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Braglia: "Perugia, giusto fare un passo indietro. Non sono riuscito a incidere"

Braglia: "Perugia, giusto fare un passo indietro. Non sono riuscito a incidere"TMW/TuttoC.com
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
Oggi alle 10:45Primo piano
di Antonino Sergi

Ospite di A Tutta C su TMW Radio, è intervenuto l'ex tecnico di Rimini e Perugia Piero Braglia che ha toccato diversi argomenti riguardo la sua ultima avventura in terra umbra finita con le dimissioni.

E' una stagione che sembra però non sorriderle perché qui fra Rimini e Perugia insomma non è trovato fortunatissimo in questo avvio di annata.
"Rimini mi scusi ma Rimini io che c'entro. Io non c'entro niente a Rimini proprio niente anzi appena mi sono reso conto di alcune cose me le sono venute via. Mi sembra che le difficoltà ce le hanno tuttora anche se mi dispiace per i ragazzi. Però Perugia è un'altra cosa. Perugia chiaramente ci abbiamo messo tanto, ci abbiamo messo cinque partite e cinque sconfitte e secondo me era giusto fare un passo indietro perché quando non riesci a incidere in una certa maniera è giusto farti da parte".

Non credo che sia sempre colpa dell'allenatore, forse è un'assunzione di responsabilità, alle volte anche la squadra dovrebbe prendersela.
"A me nessuno mi aveva detto che potevo essere esonerato, io parlavo tranquillamente prima e dopo la partita con il direttore che era Meluso. Sono situazioni che si sono venute a creare nel mese in cui io stavo lì nemmeno. Purtroppo se non riesci a risolvere in una certa maniera se le trascini dietro. Allora dato che di trascinarsi dietro io penso che non era nemmeno più tempo e nemmeno più giusto né per la città né per i tifosi, è giusto che uno faccia un dato che a me piace lavorare, mi piace portare avanti le mie cose e quando vedi che fai fatica a farle le sue cose è giusto che si fa da parte. Che poi ci sia assunzione di responsabilità fra tutte le componenti quello fa parte del calcio però chi paga poi non nel mio caso perché sono stato io ad andarmene e l'allenatore funziona così soprattutto in Italia funziona così meno all'estero ma in Italia è così".

In Italia forse perché siamo un po' troppo figli dei risultati.
"Infatti no ma io per dire sono arrivato posso solo ringraziare lo staff che c'era che si è calato completamente nelle mie corde, abbiamo fatto secondo me anche un ottimo lavoro che poi mi auguro per il Perugia che paghi anche il futuro. Sono ragazzi che meriterebbero altri risultati, altre cose però lo ripeto il calcio a volte c'è dell'imponderabile, a volte ci sono situazioni che non riesci a venirne fuori allora è giusto che uno anche per rispetto dei tifosi della piazza quando vedi che ci sono queste difficoltà è giusto che fa un passo indietro anche per mettere un po' tutti davanti alla realtà, la realtà dice che il Perugia in questo momento sarebbe ultimo nel caso in cui Rimini gli dessero punti, perciò è giusto che ognuno di noi si faccia un esame di coscienza, io l'ho fatto e ho fatto quello che dovevo fare secondo me.

Ma quello che sta vivendo il Perugia è forse più un problema mentale un problema di quando si entra in un loop negativo e poi si fa fatica ad uscire perché se uno analizza i nomi della rosa del grifo insomma i nomi fanno pensare ad altro.
"Sì ma con nomi non va da nessuna parte io ho vinto diversi campionati partendo sempre da non favorito avendo davanti 5, 6, 10 squadre in campo poi non ci vanno nomi ci va la gente che corre che è disponibile al sacrificio, ha la voglia di andare oltre, ha voglia di metterci il cuore, sono sempre le cose che dicono tutti gli allenatori, mi sembra anche abbastanza scontato che lo dica pure io, mi viene anche da ridere. L'unica cosa che posso dire io è veramente devono capire che sono a un punto di non ritorno devono unirti, fare le cose per bene e venire fuori tutti insieme da uomini quali sono".

