Pagni: "Smettiamo di dipingere la C come un campionato di alto livello"
Il direttore sportivo Danilo Pagni, è stato ospite di 'A Tutta C', trasmissione in onda su TMW Radio e Il 61, per parlare dei temi di attualità legati al campionato di Serie C.
Allora, direttore, la Coppa Italia ce la siamo archiviata con risultati anche un po' a sorpresa, mi viene in ment l'eliminazione del Vicenza, che forse è la sorpresa più importante in termini di risultati, mi viene anche da dire, non so se è d'accordo con me, che alla squadra di Gallo, oggettivamente e razionalmente della Coppa Italia, in una stagione che deve gioco forza vederli protagonisti nel girone A, protagonisti è vero il senso della parola, quindi per la promozione diretta in Serie B, forse gli interessava un po' meno rispetto ad altre squadre.
"Ma io non ci credo, sicuramente la priorità assoluta per il Vicenza è la vittoria del campionato, perché sono anni e anni che questa società importantissima, con una grande storia e con grandi investimenti che non hanno mai supportato i risultati del campo, è il suo momento. Gallo sta facendo qualcosa di eccellente nel campo, sono contento per lui, però la Coppa Italia è una manifestazione importantissima, perché ti dà la possibilità di portare altri giocatori che magari giocano un po' di meno allo stesso livello, ti dà la possibilità di rendere più competitiva la rosa e poi se ti chiami Vicenza, oppure se ti chiami Benevento, te la devi giocare sempre alla grande. Anche il Benevento ha preso una bella rumba contro il Giuliano di Capuano. A me è capitato un po' per bravura, un po' per fortuna di vincere tre Coppa Italia di Serie C, e la città ne ha tratto beneficio di entusiasmo, di affezione e poi di appeal. Io l'ho vinta a Sorrento, a Gallipoli e a Viterbo, contro il Monza di Berlusconi, non si vedevano a Rocchi i 5.000 persone da vent'anni, quindi sono un grande sostenitore di questa manifestazione per prestigio e per cercare di mantenere la performance ai massimi livelli di tutta la rosa".
Tra l'altro mi verrebbe da dire che a Rocchi di Viterbo, dopo quella notte lì, che ricordo molto bene, dopo 5.000 spettatori per le vicissitudini successive forse non ci sono neanche più stati, non c'erano stati prima, non ci sono stati purtroppo dopo.
"Dopo Camilli è stato un disastro, un disastro. Io mi sono ritrovato anche lì nella cessione tra Camilli e il signor Romano, che poi Romano ha investito tantissimo, però è stato consigliato non male, in maniera proprio scriteriata e la Viterbese è sparita. Ma anche quando l'abbiamo vinta a Gallipoli, abbiamo vinto la Serie C, abbiamo vinto di tutto, abbiamo vinto la Coppa, c'è stato il carnevale per due giorni. A Sorrento la stessa cosa, Mario Gambardella da presidente MSC, ha regalato una crociera a tutta la squadra. Mi ricordo ancora a Sorrento la finale con la Cremonese di Giampaolo. La Coppa è una manifestazione importante".
Direttore, voglio toccare con lei il tema delle ufficialità arrivate questo pomeriggio, con il tesseramento da parte della Vis Pesaro, di Machin, il centrocampista ex Monza, e del Gubbio, di Murru, difensore terzino ex Sampdoria e Cagliari. Discutevamo su quanto sia complicato, soprattutto per giocatori che non hanno frequentato la Serie C negli ultimi anni, o mai come Machin nel caso specifico, inserirsi in due collettivi che sono insieme da tre mesi e stanno affrontando il punto centrale della stagione, l'esperienza di alto profilo. Aiuta questi giocatori nell'inserirsi in gruppi già collaudati?
