La serie C inizia a respirare: tante situazioni in via di risoluzione. Occhio al Casarano, a Salerno si ripetono sempre gli stessi errori

Editoriale di oggi che si apre con un parziale sospiro di sollievo. Perchè, rispetto alla settimana scorsa, qualche situazione delicata sta iniziando a risolversi nel migliore dei modi. Prendiamo il caso del Rimini, passato repentinamente dalla vittoria della coppa Italia alla paura di essere estromesso dal professionismo. In attesa di ulteriori sviluppi societari possiamo dire che il sì di un tecnico esperto e selettivo come Braglia consente di lanciare un primo segnale distensivo a una tifoseria legittimamente in fibrillazione. La sensazione è che tutto stia tornando alla normalità e che presto la piazza biancorossa potrà parlare esclusivamente di campo e di mercato pur dovendo accettare un progetto che punterà anzitutto alla salvezza tranquilla in un girone tutt'altro che semplice. Respira anche la Triestina che, al netto della penalizzazione e di un'estate sin qui da incubo, ha pagato gli stipendi ed è riuscita a partire per il ritiro dopo una serie di tentativi andati a vuoto. Chiaramente aver saltato tutto il mese di luglio e dover fare in pochi giorni mercato in entrata comporterà una partenza in salita e con tante incognite, ci auguriamo che una città così prestigiosa possa quanto prima ritrovare la tranquillità necessaria anche a costo di passare da un campionato sulla carta più sofferente di quello che si è concluso con una rocambolesca salvezza nel segno di Tesser. L'eventuale arrivo in dirigenza di un professionista serio e preparato come Michele Franco sancirebbe l'inizio di una nuova era: stiamo parlando di un ds che ha contribuito a portare in A il Monza entrando di diritto nella storia del calcio italiano.
A Terni è stato capitan Capuano a parlare ai tifosi, promettendo impegno da parte di tutti i calciatori che sceglieranno di restare malgrado mille incognite. Gli ultras, però, vorrebbero esponenti politici e societari ad esporsi pubblicamente per far capire quale sarà il futuro del glorioso club rossoverde. Liverani, reduce da un lustro molto negativo, sta provando comunque a isolare la squadra da voci, critiche e tensioni e va dato atto d'aver mantenuto la barra dritta senza fare un passo indietro e mettendoci la faccia. Ecco, sotto questo aspetto ci sentiamo di spezzare una lancia in suo favore pur ribadendo che toccherà a lui tornare ad essere quello che vinceva a Lecce e non il mister esonerato da Cagliari, Parma e Salernitana. Situazione più serena nel girone C, pur con gli stracci che volano tra il Siracusa e Walter Zenga. "C'eravamo tanto amati" sembra il titolo adatto per una telenovela senza lieto fine e che vede le rispettive parti accusarsi tramite interviste: a prescindere da chi abbia ragione possiamo dire che dispiace sempre tanto vedere situazioni del genere. E dispiace che anche questa estate sia stata contraddistinta da penalizzazioni, trattative societarie saltate e squadre blasonate costrette a ridimensionare di molto le proprie ambizioni. "A Foggia non vuol venire nessuno" l'SOS di Rossi a Foggia, a Cosenza invece c'è aria di smobilitazione. Ecco, l'auspicio è che il Salary Cup e i maggiori controlli promessi dal presidente Marani possano servire a restituire dignità e serenità ad una categoria da sempre fucina di talenti e che appassiona per la presenza di tante piccole realtà provinciali che, attraverso il calcio, si ritagliano una vetrina nazionale. Quanto al mercato, abbiamo detto da tempo quali possono essere le protagoniste. Il Vicenza al Nord fa la voce grossa, ma il nuovo Brescia non scherza e lo sta dimostrando a suon di ufficialità. Per Diana sarebbe una bella soddisfazione fare lo sgambetto alla sua ex squadra. Dal Cittadella ci aspettiamo qualcosa in più, per il resto non vediamo club che possano ambire al grande salto ma tante matricole che vorranno ripetersi nel rispetto del budget a disposizione e senza tifoserie numerose alle spalle. Nel girone B sta nascendo un Perugia interessante e c'è chi scommette che, alla lunga, verrà fuori un Ascoli pronto a riscattare l'annata anonima di qualche mese fa. Incuriosisce il nuovo corso della Torres: campionato d'assestamento? Nel raggruppamento C, invece, sarà bagarre.
Il Catania rinforzerà ancora una base già molto solida, a Benevento stanno lavorando con intelligenza spendendo il giusto per gente di spessore, il Crotone ha trattenuto Tumminello piazzando il colpo Maggio, occhio al Casarano che si sta muovendo benissimo senza nascondere il sogno di andare oltre la salvezza tranquilla. E c'è poi da fare una riflessione sulla Salernitana, incentrata sulla società e non sui vari direttori sportivi che si sono avvicendati in questi anni così complessi. Il passaggio dalla A alla C sembra abbia insegnato poco alla proprietà targata Iervolino, visto che al 9 agosto vale ancora il criterio del "cedere prima di acquistare" al netto delle dichiarazioni ufficiali che sortiscono un solo effetto: allontanare i tifosi dallo stadio. Domenica ci sarà la prima uscita stagionale all'Arechi, solitamente contraddistinta da un bagno di folla incredibile a prescindere dalla categoria. Stavolta, invece, si faticherà ad arrivare a 1500-2000 spettatori e questo è un segnale che Iervolino, Milan e Pagano non possono sottovalutare. Non parlare alla stampa locale e alla gente, non spiegare come si possa passare dal sogno Cavani alle difficoltà nell'acquisire il cartellino di Tascone (si tratta di 60-70mila euro!) e non rendere conto del biennio peggiore della storia dell'ippocampo sta comportando uno strappo insanabile e ci vorrebbe maggior rispetto per un pubblico che ha assorbito il doppio salto all'indietro senza una contestazione, senza cori di protesta e con una media di 20mila spettatori in casa e 2000 in campo esterno. Possibile che il popolo granata debba ritrovarsi a una settimana dal primo match ufficiale con sei separati in casa e senza almeno 4-5 calciatori che rendano competitiva una rosa, ad oggi, sulla carta da quinto posto? Iervolino deve dare un segnale. Un anno fa voleva cedere la società, oggi rimane ma delega tutto ai suoi collaboratori senza far capire come mai non siano state mantenute promesse roboanti che parlavano di lotta per l'Europa, campioni in maglia granata, super settore giovanile, investimenti in infrastrutture e un rapporto osmotico con la città e la stampa locale. Cosa è cambiato dopo i primi due straordinari campionati?
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