Anche perché poi mister insomma retrocedere in Serie D dopo complica un po' i piani ma non solo per un discorso societario però già è difficile vincere la Serie C, vincere la Serie D forse è ancora più complesso insomma anche poi uscire dalle sabbie mobili di certi campionati non è una cosa sempre immediata e sempre agevole anche se magari una squadra ha il grande nome però insomma se si guarda piazze come magari Siena, Livorno, non è sempre facile.
"No ma non è niente facile nel calcio, poi vincere non è mai facile, ne vince una di un girone, c'è sempre l'eventuale sorpresa, c'è sempre due o tre che ci provano a uscire dalla categoria, anche il Grosseto per dire che ora quest'anno ci è andato Paolo Indiani sicuramente se la giocheranno fino alla fine con il Siena, perciò non è mai facile, io credo che il Perugia non meriti di retrocedere nel senso della città, del nome, della gloria, della storia, di tutto quello che è stato fatto passato però poi passato in questi momenti conta poco, conta il presente e il presente riguarda chiaramente la squadra e l'unione che deve avere ora con il nuovo allenatore, con la nuova, ho visto hanno preso Novellino, hanno preso Gauci, perciò io gli auguro che riescano in qualche maniera a venirne fuori da una situazione che onestamente non è facile, ma sono convinto che da lunedì faranno il modo da poterne venire fuori".

Anche perché insomma lunedì sono chiamati a una sfida comunque non semplice contro un'altra formazione che sta vivendo una stagione un po' in chiaroscuro, una formazione il Livorno che sta alternando dei risultati ma che vede un tecnico insomma un po' con la spada di Damocle, mister Formisano sta allenando di fatto da un mese con la fiducia a tempo, il concetto secondo me più assurdo del calcio però ecco forse il Livorno non è l'avversario più semplice di questo campionato.
"Sono tutte difficili, un po' una squadra pensare che c'è una partita facile è una più difficile, una squadra deve giocare al massimo le proprie possibilità, dimostrare che l'ha fatto e poi dopo uno quando c'è la coscienza a posto è tutto regolare, il problema è quando pensi a volte di non aver fatto il massimo e poi vedi che i risultati sono quelli che sono, è ancora peggio. Io penso che il Perugia abbia tutte le potenzialità di venirne fuori, ora lo ripeto, si devono unire fra le varie componenti e pedalare perché tanto il campo devi solo correre, non parlare".

Mister un  altro tema al netto di quello che è stato il girone B però un tema di cui si è tornati a discutere anche nei giorni scorsi e quant'altro quello dell'FVS perché alla fine dopo dieci giornate continua a destare qualche polemica, polemiche poi ce ne sono state anche nel campionato di Serie A femminile dove questo strumento tecnologico viene utilizzato esattamente come in Serie C. Lei che ha avuto modo di rapportarsi con questa tecnologia come la vede?
"A me non piace onestamente non mi piace perché vedi solo la parte finale della cosa c'è una telecamera e basta. Noi per dire abbiamo rivisto il gol del pareggio di Pineto che aveva fatto Montevago e per noi è buono. Loro dalle immagini che avevano gli diceva che non era valido che c'era fuori gioco. Non lo so a me non piace onestamente non piace c'è troppe interruzioni è solo marginale l'immagine a volte non si rendono nemmeno conto di quello che vai a chiedere di te però come si dice la tecnologia pensa di aiutare il calcio io penso che alla fine le cose vere le fa in Serie A e le cose in Serie B. Poi sotto poi con la telecamera giudicare fermare le partite per 5-8 minuti da recuperi 15-20 minuti è cambiato un po' troppo e secondo me non sta aiutando anche perché uno che viene a vedere una partita sta fermo 10 minuti ma che vedo. Mi trovo d'accordissimo perché io ad esempio anche queste due chiamate che si possono effettuare ecco mi sembra ricordi un po' troppo la Kings League che è un sistema di cioè che è un gioco un sistema di calcio non so neppure come chiamarlo che a me non ha mai appassionato però questo è un gusto assolutamente personale ma ecco credo anche io che forse qualcosa in più in Serie C per quel che riguarda la tecnologia magari si potrebbe fare per rendere effettivamente più fruibile il tutto".