Il fatto della settimana – Triestina e Rimini, la crisi infinita. E in Romagna continui colpi di scena

La settimana appena trascorsa, nel cuore di un agosto che dovrebbe profumare di preparazione atletica e calci al pallone, ha invece riportato al centro del dibattito il lato più oscuro della Serie C: quello economico. Tra le società che hanno fatto notizia, due spiccano per ragioni diverse ma collegate: Rimini e Triestina. Entrambe hanno a che fare con i postumi di una crisi finanziaria profonda. E lo scenario lascia aperti parecchi interrogativi.
Rimini, tra colpi di scena e tensione alle stelle
È difficile ipotizzare oggi quale sarà il futuro del Rimini, e le premesse non fanno ben sperare. La squadra si è regolarmente allenata al “Romeo Neri”, ma l’atmosfera è stata tutt’altro che serena: sul campo e negli spogliatoi si è tenuto un confronto acceso tra calciatori e dirigenza, con i giocatori che hanno chiesto chiarimenti sulle reali intenzioni della Building Company.
A complicare il quadro è arrivato l’ennesimo colpo di scena. Dopo aver annunciato il proprio addio al club per contrasti con la piazza, Giusy Scarcella, rappresentante della Building Company, ha precisato che il suo sarà un allontanamento fisico e personale, ma non aziendale: “Però solo io, perché la Building Company va avanti”. Nel frattempo, la società ha comunicato di aver depositato in FIGC la fideiussione da 420mila euro, indispensabile come garanzia integrativa per evitare deferimenti e penalizzazioni, dato lo sforamento del milione di euro di ingaggi consentito. Una mossa fondamentale per salvaguardare l’immediato futuro sportivo.
La giornata di ieri ha però portato un’ulteriore tegola: Luca Nember, direttore sportivo appena insediato, ha rassegnato le dimissioni dopo un’aggressione fisica subita da tre individui, presumibilmente riconducibili alla tifoseria riminese, e dopo gli attacchi personali ricevuti tramite striscioni in città. In un comunicato, Nember ha espresso il proprio rammarico per l’addio, sottolineando la qualità e la disponibilità del gruppo squadra, ma ribadendo che “il rispetto e la fiducia dovrebbero essere alla base di qualsiasi rapporto”.
In attesa che la proprietà decida il da farsi, Nember ha annunciato che seguirà comunque la squadra dalla tribuna, insieme a mister Braglia, nella odierna trasferta di Coppa Italia a Pescara. Un epilogo amaro che, più che rasserenare l’ambiente, alimenta la sensazione di un club ancora nel pieno della tempesta.
Triestina, promesse e silenzi nel mezzo della bufera
Di tutt’altra natura, e con contorni sempre incerti, la crisi che sta vivendo la Triestina. Dopo aver evitato l’estromissione a giugno grazie ai fondi versati in extremis dal presidente Ben Rosenzweig, la società alabardata è tornata al centro del caos. Un nuovo deferimento per inadempienze analoghe a quelle del Rimini – stipendi e contributi non saldati – rischia di portare altri sei punti di penalizzazione, che si aggiungerebbero ai sette già ufficialmente inflitti.
In totale, -13: una partenza in salita quasi senza precedenti per una squadra che aveva chiuso la scorsa stagione in crescendo (pur con una salvezza ottenuta con un doppio pari a reti bianche). Il segnale più preoccupante però è il silenzio operativo. La preparazione precampionato è slittata e sul fronte tecnico regna l’incertezza. A oggi, non è ancora stato indicato ufficialmente un allenatore (saltato Giorgio Gorgone), ma i nomi di Geppino Marino e Roberto Venturato si rincorrono come opzioni in entrata (il primo è colui che sta seguendo il gruppo che si è radunato proprio martedì scorso). Intanto si rincorre il nome di Michele Franco come direttore sportivo.
Un campionato fragile
Il punto è che queste non sono eccezioni. Sono spie di un sistema malato, in cui l’iscrizione ai campionati rappresenta già un traguardo e non un punto di partenza. La Serie C si avvicina alla stagione 2025-26 con l’ennesimo bagaglio di incertezze, squadre decimate da penalizzazioni e dirigenti più impegnati a chiudere falle finanziarie che a pianificare il futuro sportivo. A rimetterci, come sempre, sono i tifosi e il valore stesso del campionato.
Nel caso di Rimini e Triestina, due piazze con storia e ambizioni, la tempesta è tutt'altro che finita. Con la differenza che una, almeno per ora, è riuscita a restare a galla, mentre l’altra rischia di affondare prima ancora di partire.
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