"Sono due ragazzi che io conosco da quando avevano 15-16 anni. Ho visto il loro percorso e c'è stato un momento che qualcuno veniva battezzato come un enfant prodige, dopo il calcio strano, il calcio beffardo. Per quanto riguarda l'inserimento, io dico sempre che la qualità va in paradiso, ma per giocare in Serie C o in qualsiasi categoria la prima valutazione da fare è la condizione psicofisica, se la testa c'è e le gambe supportano. Nel caso di questi due giocatori che sono andati a giocare in piazze medio-alte, anche se sono società molto forti, molto serie, io stimo tantissimo Stellone che non conosco di persona, ma lui maledì quel giorno che è andato via dalla Reggina, perché con lui la Reggina sarebbe sopravvissuta perché avrebbe puntato sui giovani e sui 6-7 esperti. Invece dopo hanno voluto fare gli sbruffoni e hanno distrutto la Reggina. A Gubbio c'è un direttore sportivo che io ho conosciuto in Inghilterra quando ero con il Milan, lui faceva lo scout alla Juve, Mauro Leo che parla tante lingue, la prima volta che fa la Serie C e si è affidato a un mister esperto come Di Carlo, però quando inserisci dei giocatori così, le qualità e le condizioni da valutare, la garra che hanno, il fuoco dentro se arde e la reale condizione fisica. Qualora ci fossero queste due condizioni, in una categoria come la Serie C che non è di altissimo livello, possono dare tante. Parliamo di due ragazzi che erano in rampa di lancio. Però adesso devi dimostrare sempre, devi dimostrare di starci con la testa, con le gambe e di dare un apporto anche carismatico, perché hanno vissuto il spogliato importante".
Direttore parlava delle squadre del sud, citava la Reggina, che tutti noi aspettiamo nel calcio professionistico al più presto. Il Girone C quest'anno, probabilmente come mai nel recente passato, è un concentrato di grandi piazze. Salerno, Catania e Benevento sono le prime tre della classifica, ma sono anche le prime tre che vengono in mente. Ma poi c'è il Cosenza, c'è Crotone, c'è Caserta, c'è Potenza, c'è Trapani, c'è Foggia, per ogni gusto, per ogni sapore. Salerno, Catania e Benevento, chi delle tre la convince di più? Perché sembra abbastanza chiaro che per la promozione diretta, a meno di clamorosi ribaltamenti di fronte, sia una questione tra i loro tre. Chi è che la convince di più?
"Ma io le ho viste tutte, sia in casa che fuori casa. Sono tre squadre, tre società che hanno investito cifre incredibili. Non hanno badato a spese, hanno anche l'età media alta, quindi sono condannate a vincere. La vittoria è figlia di tante cause e concause, di episodi. Voi descrivete questa Serie C come se fosse qualcosa di incredibile ma secondo me il Benevento, rispetto alle ultime dieci squadre, è la squadra meno forte. Anche se fa giocare qualche giovane e ha fatto plusvalenza. Hanno fatto un grande lavoro nel settore giovanile, ma io ho avuto Auteri e posso dire che questa non è la squadra più forte che il Benevento ha avuto. Il Catania è un'ottima squadra, ha un condottiero abituato a vincere, come ha vinto Auteri, la Salernitana non ha badato a spese, è una squadra strutturata. Quando va in svantaggio rimonta, però da qui a dire chi mi ha convinto di più è difficile. Sicuramente vedo in pole position il Catania, perché mi dà ad oggi l'impressione di quella squadra che ha ciccato qualche partita, ma ha reagito in maniera brillante, prende pochi gol, adesso segnano un po' tutti. Non mi sbilancerei a dare una sentenza, sicuramente sono queste tre squadre condannate a vincere, ma non facciamo passare questa Serie C per una Serie C mostruosa, perché non lo è. La stessa Salernitana che ho affrontato più volte in C1 è una squadra fisica, strutturata, ma può vincere chiunque. Il Benevento, da parte sua, gioca con qualche giovane rampante, perché gli è riuscita l'operazione del portiere. Anche il Crotone, è una buona squadra, però non si consacra mai. È una squadra che è capace di vincere una partita 3 o 4-0. Per me è una squadra che strutturalmente, quando perde palle nella fase difensiva a qualche lacuna, non è costante. Il Crotone in Serie C ha avuto delle squadre monstre, ragazzi. Il Potenza è una società molto forte. Vedo che ci sono in questo momento delle turbolenze. Magari il superamento del turno ha creato un po' di entusiasmo. Però secondo me, da qui a dire, per costruire una squadra a Potenza, per come merita la tifoseria, si potrebbe fare di più. Perché a Potenza vivono di calcio. Io tra l'altro non ho mai vinto contro il Potenza fuori casa. È un fortino".
