Dietro la lavagna di TLP: senza capo né coda

L'appuntamento di questa settimana con i "Dietro la lavagna" di TLP si associa all'anniversario della nascita di Lucio Dalla. Chissà cosa avrebbe pensato il cantautore bolognese di tutti i drammi che sta vivendo il nostro sistema calcio. Forse avrebbe riso, oppure avrebbe abbassato gli occhi. Di sicuro la strofa: "Se capissero, vedendoti ballare, di essere morti da sempre anche se possono respirare". Sembra il requiem del nostro calcio. Fidatevi: fanno finta di non averlo capito, ma sono zombie che camminano nel cimitero di una passione che è morta prima di loro. Il tempo di raccattare gli ultimi spiccioli - tra denaro e dignità - e con un coro di fischi faranno si che il sipario scenda senza altri colpi di coda.
Erminio Rullo (Messina):
Se vi piaccioni i giochi delle differenze, vi invitiamo a guardare la carriera di Erminio Rullo e paragonarla all'errore da penna rossa che compie nella partita del suo Messina contro la Juve Stabia. Uno sbaglio dettato dalla scarsa concentrazione che, se compiuto da un ragazzo al suo primo anno nei Pro, sarebbe anche comprensibile, ma se a commetterlo è un giocatore che nel 2007/08 ha giocato in A con il Napoli, qualcosa non quadra nel verso giusto.
La prestazione del Messina contro la Juve Stabia è stata deficitaria fin dall'avvio e l'errore di Rullo è stato il prologo. Se anche gli esperti (Rullo è un '84) iniziano a cadere in questi tranelli, per i siciliani si prospettano momenti molto tristi.
RULLO INTERROTTO
Alessandro Marchetti (Savona):
Con che spirito si entra in campo se dopo tre minuti - centottanta secondi di gioco - ci si fa espellere dal direttore di gara, mettendo in condizioni la squadra, la propria squadra, di disputare un'intera partita - contro il Pontedera poi persa per 1-0 - con un uomo in meno? E' questo il pensiero che è corso nel vedere l'espulsione di Alessandro Marchetti, giocatore che ha una certa esperienza - sono più di cento le presenze nei Pro per lui - che ci fa pensare tante cose. Ad esempio che la situazione del Savona stesso, non solo di classifica, non sia delle più rosee e questo si trasmette nei giocatori che in campo vanno con la tensione sbagliata, compromettendo il loro compito: quello di salvare il club ligure dall'inferno dei dilettanti.
MALESSERE
Ischia:
Quando la testa non combacia con la reattività delle gambe, il risultato è uno solo: sconfitta. Il calcio non è una scienza esatta, però certi segnali sono più importanti dei due indizi che fanno una prova. Il Foggia ha spadroneggiato in lungo e in largo contro undici elementi che rappresentavano l'Ischia. Bastava una verticalizzazione, un'accellerazione e la difesa isolana sembrava colta dal panico. Agenore Maurizi nel suo piccolo può ben poco, però, lui come Marco Tosi, certe situazioni se le va a cercare con il lanternino, salvo ritrovarsi come l'ex tecnico della Pro Patria con il cerino in mano e le dita che gli bruciano. La società gialloblù ha rinnovato la fiducia a Maurizi, più per una questione di risparmio (ritrovarsi con un terzo allenatore sul groppone non può permetterselo nessuno in Lega Pro) che di reale convinzione.
UNA SESTINA PERDENTE
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