Braglia: "Convinto dalla rosa del Perugia. È una squadra da primi 5 posti"

Piero Braglia si è presentato quest'oggi quale nuovo allenatore del Perugia, dopo l'esonero di Vincenzo Cangelosi. Ma cosa ha convinto il tecnico - che fino a poche settimane fa era a Rimini in una situazione complicata - ad accettare la proposta del Grifo? "Mi ha convinto la rosa del Perugia. È una squadra che sta facendo molto meno di quello che può fare. Gli allenamenti e le partite diranno se ho visto giusto. Credo che questa squadra possa arrivare tra i primi cinque posti, l’ho detto anche ai giocatori. Sono venuto con questo obiettivo, poi il campo dirà se ho ragione o torto. Che impressioni e sensazioni ho tornando a Perugia? Questa è una piazza importante, dove tutti vorrebbero allenare. Ho avuto la fortuna di essere chiamato dal direttore. Ora è tutto da dimostrare, perché le chiacchiere si fanno, ma è meglio farne poche e lavorare. Credo che la squadra sia fisicamente in buona condizione, grazie al lavoro importante fatto in ritiro, per cui dobbiamo ringraziare anche chi c’era prima. Io ho un’idea di calcio diversa da quella di Cangelosi, ma non è detto che sia quella giusta. Me lo auguro per me e per la squadra. Dobbiamo parlare poco e pedalare tanto. Una piazza come Perugia, con gli sforzi della società per fare la Serie C, richiede che ci diamo tutti una mossa. I giocatori più esperti, insieme a me, dovranno prendersi responsabilità. Vedremo da martedì a che livello siamo, perché sono le partite a dirti chi sei".
Cangelosi parlava di problemi psicologici della squadra, soprattutto dopo la sconfitta col Ravenna, dove il Perugia è crollato nel secondo tempo: "Se penso che sia davvero un problema caratteriale o di mentalità, e come lavorerò su questo? Vincere aiuta a vincere. Se perdi spesso, emergono tanti problemi. Ho sempre pensato, parlando con amici, che il Ravenna possa dare fastidio a chi vuole vincere il campionato. È una squadra quadrata, sottovalutata perché neopromossa, ma con investimenti su giocatori come Okaka e Donati, sta facendo un campionato importante. Riguardo al Perugia, se fossimo andati al riposo sul 2-0 col Ravenna, probabilmente non sarei qui. Nel calcio, gli episodi determinano molte situazioni. È andata così per il mister precedente, ma ognuno la vede come vuole".
Ma, nel breve termine, con due partite in casa in cinque giorni, cosa si può fare? "Se non ce la facciamo tatticamente o fisicamente, dobbiamo farcela con i nervi, la cattiveria, l’attenzione e la tensione alla gara. È questo che aiuta a vincere. Capisco che il mondo è cambiato, ma le partite sono sempre le stesse. Quando scendi dal pullman, entri nello spogliatoio e vedi il campo, deve salirti qualcosa dentro. Mi auguro che i ragazzi, anche per quello che stanno passando – perché non fa piacere a nessuno che venga mandato via chi ha condiviso con loro un bel periodo l’anno scorso e quest’anno – mostrino un atteggiamento tosto, calcisticamente cattivo. Dobbiamo diventare cattivi e fare le cose in una certa maniera, poi verrà fuori la qualità dei singoli".
Braglia ha vinto tanto in questa categoria, con imprese a Cosenza e Castellammare: "Se spero di replicare un’impresa simile a Perugia? Chi allena il Perugia deve essere consapevole di poter fare un certo tipo di campionato, altrimenti perde tempo. Come piazza, blasone e tifoseria, il Perugia è tra le squadre più importanti, non solo della Serie C, ma anche della B. Non serve rivangare il passato, bisogna dimostrare fin da subito che vogliamo cose diverse, che la gente torni a seguirci. Le chiacchiere non portano da nessuna parte. Serve l’aiuto di tutti – voi, la società, il pubblico, la squadra – per remare dalla stessa parte. Solo così questa squadra può fare qualcosa di buono".
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