità qualche perplessità, la sensazione è che Menichini stia convivendo con problematiche forse inattese alla vigilia.

La storia insegna che non sempre puntare sui giovani è strategia vincente: ha senso se si aggiungono al gruppo anche elementi di esperienza per la categoria, bravi a guidare gli under nei momenti di difficoltà. Mettere in discussione il trainer di Ponsacco dopo il miracolo sportivo della passata stagione sarebbe ingeneroso, ma è ovvio che occorrerà una inversione di tendenza per non ritrovarsi da subito nelle sabbie mobili. La Ternana, in attesa di scendere in campo, sembra invece aver risolto le grane societarie. La nuova proprietà, per la quale ha garantito Bandecchi, si è presentata ufficialmente e Ferrero è già stato protagonista della scena. La gente, però, chiede fatti e non parole e spera che il peggio sia definitivamente alle spalle dopo un'estate che sarebbe eufemistico definire turbolenta. Negli altri gironi ci sono situazioni diametralmente opposte. In quello settentrionale il Vicenza sbanca Cittadella e ridimensiona le ambizioni dei granata veneti, col Brescia che sta crescendo e ne fa tre a Renate negli ultimi 10 minuti. Da segnalare i 13 punti di penalizzazione inflitti alla Triestina, un campionato "falsato" sin dalle origini e un qualcosa di surreale per dirigenti, tecnici e calciatori che vedono andare in fumo tutti gli sforzi di queste settimane. Che calcio è questo? Nel girone C, infine, il Catania prende 4 gol a Cosenza ma restiamo convinti di due cose: gli etnei sulla carta restano i più forti e i calabresi, nell'undici titolare, sono da primato. La pecca? La panchina corta, oltre allo strappo con una tifoseria che conferma la volontà di seguire la squadra soltanto in trasferta. La Salernitana ne approfitta, fa 4 su 4 e, pur senza brillare, le vince tutte e restituisce entusiasmo alla piazza.

I numeri di Salerno sono impressionanti: 24mila spettatori in tre giorni, 5300 abbonati e Salernitana-Sorrento che batte quasi tutte le partite di B dello scorso fine settimana reggendo il confronto con club di A come Sassuolo, Parma, Como, Cremonese e Pisa. La società continua a non rendersi conto di avere a disposizione un potenziale di pubblico enorme e avrebbe dovuto investire milioni a luglio per allestire una corazzata quantomeno per lanciare un segnale dopo due retrocessioni di fila a suon di record negativi battuti. Invece è arrivato un altro no per un innesto dagli svincolati, con Milan che parla di budget da salvaguardare senza spiegare che fine abbia fatto il progetto che puntava all'Europa, a Cavani in attacco e alla zona sinistra della classifica in A. E' proprio vero che alla fine si salvano sempre e solo i tifosi granata. Iervolino si limita, ogni 5-6 mesi, ad elogiare la piazza in qualche intervista con la stampa nazionale, ma andare sotto la curva a chiedere scusa e dire grazie tendendo la mano sarebbe stato minimo sindacale. Zero contestazioni, zero cori contro, zero striscioni ostili. Dopo aver infranto il sogno serie A. Perchè questa freddezza?