Direttore, prima di salutarla, volevo affrontare un secondo i temi riguardanti il Girone B, dove c'è un allenatore che secondo me è arrivato, probabilmente, all'esperienza giusta per consacrarsi. Dopo tanta gavetta come vice allenatore di Eusebio Di Francesco, esperienze comunque in Serie C, tra Monopoli e Picerno, oggi è ad Ascoli. Francesco Tomei, credo sia arrivato al giusto punto di maturazione. 53 anni, non è probabilmente uno dei tecnici più giovani. Le chiedo se anche lei vede in Tomei-Ascoli, il binomio giusto per far del bene al club bianconero, ma far emergere anche il profilo di questo allenatore.
"Io l'ho seguito molto, soprattutto quando era a Picerno. So che ha avuto anche qualche problemino, nel senso che lui voleva portare avanti alcuni discorsi tecnici, ma si vedeva che aveva uno spessore tecnico leggermente superiore alla categoria. Sono stati bravi a sceglierlo ad Ascoli. Mi sta incuriosendo tanto. Poi io sono sempre dell'opinione, perché il calcio italiano crea dei mostri. Fai un anno bene e diventi un grande allenatore. A casa mia non funziona così. Per giudicare un allenatore lo devi vedere in tante sfaccettature. Io credo che lui sia un allenatore di grande prospettiva. Al di là di quello che sta facendo Ascoli, perché con tutto rispetto il Picerno è una signora società, ma allenare l'Ascoli è un'altra cosa. Io ci ho fatto quasi uno spareggio con la Ternana in B. Ho visto l'entusiasmo che c'è, hanno fatto un'ottima squadra, però io quando sento che c'è linfa nuova di allenatori nuovi che propongono calcio, ricordatevi che ci sono molti allenatori che scimmiottano, mentre quelli che non scimmiottano fanno carriera e ce ne abbiamo in Italia, perché abbiamo una buona scuola. Il problema è che molti hanno paura di perdere, di essere cacciati".
Qual è secondo lei, direttore, il profilo di giovane allenatore più interessante che ha visto finora?
"Io ho predetto Gattuso, mi ricordo che quando lui stava smettendo di giocare, gli fece una provocazione di portarlo a Lamezia ad allenare, prima ancora che andasse in Grecia. E non è facile, perché potrei mancare di rispetto a qualcuno, ma io li seguo. Li seguo in Serie D, nelle Primavera e ci sono molti allenatori che hanno fatto bene, nelle Primavera addirittura due, adesso stanno facendo bene in C, oppure Biancolino che sta facendo bene in B. Per esempio Raffaele mi ha sorpreso, è stato il mio giocatore a Salerno, ma mai avrei pensato che Raffaele, pronti e via, diventasse allenatore di Serie B e vincesse il campionato. Ma non perché non lo poteste fare, perché molte volte si creano delle condizioni favorevoli. Nel caso di Tomei e nel caso di qualche altro mi piacciono, ma per me una rondine non fa a primavera e non mi va che molti allenatori scimmiottano. Un allenatore vero è quello che prende un po' il meglio di tutti, però nello stesso tempo porta avanti una sua filosofia di lavoro. Le copiate e le scimmiottate a me non piacciono".
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 7/2017 del 29/11/2017
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore Responsabile: Ivan Cardia
© 2025 tuttoc.com - Tutti i diritti riservati